​Perù, il presidente Castillo tenta l'auto-golpe: arrestato. La vice Dina Boluarte giura: «Voglio governo di unità nazionale»

Esautorato il parlamento che lo stava per destituire. Imposto il coprifuoco e dichiarato lo stato di emergenza

Mercoledì 7 Dicembre 2022
Perù, il presidente Pedro Castillo scioglie il parlamento. I media: «È un golpe»

Tentativo di golpe in Perù. Il presidente Pedro Castillo è stato arrestato dopo che il parlamento (sciolto poche ore prima da Castillo in un tentativo di autogolpe) ha votato la sua destituzione con una procedura d'emergenza. Il Congresso ha così accelerato un procedimento di impeachment per «incapacità morale» che aveva in calendario proprio oggi. Subito dopo è stata convocata la vicepresidente della Repubblica Dina Boluarte per la cerimonia di successione, come previsto dalla Costituzione.

La successione presidenziale fra il destituito presidente Pedro Castillo e la vicepresidente Dina Boluarte è la terza che avviene in Perù negli ultimi cinque anni.

Boluarte sarà la prima donna a insediarsi alla presidenza del Paese.

Le sue prime parole dopo il giuramento sono state un appello «all'unità di tutti i peruviani» e a una «tregua politica» con l'obiettivo di «dare vita ad un governo di unità nazionale». In un discorso di poco più di dieci minuti, e dopo aver ricevuto la fascia presidenziale dal presidente del Parlamento José William, la prima donna presidente del Perù ha sottolineato che «assumo l'incarico consapevole dell'enorme responsabilità che mi tocca». Con la «profonda convinzione» - ha poi detto - che «è imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell'inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno». «La mia prima misura - ha proseguito - sarà affrontare la corruzione in tutte le sue forme», perché questo cancro dev'essere estirpato«. Boluarte ha poi ringraziato «le Forze armate e la Polizia nazionale, che hanno dimostrato oggi di essere un pilastro della democrazia e chiedo loro di avere fiducia nel processo che stiamo inaugurando». Le ultime parole della presidente sono state dedicate a ricordare la sua origine umile e alla volontà di impegnarsi «affinché i 'nessunò e gli esclusi tornino ad avere un ruolo nel Paese».

 

«Respingo la decisione di Pedro Castillo di perpetrare la rottura dell'ordine costituzionale chiudendo il Congresso. Si tratta di un colpo di Stato che aggrava la crisi politica e istituzionale che la società peruviana dovrà superare con il rigoroso rispetto della legge», ha dichiarato la futura presidente che tra poco giurerà.

La procura peruviana ha fermato l'ormai ex presidente del Perù presso la sede della prefettura di Lima, dove si è recato con la sua famiglia e l'ex primo ministro Aníbal Torres dopo aver annunciato che avrebbe sciolto il parlamento, decretato un governo di emergenza e indetto nuove elezioni legislative.

Castillo, la giornata - In vista della possibile destituzione - terzo tentativo contro di lui in 16 mesi di mandato - stamani Castillo si era rivolto a sorpresa al Paese con un discorso alla nazionale in cui annunciava di aver deciso di sciogliere il Parlamento per preparare lo svolgimento di nuove elezioni entro nove mesi che permettessero la costituzione di un'Assemblea legislativa con poteri costituzionali. Immediata la reazione dell'opposizione, della maggior parte dei media e dei responsabili degli organi giudiziari, che hanno condannato l'annuncio del capo dello Stato definendolo un gesto disperato e «un golpe contro la democrazia peruviana».

In poche ore, la presidente del Consiglio Betssy Chavez e cinque ministri hanno rassegnato le dimissioni, così come hanno fatto il capo dell'esercito e alcuni ambasciatori, fra cui quelli alle Nazioni Unite e presso l'Organizzazione degli Stati americani. A fine mattinata ha abbandonato Castillo anche la vicepresidente Dina Boluarte, che in questo modo ha preservato le sue prerogative costituzionali. Infine, dopo alcune ore di incertezza, anche il comando congiunto delle forze armate e la polizia hanno diffuso un comunicato in cui hanno espresso fedeltà alla Costituzione, scaricando il capo dello Stato.

A quel punto il Parlamento ha deciso di anticipare la sessione prevista per la proposta di destituzione di Castillo, che ha avuto uno svolgimento rapidissimo, senza neppure un dibattito preliminare. I favorevoli alla mozione sono andati ben oltre le previsioni: su 130 membri del Parlamento, 101 si sono espressi per la destituzione contro sei contrari e dieci astensioni. A Lima e in numerose altre città peruviane la gente è scesa in strada in un clima di tensione e incertezza per possibili scontri fra i sostenitori di Castillo e militanti delle forze di centro-destra che lo hanno avversato fin dal primo giorno. Ma alla fine non sono stati segnalati episodi gravi, grazie anche ad una forte presenza di agenti a difesa dei luoghi sensibili. Castillo, maestro e sindacalista, si era insediato il 28 luglio 2021 battendo di stretta misura al ballottaggio Keiko Fujimori, leader della destra peruviana e figlia dell'ex presidente Alberto Fujimori.

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 09:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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