Putin, Mosca frena sull'atomica (e bacchetta Kadyrov). E dopo l'avanzata di Kiev sposta i "nuovi" confini

Il Cremlino stoppa il leader dei ceceni sull'intervento sul nucleare. L'allarme per il Nord Stream: aumentano le perdite di gas

Martedì 4 Ottobre 2022 di Claudia Guasco
Putin, Mosca frena sull'atomica (e bacchetta Kadyrov). E dopo l'avanzata di Kiev sposta i "nuovi" confini

Minacce dirette, velate, marce indietro. Per il presidente russo Vladimir Putin lo spettro dell'atomica è un'arma politica e così calibra le dichiarazioni adeguandole agli scenari. Due giorni fa è arrivato l'avvertimento della Nato: «Qualsiasi uso di armi nucleari avrà conseguenze serie per la Russia». Ieri il Cremlino ha rilanciato lasciando intendere che, se vi ricorrerà, la colpa è solo dell'Occidente. «L'uso delle armi nucleari da parte della Russia è possibile soltanto in accordo con la sua dottrina sulla deterrenza», ha affermato il portavoce Dmitri Peskov citato dall'agenzia Tass.

Le regole

In un documento firmato da Putin, Mosca ha fissato le sue regole in merito a un attacco atomico: è possibile se il nemico utilizza questo o altri tipi di armi di distruzione di massa contro la Federazione Russa e i suoi alleati, se riceve informazioni affidabili sul lancio di missili balistici contro il proprio Paese o quelli amici, ma anche in caso di aggressione con armi convenzionali qualora l'esistenza stessa dello Stato sia a rischio. «Usiamo armi nucleari sulla base di quanto affermato nella dottrina pertinente, non ci possono essere altre considerazioni su tale argomento», sottolinea Peskov.

Soprattutto se indotte dalla foga del momento. Una dichiarazione che è la risposta all'appello del leader ceceno, Ramzan Kadyrov, di utilizzare «testate nucleari a bassa carica» in Ucraina dopo la controffensiva che ha costretto le truppe russe ad abbandonare Lyman, a est del Paese.

 

Kadyrov preme per la dichiarazione della legge marziale nelle regioni di confine e mostra la sua abnegazione annunciando su Telegram che i suoi tre figli adolescenti sono pronti a imbracciare le armi. «Akhmat, Eli e Adam hanno rispettivamente 16, 15 e 14 anni. Ma il loro addestramento militare è iniziato molto tempo fa, quasi in tenera età. E non sto scherzando - scrive - Presto andranno in prima linea, nei tratti più difficili della linea di contatto». Peskov, pur ringraziando la repubblica cecena per il «grande contributo all'operazione speciale», non ha apprezzato l'intervento dell'alleato sul nucleare. «Nei momenti difficili, le emozioni vanno escluse dai processi decisionali, pertanto è comunque preferibile attenersi a valutazioni equilibrate e oggettive». Alla fine, riflette il capo del Pentagono Lloyd Austin in una intervista alla Cnn, chi ha in mano il pallino è solo il presidente russo: «Per essere chiari, chi decide è uno. Non ci sono controlli su Putin. Come ha preso la decisione irresponsabile di invadere l'Ucraina, potrebbe prenderne un'altra».

Frontiere

Anche per difendere le neo ammesse province ricorrendo alla dottrina della deterrenza. Peskov ha comunicato che le autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk fanno parte della Russia entro i confini del 2014, il problema però sono le regioni di Kherson, dove i carri armati di Kiev hanno superato la linea di difesa russa, e soprattutto Zaporozhzhia, in gran parte ancora sotto il controllo ucraino. Qui le truppe di Putin sono in difficoltà e l'interrogativo è su quanta parte delle regioni annesse Mosca rivendicherà effettivamente la sua sovranità. Il portavoce del Cremlino è evasivo, dice che i confini «non sono ancora determinati» e la questione è rimandata a non ben definite consultazioni con la popolazione. Non è chiaro attraverso quali strumenti, ma il commento sembra un riconoscimento delle difficoltà delle forze russe sul terreno. Incertezza da parte di Mosca anche sul ripristino del gasdotto Nord Stream 2, la cui perdita non si è fermata come assicurato da Gazprom bensì, informa la Svezia, si è allargata a «30 metri di diametro». Peskov traccheggia: «Dobbiamo ancora esaminare le aree e capire cosa c'è laggiù, in fondo, per capire l'entità del disastro». Al momento, lamenta, «non è chiaro su quale tipo di cooperazione internazionale possiamo contare, vista la posizione istericamente antagonista dell'intero Occidente nei confronti del nostro Paese. Le condutture devono essere ripristinate, può essere fatto, ma per ora non ci sono tempistiche specifiche».

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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