Putin, l'avvertimento di Kiev allo zar: droni sulle città russe, uno vicino a Mosca. Ecco cosa sta succedendo

In fiamme deposito petrolifero. Chiuso lo spazio aereo sopra San Pietroburgo. L’intelligence italiana: «Sarà un conflitto lungo, da prevedere nuovi attacchi cyber»

Mercoledì 1 Marzo 2023 di Marco Ventura
Putin, l'avvertimento di Kiev allo zar: droni sulle città russe, uno vicino a Mosca. Ecco cosa sta succedendo

Le “punture” dell’Ucraina arrivano fino alle porte di Mosca sotto forma di droni rigorosamente Made in Ukraine, perché nessun sistema d’arma tra quelli inviati a Kiev dall’Occidente viene impiegato per colpire dritto in territorio russo. E quindi è ucraino doc il velivolo senza pilota UJ-22 che ha colpito ieri a Kolomna, un centinaio di chilometri da Mosca, vicino a una stazione di compressione del gas dell’azienda di Stato Gazprom, 500 chilometri dal confine russo-ucraino. Un altro ha gettato lo scompiglio tra gli operatori delle torri di controllo di aeroporti e basi aeree attorno a San Pietroburgo, la città natale di Putin, costringendo le autorità a chiudere lo spazio aereo per precauzione, con la scusa di una esercitazione. E, ancora, “vesponi” micidiali si sono abbattuti nella regione di Krasnodar e nella sua enclave di discendenti dagli antichi circassi, la Repubblica di Adighezia. Poi a Belgorod, a ridosso della frontiera nord-orientale dell’Ucraina, da dove partono attacchi e forniture per gli invasori del Donbass, e dove un drone ieri ha mandato in frantumi la finestra di una casa, senza provocare né morti né feriti. Infine, nella regione russa di Briansk. E un incendio ha devastato un deposito di prodotti petroliferi nella città di Tuapse, sempre a Krasnodar, che è uno degli ingressi verso la Crimea occupata dai russi nel 2014.

In generale, dalla notte fino a tutta la mattina, uno sciame di droni ucraini ha provocato allarme in Russia e a Mosca, pur significando poco nella dinamica della guerra guerreggiata. 

RESISTENZA

Proseguono i combattimenti per la conquista di Bakhmut, gli ucraini sono asserragliati e hanno deciso di non arrendersi, sperando di bruciare più risorse russe possibili e fermare ulteriori avanzate. Stando alle forze armate di Kiev, soltanto ieri sono stati respinti 60 attacchi di terra a Kupiansk, Lyman, Adviika, Shakhtarsk... Ben 85 i lanci missilistici e 32 i raid aerei. Almeno quattro i morti civili nei continui bombardamenti su Kherson. Pochi danni e nessun morto, al contrario, per gli attacchi ucraini con i droni. Ma Putin, che si trovava a un meeting con i responsabili dei servizi (lo Sbu, ex Kgb), ha subito ordinato di rafforzare i controlli lungo tutto il confine con l’Ucraina, sbarrando il passo a sabotatori (potenziali manovratori di droni). Un mantra più volte ripetuto dallo Zar è la protezione della Madre Russia, del territorio e del popolo. Ma gli ucraini ieri hanno dimostrato di poter arrivare centinaia di chilometri oltre confine, sono riusciti ad allarmare Putin e i suoi generali, a far chiudere i cieli sopra San Pietroburgo, e in un attacco hacker le stazioni radio e televisive russe si sono scoperte trasmettere un allarme aereo, una grafica gialla con un omino che invitava a precipitarsi nei rifugi. Lo scopo dell’offensiva ucraina è quello di dimostrare che la Russia è vulnerabile entro i propri confini. Che gli ucraini, con le sole proprie forze (velivoli senza pilota prodotti dall’azienda Ukrjet) possono bucare tutte le volte che vogliono i confini russi. Gli UJ-22 multiruolo in grado di volare da 50 a seimila metri di altezza, e lungo 100 km se radio-guidati e 800 in modalità autonoma coi loro 3 metri per 4.6 di apertura alare, sono armati con 20 kg di esplosivo. 

IL RAPPORTO 2022

Nulla di catastrofico, ma l’effetto politico-psicologico è enorme, se ieri i russi erano costretti a guardare i cieli con apprensione a 1300 chilometri dall’Ucraina (San Pietroburgo). Il conflitto si annuncia comunque lungo anche nell’approfondita analisi della Relazione annuale 2022 dell’Intelligence presentata ieri a Piazza Dante con il sottosegretario Alfredo Mantovano e il direttore del Dis, Elisabetta Belloni. «La Russia - spiegano i servizi - è forte di un apparato militare che raggiungerà un milione e mezzo di unità. E continuerà a lanciare anche attacchi cyber e campagne di disinformazione contro i Paesi che sostengono Kiev. L’Italia sta rafforzando le difese dai tentativi di ingerenza, proteggendo i suoi approvvigionamenti energetici, il sistema economico-finanziario e industriale». La pausa negli scontri sul terreno di fine anno è quindi servita ai russi per «rigenerarsi e prepararsi a una guerra di lungo corso», con ricadute anche importanti per l’Italia nei settori dell’energia, agro-alimentare, economia in generale, e degli assetti (e stabilità) in Africa ma anche Asia. Un’attenzione speciale è dedicata agli attacchi cyber alle filiere energetica, dei trasporti, finanza e servizi governativi, con un aumento del 22 per cento rispetto all’anno precedente. 

Ultimo aggiornamento: 2 Marzo, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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