Pedofilia, il premio Nobel per la Pace, arcivescovo Carlos Filipe Ximenes Belo, abusò dei bambini a Timor Est

Mercoledì 28 Settembre 2022 di Franca GIansoldati
Pedofilia, il premio Nobel per la Pace, arcivescovo Carlos Filipe Ximenes Belo, abusò dei bambini a Timor Est
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Città del Vaticano – Rischia di diventare il più grande scandalo sessuale del Vaticano capace di trascinare con sé persino la santità di Giovanni Paolo II. Per anni e anni, l'arcivescovo Carlos Filipe Ximenes Belo, vincitore del Premio Nobel per la Pace, di Timor Est, ha abusato sessualmente di ragazzi poveri, approfittando della sua posizione di forza, come sostengono i sopravvissuti. Nel 2002 le prime denunce per pedofilia arrivarono in Vaticano e il caso venne insabbiato, il vescovo trasferito in Mozambico ma sempre a contatto con bambini di strada.

All’epoca del suo trasferimento in Africa in Segreteria di Stato c’erano il cardinale Angelo Sodano, alla Congregazione della Fede il cardinale Rartzinger ed erano gli ultimi anni del pontificato di Giovanni Paolo II, ormai malato ma sempre informato sulle cose più importanti.

L'arcivescovo nel 1996 insieme a José Ramos Horta ha ricevuto il Premio Nobel per la pace per l'impegno nel difficile scenario a Timor Est.


«Il vescovo mi ha tolto i pantaloni, ha iniziato a toccarmi e mi ha praticato del sesso orale», racconta Paulo ad un giornale olandese; la vittima oggi ha 45 anni e ha deciso di uscire allo scoperto. A far deflagrare il caso è il giornale olandese De Groener Amsterdammer a seguito di una inchiesta giornalistica durata anni. 

La vittima ha raccontato che il vescovo il mattino dopo gli diede dei soldi. «Ero un po' spaventato. Mi sentivo così strano». Paulo naturalmente si vergognava, finché non ha capito: «Non è colpa mia. Mi ha invitato lui. È il sacerdote. È un vescovo. Ci dà da mangiare e parla bene con me. Sta approfittando di questa situazione». 

Per decenni Paulo non ha raccontato a nessuno degli abusi compiuti da un vescovo che ha abusato della sua situazione di potere sui ragazzi che vivevano in povertà. Naturalmente era difficile per ragazzi disagiati accusare un vescovo potente e famoso, noto in tutto il mondo per il suo impegno per la pace a Timor Est, una bandiera del pacifismo e persino Premio Nobel. «Non mi avrebbero mai creduto». La Chiesa cattolica, tra l'altro, godeva di un immenso rispetto tra la popolazione. 

Nel novembre 2002 ad un tratto il vescovo Premio Nobel si dimette improvvisamente. Da quel momento, le voci sui presunti abusi sessuali cominciano a diventare un segreto di Pulcinella perché riguardavano anche altre vittime. La stampa locale inizia ad occuparsene ma la Chiesa locale fa muro. Il Nobel per la pace era un simbolo troppo grande da colpire. Nel frattempo il vescovo viene spostato in Mozambico. Il Papa lo solleva dall'incarico il 26 novembre 2002. Il Premio Nobel per la Pace spiega pubblicamente di soffrire di stanchezza sia fisica che mentale. Nel gennaio 2003, Belo lascia Timor Est, ufficialmente per curarsi in Portogallo. Dopo aver parlato con il prefetto dell'allora Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, il cardinale Crescenzio Sepe viene mandato a Maputo, in Mozambico.  

Il Vaticano interpellato sul caso ha fornito la seguente risposta: «la Congregazione per la Dottrina della Fede è stata interessata al caso per la prima volta nel 2019. Alla luce delle accuse ricevute sul comportamento del vescovo, nel settembre 2020 la Congregazione gli ha imposto alcune restrizioni disciplinari. Queste includevano limitazioni ai suoi movimenti e all'esercizio del suo ministero, il divieto di contatti volontari con minori, di interviste e contatti con Timor Est. Nel novembre 2021 queste misure sono state modificate e ulteriormente rafforzate. In entrambe le occasioni i provvedimenti sono stati formalmente accettati dal vescovo».

Nella risposta fornita dalla Santa Sede si fa riferimento al fatto che fu interessata al caso la COngregazione per la Dottrina della fede, senza spiegare se le notizie di presunti abusi furono arrivate ben prima del 2019 anche alla Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (l'ente dal quale dipendeva monsignor Ximenes Belo) e alla Segreteria di Stato. 

I dettagli della partenza di Ximenes Belo da Timor Est nel novembre 2002 non sono mai stati chiariti completamente dal Vaticano, e la questione da allora è diventata tabù nel Paese. Fonti ecclesiastiche di Timor Est, sentite dalla Lusa - l'agenzia di stampa portoghese - hanno spiegato che "nessuna vittima" ha denunciato di persona i presunti abusi, né presso la Nunziatura né presso la Chiesa di Timor Est, e non si ha notizia di alcuna denuncia alle autorità civili.

Tuttavia, le vittime indicate nell'articolo del giornale olandese indicano lo svolgimento di un'indagine di cui non si conoscono i contorni. Nel 2020, sempre nelle dichiarazioni rilasciate a Lusa, un alto esponente della Chiesa cattolica di Dili, che ha chiesto l'anonimato, si è rifiutato di rivelare se ci sia stata o meno una destituzione formale di Ximenes Belo da parte di Papa Giovanni Paolo II.

La stessa fonte ha fatto riferimento, tuttavia, a quelle che ha definito istruzioni  a mantenere un basso profilo, non viaggiare, non mostrare le insegne episcopali, avere un atteggiamento modesto. Parte del silenzio sul Premio Nobel per la Pace è dovuto, ha ammesso la stessa fonte, al fatto che la posizione del Vaticano sugli abusi sessuali nella Chiesa è cambiata sotto gli ultimi due papi, con l'adozione di una politica di "tolleranza zero".

Il 27 novembre 2002 il Vaticano attraverso L'Osservatore Romano si limitò ad informare che che il Santo Padre aveva accettato la rinuncia all'ufficio di Amministratore Apostolico Sede vacante et ad nutum Sanctae Sedis' di Dili (Timor Est), presentata Monsignor Carlos Felipe Ximenes Belo in conformità al Canone 401.2 del Codice di Diritto Canonico.

Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 16:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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