L'oleodotto azero potrebbe cambiare le sorti del petrolio per l'Europa. Il Kazakistan potrebbe vendere parte del suo greggio attraverso l'Azerbaigian a partire già da settembre, secondo quanto riportato da Euractiv, sito web specializzato nelle politiche dell'Unione europea. Baku sta infatti cercando alternative a una rotta che la Russia di Putin ha minacciato di chiudere.Petrolio, Kazakistan aggira il blocco di Putin: ecco come
La compagnia petrolifera statale del Kazakistan Kazmunaigaz (KMG) è in trattative avanzate con la SOCAR, società statale azerbaigiana, per consentire la vendita di 1,5 milioni di tonnellate all'anno di greggio kazako attraverso l'oleodotto azero, che fornisce petrolio al porto mediterraneo turco di Ceyhan. KMG e SOCAR, tuttavia, hanno per ora rifiutato di commentare. Le esportazioni di petrolio kazako rappresentano oltre l'1% delle forniture mondiali, ovvero circa 1,4 milioni di barili al giorno.
Il blocco di Putin e le alternative
Per oltre 20 anni il Kazakistan utilizzato l'oleodotto CPC al porto russo di Novorossiisk, nel Mar Nero, per vendere il petrolio. Ma a luglio un tribunale russo ha minacciato di chiuderlo. Così il governo kazako hanno iniziato a cercare alternative, che sono comunque meno semplici di quest'ultima. Altri 3,5 milioni di tonnellate all'anno di greggio kazako potrebbero poi iniziare a fluire nel 2023 attraverso un altro oleodotto azero fino al porto georgiano di Supsa, sul Mar Nero, secondo due fonti. Combinato con i flussi BTC, il volume equivarrebbe a poco più di 100.000 barili al giorno, ovvero l'8% dei flussi CPC.
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