Putin e Xi disegnano il nuovo ordine mondiale: le influenze di Russia e Cina tra Medio Oriente e Africa

Un assaggio della condiscendenza sulla quale lo zar può ancora contare, grazie al patto di ferro con Pechino, si è avuto nei due voti alle Nazioni Unite sulle risoluzioni di condanna dell’invasione russa in Ucraina

Lunedì 20 Marzo 2023 di Marco Ventura
Mappa Limes Putin e Xi disegnano il nuovo ordine mondiale: tra Medio Oriente e Africa, le influenze di Russia e Cina

«Spalla a spalla contro l’egemonia occidentale». In un articolo firmato da Vladimir Putin per il Quotidiano del Popolo cinese, alla vigilia della storica visita di Xi Jinping a Mosca in piena guerra con l’Ucraina e all’indomani del mandato di arresto per lo Zar come criminale di guerra, è compendiata la strategia del nuovo ordine mondiale a guida russo-cinese, anzi sino-russa, con tentacoli nei vari continenti che comprendono alleati come la Siria e l’Iran in Medio Oriente (appena rappacificato con l’Arabia Saudita grazie alla mediazione di Pechino), l’Africa subsahariana e possibilmente il Sudafrica, Venezuela e auspicabilmente Brasile in America latina.

Oltre alla Corea del Nord e forse pure l’India, quanto meno neutrale, in Asia.

VOTO ALL’ONU

Un assaggio della condiscendenza sulla quale Putin può ancora contare, grazie al patto di ferro con la Cina di Xi, si è avuto nei due voti alle Nazioni Unite sulle risoluzioni di condanna dell’invasione russa in Ucraina. Nella seconda tornata, Paesi che prima si erano astenuti hanno votato contro. E dopo la stretta di mano tra iraniani e sauditi che ha segnato un vero trionfo per la diplomazia cinese, domenica ha creato agitazione nelle cancellerie occidentali anche la visita di Stato del presidente siriano, Bashar al-Assad, negli Emirati Arabi Uniti, salutato da 21 salve di fucili a dimostrazione della fine di un isolamento che durava da dieci anni. La parola d’ordine è il ritorno di Damasco nel mondo arabo a pieno titolo. Senza contare che negli Emirati ancora risiedono militari americani e francesi. Nell’articolo sul principale foglio cinese, le parole di Putin sono musica per le orecchie di Xi.

L’intero Occidente, secondo lo Zar, starebbe scommettendo con il destino di interi Stati e popoli. «La politica americana che si contrappone contemporaneamente a Cina e Russia così come - prosegue Putin - a tutti coloro che non accettano la dittatura degli Stati Uniti, è sempre più arrogante e aggressiva». Una retorica, quella russa, che attraversa i continenti e si fa forte dell’alleanza «senza limiti, fraterna», con Pechino. I media internazionali sottolineano in questi giorni come gli Stati Uniti stiano cercando di recuperare terreno in Africa, continente che avevano abbandonato, a partire dal Ciad, mentre i mercenari russi di Wagner sono già riusciti a estromettere i francesi dalla Repubblica centrafricana e dal Mali. Nell’Africa del Nord, pesa l’arma dei flussi migratori che ripartono e premono sull’altra costa del Mediterraneo, mentre cova sotto la cenere l’anti-occidentalismo degli eredi di Isis e Al-Qaeda. E i tentennamenti del Sudafrica non aiutano la causa americana ed europea. In Medio Oriente, mentre Russia e Cina ridisegnano la mappa del potere mondiale e puntano a una stabilità in salsa anti-yankee, il baluardo occidentale rappresentato da Israele soffre internamente le proteste contro l’annunciata riforma della giustizia di Benjamin Netanyahu.

 

MEDIAZIONE

Non a caso, il presidente Joe Biden ha telefonato al premier israeliano esprimendogli inquietudine e proponendo di fare da mediatore. «Resta da vedere – è il commento del New York Times – se il confronto tra blocchi si riscalderà ulteriormente, spingendo le tre potenze nucleari sull’orlo della Terza guerra mondiale o semplicemente dando inizio a una Guerra Fredda 2.0». Alexey Maslov, direttore dell’Istituto universitario di Stato di Mosca, prevede un mondo «meno agevole per commerci, cultura e ogni genere di negoziato, per i prossimi 20 o 25 anni». 

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 17:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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