Putin, dalla trattativa (segreta) per il cessate il fuoco all'attacco alla Nato entro il 2025: qual è la nuova strategia di Mosca?

Lo scenario ipotizzato dalla Bild. Crosetto: "Tregua? Ci crederò quando non cadono più le bombe"

Domenica 24 Dicembre 2023 di Mario Landi
Putin, dalla trattativa (segreta) per il cessate il fuoco all'attacco alla Nato entro il 2025: qual è la nuova strategia di Mosca?

Uno scenario terribile, ma molto lontano. Il presidente russo Vladimir Putin, secondo quanto scrive il tabloid tedesco Bild, potrebbe lanciare un attacco a un Paese europeo nel periodo invernale dell'anno prossimo. Secondo lo scenario, che viene attribuito a fonti di intelligence del Vecchio continente, lo zar potrebbe prendere in considerazione la finestra rappresentata dalla transizione presidenziale Usa, tra novembre dell'anno prossimo e gennaio del 2025.

 

Putin e la guerra, gli scenari

Ma c'è un'altra versione però: il presidente russo ha «segnalato silenziosamente» di essere aperto a un cessate il fuoco in Ucraina nelle più recenti comunicazioni tramite canali non ufficiali.

Secondo quanto riporta il New York Times citando alcune fonti, Putin dallo scorso settembre avrebbe segnalato tramite intermediari di essere aperto a un cessate il fuoco che congeli i combattimenti lungo le attuali linee di scontro, ben al di sotto delle sue ambizioni di dominare l'Ucraina. Putin avrebbe segnalato l'aperura a un cessate il fuoco anche nell'autunno del 2022 indicando che la Russia era soddisfatta del territorio catturato ed era pronta a un armistizio. «L'interesse ripetuto di Putin a un cessate il fuoco è un esempio dell'opportunismo e dell'improvvisazione che hanno definito il suo approccio alla guerra dietro le quinte», osserva il New York Times riferendo di un Putin che manovra per ridurre i rischi e mantenere le opzioni aperte per una guerra la cui durata è maggiore delle sue attese. «Pur usando una impetuosa retorica pubblica, Putin ha telegrafato privatamente il desiderio di dichiarare vittoria e voltare pagina».

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Borrell: Putin vuole la vittoria finale

Il presidente russo Vladimir Putin «ha deciso di continuare le guerra fino alla vittoria finale». Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea Josep Borrell, intervistato da Guardian. Secondo Borrell, Putin «non può accontentarsi di un pezzo di Ucraina e lasciare che il resto dell'Ucraina appartenga all'Unione europea», non può «accontentarsi di una vittoria territoriale limitata». Per questo motivo, secondo l'altro rappresentante della politica estera europea, «non rinuncerà alla guerra, soprattutto non prima delle elezioni americane, che potrebbero presentargli uno scenario molto più favorevole. Dobbiamo quindi prepararci a un conflitto di alta intensità per molto tempo». L'Europa, secondo Borrell, deve guardare al «pericolo proveniente da una grande potenza che minaccia la nostra democrazia» e muoversi di conseguenza: «Se non cambiamo rapidamente rotta, se non mobilitiamo tutte le nostre capacità, lasceremo che Putin vinca la guerra in Ucraina» conclude l'alto rappresentante europeo.

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Cosa dice Crosetto

«Penso che i messaggi arrivati dalla Russia in questi due anni sono stati spesso contraddittori. Fin quando non sento Putin dire che vuole una tregua, che vuole cessare il fuoco, non ci credo. Poi più che annunciarlo, vorrei che ci fossero 24 ore prima, o 48 o 72 ore senza che i missili cadano sulla testa dei civili e dei militari ucraini. Come direbbe Boskov, credo in una tregua quando non cadranno le bombe». Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, commentando, nel corso della sua visita al contingente italiano a Camp Adazi, in Lettonia, le notizie di stampa che hanno riferito di un interesse del presidente russo ad un cessate il fuoco in Ucraina.

Il caso Prigozhin

«Come il braccio di destro di Putin ha fatto fuori Prigozhin». Si intitola così l'articolo del Wall Street Journal in cui, citando funzionari dell'intelligence occidentale e un ex agente dei servizi russi, si ricostruisce come il segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Nikolai Patrushev, «principale alleato del leader russo da decenni, abbia messo in moto l'assassinio dell'ammutinato capo delle forze mercenarie Wagner». Lo scorso agosto Yevgeny Prigozhin ed altri comandanti di Wagner sono rimasti uccisi nell'esplosione dell'aereo a bordo del quale viaggiavano. Secondo le fonti del Wsj, una piccola bomba era stata posizionata sotto l'ala dell'aereo di Prigozhin mentre il velivolo aspettava il momento del decollo sulla pista dell'aeroporto di Mosca. L'incidente è avvenuto due mesi dopo che, a seguito delle crescenti tensioni tra le forze di Wagner, diventate parte essenziale dell'offensiva in Ucraina, e il ministero della Difesa, Prigozhin era stato protagonista di un tentativo di ammutinamento, la «marcia della giustizia» delle sue forze verso Mosca, che si era fermata quando Alexander Lukashenko era riuscito a chiudere un accordo con i ribelli che permetteva il trasferimento delle forze di Wagner in Bielorussia e garantiva una, apparente, immunità a Prigozhin. In molti lo consideravano già in quei giorni, dopo il gesto di slealtà verso Putin, «un morto che cammina». Profezia rivelatasi esatta due mesi dopo.

La risposta di Kiev: «Fine guerra a nostre condizioni»

La Russia vorrebbe effettivamente porre fine alla guerra contro l'Ucraina il prima possibile. Ma la guerra deve terminare alle condizioni di Kiev e in conformità con il diritto internazionale. Lo ha dichiarato Andriy Yusov, rappresentante della Direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino (Gur), come riporta Rbc Ucraina. I commenti di Yusov arrivano dopo che il New York Times aveva riferito, citando alcune fonti, che il presidente russo Vladimir Putin avrebbe inviato «segnali» all'Occidente sul suo desiderio di congelare la guerra in Ucraina e avviare negoziati. Secondo Yusov, Mosca vuole davvero che la guerra finisca rapidamente, nonostante le dichiarazioni della propaganda russa. Questo è ciò che vuole anche l'Ucraina, ma alle sue condizioni e nel rispetto del diritto internazionale. «Certo, vorrebbero porre fine all'invasione il prima possibile. Il punto è a quali condizioni. In termini di interessi ucraini e di diritto internazionale: La Russia è un criminale e deve essere punita. L'Ucraina, ovviamente, è interessata alla fine di questa guerra genocida, ma con il ripristino della nostra integrità territoriale e la punizione dei criminali», ha concluso il rappresentante del Gur.

Ultimo aggiornamento: 25 Dicembre, 13:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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