Putin, in Russia vietato dire la parola «gay»: firmata legge contro promozione di «relazioni sessuali non tradizionali»

In occasione della cerimonia di annessione delle 4 regioni ucraine, il presidente russo disse: «Vogliamo che ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? Siamo completamente impazziti?»

Lunedì 5 Dicembre 2022
Putin firma la legge contro le «relazioni sessuali non tradizionali»: vietato dire la parola «gay»

Pesante stretta di Putin sulla libertà d'espressione della comunità Lgbt in Russia. Il presidente, riferisce la Tass, ha firmato la legge che proibisce anche tra gli adulti «la promozione» di quelle che vengono definite «relazioni sessuali non tradizionali».

In altre parole, sarà vietato anche solo pronunciare la parola «gay» in quanto - dal punto di vista di Putin - in contraddizione con i valori tradizionali e religiosi della Russia, messi a repentaglio dalle contaminazioni occidentali.

Russia, Putin firma la legge contro la «propaganda Lgbt»

In questo modo - affermano molti osservatori - si va verso l'allargamento della famigerata legge del 2013 che vieta la «propaganda Lgbt» tra i minori: una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali e che è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e lesiva del diritto alla libertà d'espressione.

Cosa prevede la nuova legge anti-gay

La nuova legge era stata approvata dalla Duma lo scorso 24 novembre. La normativa non introduce sanzioni penali ma amministrative contro i trasgressori, prevedendo pesanti multe per chi, attraverso siti internet, media, libri o film, sarà giudicato colpevole di volere diffondere la cultura gay. La legge intende punire la «propaganda delle relazioni non tradizionali», la diffusione di informazioni atte ad incoraggiare al cambio di sesso e la pedofilia. In quest'ultimo caso sono previste multe fino a 10 milioni di rubli (circa 160.000 euro), mentre per i primi due fino a 5 milioni.

Chiamando a raccolta il popolo russo nella sfida con l'Europa e gli Stati Uniti, Putin sottolinea regolarmente la necessità di difendere i valori tradizionali e religiosi della Russia dagli attacchi culturali di un Occidente decadente. Non a caso vi ha fatto riferimento anche durante il discorso al Cremlino per la cerimonia di annessione alla Federazione di quattro regioni ucraine, il 30 settembre scorso. «Vogliamo che in Russia ci siano il genitore 1 e il genitore 2 invece di mamma e papà? - si è chiesto in quella occasione - Siamo completamente impazziti?».

«Qui seguiamo un altro cammino», ha detto da parte sua il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, uno dei promotori del disegno di legge insieme a centinaia di deputati: «Dobbiamo pensare ai nostri bambini, alle nostre famiglie e al nostro Paese per preservare e proteggere i valori che i nostri genitori ci hanno trasmesso».

Libertà d'espressione a rischio

La nuova legge suscita tuttavia timori non solo tra gli attivisti per i diritti gay, ma anche nelle comunità letterarie ed artistiche. La normativa, afferma l'oppositore e critico Anton Dolin, citato dal sito Meduza, rischia di far mettere al bando anche classici del cinema che trattano il tema dell'omosessualità a partire addirittura dagli anni '20 del secolo scorso. Tra questi Dolin cita pellicole di registi quali Alfred Hitchcock, Federico Fellini, Wong Kar-wai e Gus Van Sant. Durante il dibattito era stata presa in esame anche l'ipotesi di considerare come reato penale la violazione ripetuta delle nuove norme, ma per il momento è stata lasciata cadere. Gli oppositori, tuttavia, temono che questa possa essere soltanto una soluzione temporanea.

Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 11:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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