A distanza di due anni dalla decisione di lasciare Londra, l'atmosfera tra il principe Harry e il suo paese natio è tutt'altro che serena. E l'ultima notizia che lo riguarda rappresenta l'ennesimo grattacapo per la regina Elisabetta, a ridosso di una settimana sufficientemente complicata. Proprio nei giorni scorsi la sovrana ha dovuto mettere al bando dalla vita pubblica, togliendogli i titoli militari e il diritto a essere chiamato Sua Altezza Real, il figlio Andrea, che dovrà difendersi a New York dall'accusa di aver abusato di Virginia Giuffre, ai tempi minorenne. E ora ecco un'altra gatta da pelare: presto Harry potrebbe diventare il primo membro della famiglia reale dell'età moderna a portare il Governo di Sua Maestà davanti all'Alta Corte di Londra. Attualmente il principe ha presentato un ricorso contro il ministero dell'Interno, l'Home Office, che ha rifiutato di fornire a lui, alla moglie Meghan e ai figli Archie e Lilibet la protezione di Scotland Yard durante la loro permanenza su suolo britannico.
William e Kate rassegnati alla rottura dei rapporti con Harry e Meghan: la Regina è in crisi
Prince Harry in legal fight to pay for UK police protection https://t.co/u5aM4K38dB
— BBC News (UK) (@BBCNews) January 16, 2022
La preoccupazione
Il duca di Sussex ha però chiesto al ministero dell'Interno inglese di poter nuovamente usufruire del supporto di Scotland Yard nel Regno Unito, precisando di essere disposto a pagarne il costo di tasca propria. Il motivo? I legali del principe hanno sottolineato come l'attuale scorta dei Sussex non abbia sufficiente giurisdizione all'estero e soprattutto non abbia accesso all'intelligence necessaria per proteggere lui, la moglie e i figli. Informazioni che invece la polizia inglese detiene. E il pericolo sarebbe concreto, stando agli avvocati, visto che la famiglia avrebbe già ricevuto «minacce estremiste e naziste ben documentate». In aggiunta, come hanno precisato i suoi portavoce, Harry è sesto in linea di successione al trono e ha combattuto in Afghanistan. «Il Regno Unito sarà sempre la casa del principe Harry e un paese in cui vuole che sua moglie e i suoi figli siano al sicuro. Se manca la protezione della polizia, il rischio diventa troppo grande», hanno aggiunto come rivelato dal Guardian. «L'obiettivo del Principe Harry è sempre stato molto semplice: assicurare la sicurezza per se stesso e la sua famiglia nel Regno Unito, cosicché anche i suoi figli possano conoscere il suo paese natale. Harry, hanno precisato, «non può tornare a casa» perché sarebbe troppo pericoloso. Molto più pericoloso rispetto agli Stati Uniti, dove non ci sono - al contrario dell'Inghilterra - gruppi di estremisti e mitomani arrabbiati contro i Sussex per la decisione che hanno preso di lasciare Londra.
Il nipote della regina si sta quindi ribellando al rifiuto dell'Home Office, definito «irragionevole, opaco e inconsistente». Per il portavoce dei Sussex, la decisione non ha preso sufficientemente in considerazione la posizione del principe, ha sminuito le minacce ricevute e le conseguenze di un eventuale attacco ai suoi danni - un membro della royal family - su suolo britannico. I suoi rappresentanti hanno aggiunto, inoltre, che il loro assistito si era già detto disposto a pagare la sicurezza durante l'incontro a Sandringham nel 2020. E anche in quell'occasione la sua offerta era stata rigettata.
La causa
Ora, però, di fronte a un altro rifiuto, Harry ha presentato ricorso ed è in attesa di responso. Se il caso dovesse proseguire ulteriormente, si finirebbe davanti all'Alta Corte di Londra. La preoccupazione secondo il team dei Sussex è più che motivata. Quando lo scorso luglio Harry si recò a Londra per l'inaugurazione della statua dedicata alla madre Diana, nel giorno di quello che sarebbe stato il suo sessantesimo compleanno, la sua auto fu inseguita dai fotografi e compromise la sua sicurezza. Un'immagine, quella dei paparazzi che lo assediano a tutta velocità, che da sempre lo ha ricondotto alla morte della madre, rimasta vittima di un incidente stradale nel tunnel dell'Alma a Parigi, il 31 agosto 1997, mentre il suo autista tentava di seminare i fotografi.
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