Putin: «Pene più dure a chi diserta o si arrende». Cina: «Evitare che il conflitto si allarghi»

Il presidente russo ha firmato un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare

Sabato 24 Settembre 2022
Putin, russi in fuga. L'Ue: favorire asilo per chi scappa Lituania contraria: «Noi non lo concederemo»
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Un abbraccio, un bacio, le lacrime per un saluto che potrebbe essere l'ultimo. Così le coppie russe si stanno separando, costrette dalla chiamata alle armi di Putin. Stazioni ferroviarie e posti di blocco dell'esercito sono diventati teatro di separazioni strappalacrime, che spesso coinvolgono giovani coppie e uomini che non vogliono combattere. Sono 730 le persone arrestate oggi in Russia durante le manifestazioni contro la mobilitazione parziale annunciata dal presidente russo.

Lo ha reso noto l'ong Ovd-Info spiegando di essere a conoscenza degli arresti effettuati in 32 diverse città della Russia, da San Pietroburgo alla Siberia.

Putin, pene più dure a chi diserta o si arrende

E di fronte a queste scene Putin mostra ancor di più il pugno duro. Il presidente russo ha firmato un pacchetto di emendamenti al codice penale relativo al servizio militare. La diserzione o la mancata comparizione alla leva è punita con la reclusione da cinque a dieci anni. Coloro che si arrendono volontariamente al nemico dovranno affrontare una pena detentiva fino a dieci anni. Inoltre, 15 anni di detenzione sono previsti per la diserzione durante la mobilitazione o la legge marziale, riporta la Tass.

 

Lavrov: Ue soggiogata da dittatura Usa

«La russofobia dell'Occidente è senza precedenti». Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov parlando all'Assemblea Generale dell'Onu. «Invece del dialogo dobbiamo affrontare la disinformazione e le bugie dell'Occidente che minano la fiducia nelle leggi internazionali e nelle istituzioni internazionali», ha aggiunto Lavrov. «A Washington c'è una dittatura e l'Europa è soggiogata». Ha aggiunto Lavrov. «La diplomazia è sostituita da sanzioni illegali. Gli Usa e alleati non danno libertà a nessuno, non è democrazia», ha attaccato. Lavrov ha poi definito la russofobia dell'Occidente «grottesca», accusando anche gli Usa di comportarsi «quasi come inviati di Dio in Terra». «Non si tirano indietro dal dichiarare l'intenzione di infliggere non solo una sconfitta militare al nostro Paese, ma anche di distruggere la Russia», ha aggiunto.

Cina: evitare che la guerra si allarghi

«Chiediamo alle parti in guerra in Ucraina di evitare che il conflitto si allarghi». Lo ha detto il ministro degli Esteri cinese Wang Yi parlando all'Assemblea Generale Onu. La Cina sostiene la risoluzione dei «problemi caldi in modo costruttivo seguendo il principio di non interferenza. Riguardo la guerra in Ucraina la priorità urgente sono negoziati pace e affrontare le legittime preoccupazioni sulla sicurezza di tutte le parti», ha aggiunto. Wang ha poi ribadito che serve una «soluzione pacifica della crisi», e parlando più in generale ha riaffermato più volte la necessità di «risolvere le dispute tramite dialogo e consultazioni», «cercare la cooperazione ed evitare il confronto».

Ue: c'è nuovo regime visti a russi

«Dal 12 settembre abbiamo un nuovo regime di visti per la Russia. Ciò significa che gli Stati membri possono ancora rilasciare visti ai cittadini russi, anche se con un processo più lungo e macchinoso. La Commissione ha adottato anche le linee guida che sostengono un approccio molto più restrittivo ai visti per scopi non essenziali», con cui «intendiamo avere coordinamento e promuovere soluzioni comuni a livello Ue. Questo è essenziale per preservare uno spazio Schengen forte e soprattutto la nostra unità». Lo sottolinea all'ANSA una portavoce della Commissione Ue, interpellata sul caso dei visti ai russi in fuga. Nelle prossime ore a Bruxelles verrà fatto il punto della situazione. «Lunedì si riunirà l'Ipcr (il gruppo di coordinamento delle crisi del Consiglio, l'Integrated Political Crisis Response) e martedì la rete Blueprint, che si occupa operativamente della preparazione alla risposta anti-crisi con tutti gli Stati membri dell'Ue e le agenzie per gli affari interni», spiega ancora la portavoce della Commissione.

L'Ue: favorire asilo a chi fugge dalla Russia

In un'intervista a Politico.eu il presidente del Consiglio europeo Charles Michel si è detto favorevole «in linea di principio» all'ipotesi che l'Europa apra le sue porte ai russi in fuga. Michel ha precisato che l'Ue dovrebbe mostrare «un'apertura a coloro che non vogliono essere strumentalizzati dal Cremlino». «In linea di principio penso che l'Unione Europea» dovrebbe «ospitare coloro che sono in pericolo a causa delle loro opinioni politiche. Se in Russia le persone sono in pericolo a causa delle loro opinioni politiche, perché non seguono questa folle decisione del Cremlino di lanciare questa guerra in Ucraina, dobbiamo tenerne conto», ha precisato Michel nella sua intervista.

La chiusura della Lituania

Un'apertura che si scontra però con la posizione dei paesi baltici che stanno chiudendo i confini. «La Lituania non concederà asilo a chi sta semplicemente scappando dalle responsabilità. I russi dovrebbero restare e combattere. Contro Putin». Scrive il ministro degli Esteri lituano, Gabrielius Landsbergis, in un tweet. La questione della gestione delle richieste di asilo dei disertori russi che stanno fuggendo dal proprio Paese dopo la chiamata alla mobilitazione del Cremlino sarà tra quelle sul tavolo della riunione per il meccanismo di risposta politica integrata convocata dalla presidenza ceca dell'Ue per lunedì.

Finlandia: numero ingressi raddoppiato

Dalla scorsa settimana è raddoppiato il numero di russi che vogliono attraversare il confine con la Finlandia. A dirlo, in un'intervista alla Bbc, è il prefetto della Carelia del Sud, Satu Sikanen. La Carelia del Sud, il cuo capoluogo è Lappeenranta, è una delle aree della Finlandia che ha il maggior numero di chilometri confinanti con la Russia. La situazione «è stabile e pacifica», e «ogni persona che attraversa la frontiera dalla Russia viene "controllata in maniera esauriente" per mitigare qualsiasi minaccia alla sicurezza, ha spiegato Sikanen confermando che Helsinki è intenzionata a mettere in campo "restrizioni significative" per il rilascio dei visti».

Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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