BRUXELLES Polonia e Bulgaria sono unite dal destino, ma la situazione degli approvvigionamenti energetici russi nei due Paesi è piuttosto diversa, con Varsavia che ha messo a punto una strategia a tappe serrate per rendersi autonoma da Mosca. La Polonia dipende infatti dalla Russia per poco più del 45% del suo fabbisogno (10 miliardi di metri cubi), la Bulgaria per oltre il 90% (3 miliardi di metri cubi).
Gas russo, l’embargo non c’è e le compagnie europee accendono il Conto K
Le fonti alternative
Un’autonomia che andrà via via consolidandosi proprio nei prossimi mesi: il contratto con Gazprom per le forniture attraverso il gasdotto Yamal-Europe (quello adesso interrotto dalla Russia) è in scadenza nella seconda metà dell’anno e non sarà rinnovato. Il governo polacco lo aveva messo in chiaro in tempi non sospetti, a fine 2021. Nel frattempo, infatti, Varsavia ha lavorato a fonti alternative: il 1° maggio entrerà in funzione il gasdotto Gipl con la Lituania, mentre a ottobre sarà operativo (ed entrerà a regime gradualmente) il Baltic Pipe, che collegherà la Polonia alle forniture della Norvegia, passando per la Danimarca, con una capacità di 10 miliardi di metri cubi di gas all’anno, abbastanza per rimpiazzare i flussi persi da Mosca.
Inoltre, il Paese è collegato alle infrastrutture energetiche degli altri Paesi della regione, dalla Germania alla Repubblica Ceca, da cui nel frattempo può continuare a ricevere gas. «Siamo uno dei pochi Paesi membri dell’Unione europea in grado di abbandonare del tutto i flussi russi», ha commentato la ministra polacca dell’Ambiente Anna Moskwa; e infatti Varsavia è tra gli Stati in maggiore pressing sulle istituzioni dell’Ue per accelerare sul fronte dell’embargo totale e immediato all’energia. A rafforzare la posizione della Polonia anche il livello di riempimento delle sue scorte sotterranee, che in avvio di estate - quando il metano serve soprattutto all’industria e non più al riscaldamento domestico - si attesta alla soglia record del 76% di capacità, il valore più alto fra i Ventisette. «Abbiamo le riserve necessarie a proteggere la nostra sicurezza energetica».