Putin, la sfida all'Est Europa nel 2014: «Truppe russe in due giorni a Varsavia e Bucarest»

Le dichiarazioni erano state fatte all'allora leader ucraino Petro Poroshenko

Martedì 29 Marzo 2022 di Cristiana Mangani
Putin, la minaccia all'Europa già nel 2014: «Pronto a entrare in sei paesi in soli due giorni»

«Se volessi, in due giorni potrei avere truppe russe non solo a Kiev ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn, Varsavia e Bucarest». Era il 2014 quando il presidente Vladimir Putin lanciava la sua sfida all'Europa, annunciando un'invasione più massiccia dei territori vicini.

E le dichiarazioni erano state fatte all'allora leader ucraino, Petro Poroshenko. Lo zar aveva detto di più, ovvero che gli sarebbero bastati due giorni per mettere in fila il suo esercito davanti a quei confini da valicare con la forza militare. I confini della Polonia, della Lettonia, della Lituania, dell'Estonia e della Romania. 

Il 24 febbraio i soldati russi hanno invaso l'Ucraina e sono attualmente impegnati in combattimenti molto aspri. Certamente più duri di quanto si aspettassero, visto che «l'operazione speciale», come l'ha definita Putin, non è andata come previsto. Niente guerra lampo e, anzi, il rischio in alcune zona del paese, anche di una disfatta. La notizia  della minaccia di invasione dei sei paesi vicini è stata riportata dal quotidiano tedesco Suddeutsche Zeitung che ha riferito proprio di questo dialogo tra il presidente russo e Poroshenko, a cui è, poi, succeduto nella carica Volodymyr Zelensky nel 2019:  «Se volessi, in due giorni potrei avere truppe russe non solo a Kiev ma anche a Riga, Vilnius, Tallinn, Varsavia e Bucarest - aveva annunciato il capo del Cremlino a Poroshenko - . E comunque, sappi, che quando questo accadrà, non potrai fare molto affidamento sulla Ue».

Il presidente russo l'11 marzo scorso ha sostenuto che aveva inviato migliaia di uomini per combattere in Ucraina per mettere a punto una "speciale operazione militare”, confermando, quindi che quanto detto all'ex presidente ucraino non era stata solo una minaccia. Poroshenko ne aveva addirittura parlato nel 2014 al Congresso degli Stati Uniti. «Se non vengono fermati ora - aveva dichiarato -, attraverseranno i confini europei e si diffonderanno in tutto il mondo».

 

In seguito, il Cremlino ha negato che Putin avesse fatto simili commenti. Ma sembra un sistema consolidato quello di smentire quanto sta realmente accadendo da parte della Russia. Del resto, anche il mese scorso il governo della Federazione ha affermato falsamente che gli invasori russi sarebbero stati accolti con entusiasmo dai cittadini in Ucraina. E ha cercato anche di convincere di questo i giovani soldati di leva mandati a morire in guerra. Kiev, infatti, ha resistito con grande forza e, ancora oggi, la battaglia è tutta aperta.

Di una ulteriore espansione in Europa, Putin, però, deve averne realmente idea. Proprio in queste settimane, da Mosca in più occasioni si è etntato di fare passare il messaggio che qualsiasi ingerenza europea sarebbe costasta cara. E , infatti, dopo l’Ucraina, anche Svezia e Finlandia sono finiti nel mirino russo. Il prossimo attacco, hanno fatto sapere dal Cremlino, dipenderà dalla decisione – dei due Paesi vicini - di unirsi o meno alla Nato. E a dirlo è stata la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharovam, la quale ha ribadito che una simile mossa rischierebbe di avere «gravi ripercussioni politico-militari». «La Finlandia e la Svezia non dovrebbero basare la loro sicurezza sul danneggiamento della sicurezza di altri paesi e la loro adesione alla Nato può avere conseguenze dannose e affrontare alcune conseguenze militari e politiche», è stato il messaggio veicolato da Zakharova.

E allora, cosa potrebbe succedere dopo l’invasione dell’Ucraina? Con la sua avanzata Putin sta venendo meno a molti patti internazionali, sta violando diverse leggi e sostenendo tesi che spesso non hanno alcun fondamento. Prevedere quindi la prossima mossa non è facile - spiegano gli analisti -, perché, di fatto, potrebbe essere il frutto di un delirio di onnipotenza che va oltre i principi di democrazia e pacifica convivenza. Quello che si sa è che oggi, alla luce della situazione attuale, è probabile che, alla fine, si discuterà dell'Ucraina con uno status diverso, non allineato con la Nato, ma comunque protetto da paesi che della Nato fanno parte.

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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