Putin: poche armi, truppe nel caos. Al palo l'offensiva dei russi in Ucraina

Lo zar ha già perso 1.700 carri armati, capacità di combattere ridotta del 40%

Venerdì 17 Febbraio 2023 di Marco Ventura
Putin: poche armi, truppe nel caos. Al palo l'offensiva dei russi in Ucraina

Continuano i bombardamenti russi e i combattimenti a Bakhmut, nell'est dell'Ucraina. E il capo degli stati maggiori congiunti Usa, il generale Mark Milley, è convinto che «il conflitto può finire solo al tavolo dei negoziati, perché né l'Ucraina né la Russia saranno in grado di raggiungere i loro obiettivi e vincere». È impressionante il numero di vittime tra gli aggressori, e non dipende dal martellamento dell'artiglieria ucraina ma dalla strategia del Cremlino e del gruppo di mercenari Wagner: mandare ondate umane, una dopo l'altra, a cercare di sfondare con la massa d'urto della "carne da macello" le linee difensive di Kiev. Un assalto dopo l'altro. Stando a fonti dell'intelligence Nato, ogni progresso di 100 metri sul terreno nel Donbass costa oltre 2100 vite di soldati russi (200 ogni cento iarde). Numeri che in quasi un anno si sono tradotti in un drastico abbattimento del morale dei combattenti pro-Mosca e nella tentazione di usare la forza aerea, finora scarsamente impiegata e quindi pressoché intatta, che ha determinato gli ultimi rilevamenti di un insolito accumulo di jet ai confini con l'Ucraina. Ma il problema è che Putin stenta a usarla perché ogni Su-35 abbattuto significa 35 milioni di dollari che vanno in fumo.

Il punto è che la natura del conflitto, una guerra di logoramento stile '14-'18, ha finito col mettere in ginocchio l'esercito di Putin e pregiudicato, secondo le intelligence occidentali e gli ultimi rapporti dei think tank americani e britannici, la possibilità per i russi di scatenare sul serio la temuta "grande offensiva di primavera".

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Argomenta l'Institute for the Study of War di Washington che «la dispendiosa campagna militare russa ha probabilmente ridotto in modo significativo l'equipaggiamento e le riserve di uomini necessari a sostenere un attacco su larga-scala nell'Est dell'Ucraina». Il ministro della Difesa del Regno Unito, Ben Wallace, ha detto alla Bbc che l'intelligence di Sua Maestà non ha visto «ammassare una singola forza in grado di fare breccia in una grande offensiva», anche se i russi hanno concentrato in Ucraina «fino al 97 per cento del loro esercito». L'efficacia nel combattimento è scesa al 40 per cento. Pesa, soprattutto, l'incapacità russa di rimpiazzare i caduti con personale addestrato, e i veicoli meccanizzati a breve termine. L'International Institute for Strategic Studies di Londra, nella relazione annuale sulle forze in dotazione ai singoli Stati, osserva che la Russia ha perso la metà (il 52 per cento) dei suoi carri armati T-72B3 e T-72B3M, i più diffusi, e molti T-80, dovendo perciò ricorrere a sistemi più obsoleti. Secondo Wallace, addirittura i due terzi dei tank russi sarebbero distrutti o inutilizzabili. E sarebbero 1700, secondo l'Iiss, i carri armati persi da Mosca, ma per Henry Boyd, analista militare dell'Istituto, il sospetto è che il numero possa essere ben superiore, tra 2mila e 2300. Anche gli ucraini ne hanno persi, ma sono stati rimpiazzati da tank ex-sovietici di Polonia e Repubblica ceca. Alla situazione sul campo si aggiungono le difficoltà dell'industria militare russa, afflitta da una «critica debolezza» secondo lo stesso Cremlino. L'intelligence norvegese (Nis) ha notato che la Russia è tuttora in grado di produrre grandi quantità di armi leggere, missili e tank, ma deve fare i conti con le sanzioni internazionali e non può creare nuove linee di produzione, perché non ha gli operai qualificati.

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LE MUNIZIONI
Mancano pure le munizioni, sia ai russi che agli ucraini, e per questo Mosca deve rivolgersi a Paesi alleati come l'Iran. Kiev cerca di sfruttare il momento difficile per Mosca, invocando l'arrivo al più presto dei moderni carri armati Abrams 1, Challenger e, soprattutto, Leopard 2, che potrebbero fare la differenza. Proprio ieri si è saputo che rispetto al centinaio di carri armati promessi dagli alleati e ai due battaglioni "tedeschi", per ora la Germania riesce a mettere insieme solo mezzo battaglione di Leopard (su 31 solo 14, più 3 dal Portogallo). Nel frattempo, la difesa aerea ucraina fa sapere di avere abbattuto 6 palloni spia russi sopra Kiev. Un clima da guerra fredda se Zelensky, ieri, ha accusato la Russia di «voler costruire un muro in Ucraina, tra noi e l'Europa». E si è concluso un altro scambio di prigionieri, compresi 63 del battaglione Azov, per un totale di 101 per parte tra Russia e Ucraina. Ed è via libera dal Parlamento europeo a una risoluzione che chiede di «prendere in seria considerazione la fornitura di aerei da combattimento, elicotteri, sistemi missilistici e un aumento delle munizioni». Un rigo netto è invece tracciato dal segretario di Stato Usa, Antony Blinken, alla possibile controffensiva ucraina verso Melitopol, a sud. La linea rossa è la Crimea. «Non sarebbe una mossa saggia per gli ucraini spingersi a riconquistarla», avrebbe detto Blinken, citato da "Politico", a un gruppo di esperti. La reazione di Putin sarebbe a quel punto imprevedibile.

 

Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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