Putin e le «crepe nel Cremlino»: la guerra logora lo Zar e le madri protestano

La portavoce di Mosca solleva un polverone

Lunedì 13 Marzo 2023 di Marco Ventura
Putin e le «crepe nel Cremlino»: la guerra logora lo Zar e le madri protestano

«Una guerra intestina investe la cerchia ristretta del Cremlino, che ormai ha rinunciato al controllo centralizzato dello spazio informativo russo. E Putin non è apparentemente in grado di mettere ordine. A confermarlo è Maria Zakharova, portavoce del ministro russo degli Esteri, Lavrov». Le poche righe riportate nel resoconto giornaliero del centro studi americano "Institute for the Study of War" gettano una luce inquietante sulle crepe che potrebbero essersi aperte nel sistema di potere di Putin e insinuano che lo Zar non abbia la forza di dettare la narrativa della guerra.
LE IMMAGINI
Un video del canale indipendente russo Telegram SOTA, diffuso dalla CNN, mostra la protesta delle madri di alcuni coscritti che sarebbero stati «costretti a unirsi ai gruppi d'assalto» ai primi di marzo nonostante avessero appena quattro giorni di addestramento. «I nostri figli, mobilitati, vengono inviati come agnelli al macello per assaltare le aree fortificate», dice una delle mamme che insieme alle altre chiede a Putin di non mandarli al massacro, toglierli dalla prima linea e fornire piuttosto «artiglierie e munizioni agli artiglieri». Una protesta in linea con le denunce del capo dei mercenari Wagner, Prigozhin, contro il ministro della Difesa, Shoigu, e gli alti vertici militari, e che ha annunciato di voler avviare una campagna di arruolamento tra i giovani dopo quella tra i detenuti, trasformando le milizie irregolari in un esercito parallelo para-ufficiale improntato all'ideologia ultranazionalista. Nel progetto rientra la candidatura di Prigozhin alla presidenza ucraina.
LE ANALISI
Intanto, i blogger militari non smettono di analizzare impietosamente gli errori e le presunte reticenze e lentezze della macchina militare di Mosca.

Questo il contesto nel quale si inseriscono le parole della Zakharova, che dopo qualche ora è costretta a smentire l'ISW, bollando la notizia come «l'ennesimo attacco informativo che va avanti da un anno, non sono che le ultime fake news». Ma il giallo rimane. Il think tank di Washington riferisce che la portavoce di Lavrov è intervenuta a Mosca l'11 marzo in un convegno di giornalisti, accademici e sostenitori della "Novorossiya" (il progetto revisionista imperiale di Putin) riguardo agli «aspetti pratici e tecnologici della guerra dell'informazione e cognitiva nelle realtà di oggi».

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La Zakharova avrebbe sostenuto che non è possibile replicare l'esperienza dell'Ufficio centrale sovietico per l'informazione e «centralizzare lo spazio informativo interno», causa lo scontro tra non meglio specificate "élites". L'ISW sottolinea l'importanza dell'ammissione, che confermerebbe le voci su un possibile deterioramento del regime di Putin e la complessità delle dinamiche di controllo dell'informazione. «C'è nel Cremlino uno scontro in atto tra membri chiave del cerchia di Putin, che col tempo ha ceduto lo spazio informativo russo a una varietà di attori semi-indipendenti e non sembra possa assumere azioni decisive per riprenderne prontamente il controllo». Strano che una portavoce esperta come la Zakharova lo abbia ammesso pubblicamente, osserva l'ISW.

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LA STRATEGIA
L'ipotesi è che volesse abbassare le aspettative dei blogger militari circa l'attuale possibilità per il Cremlino di «dare coerenza a una narrativa unificata, se non addirittura a una politica unica». Interessanti le fonti citate. Alcuni link non si aprono più, ma in un account di Veterani su Telegram si legge che la portavoce di Lavrov si è scontrata con Igor Ashmanov, ricchissimo imprenditore dell'Information Technology e intelligenza artificiale sposato alla prima moglie di Eugene Kaspersky (guru dell'intelligence sulla cybersecurity) e cofondatore del Partito della Grande Patria che coltiva il mito della Grande Russia. Era Ashmanov a incalzarla sull'approccio sovietico e la necessità di spiegare meglio, per esempio, lo scopo bellico della "denazificazione". «Maria Zakharova riferisce l'account dice che c'è una guerra di élite e insiste sul fatto che è impossibile farlo ora. Nessun dubbio che Maria ne sappia molto più di Igor di cucina interna, e non si tratta del fronte nel Donbass o vicino Belgorod». In discussione è il Cremlino. «E questo rende la cosa più triste. Se non c'è unità nell'élite, di quale vittoria possiamo parlare?». Il botta e risposta fra la Zakharova e Ashmanov è già di per sé uno scontro fra élites.

 

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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