Parigi, il commesso eroe che ha salvato una decina di ostaggi nascondendoli nelle celle frigorifere

Domenica 11 Gennaio 2015 di Redazioneweb
Parigi, il commesso eroe che ha salvato una decina di ostaggi nascondendoli nelle celle frigorifere
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«Un eroe»: in Francia, stampa e social network rendono omaggio a Lassana Bathily, il commesso musulmano del supermercato kosher della Porte de Vincennes a Parigi che durante la strage ha avuto il coraggio e la freddezza di proteggere alcuni clienti nella cella frigorifera sotterranea del negozio mentre Amedy Coulibaly seminava sangue e terrore al piano terra. «Sono sceso nella cella frigorifera, ho aperto la porta, diverse persone sono entrate con me. Ho spento la luce e il congelatore. Li ho messi dentro, poi ho detto: Voi state calmi, io esco», racconta Lassana, di origini maliane, intervistato da BFM-TV. Il ragazzo ha quindi avuto l'idea di «uscire dal montacarichi e scappare all'esterno». «Ma gli altri - racconta - hanno avuto paura e non hanno voluto». Una volta salvo, fuori dal supermarket del terrore, un'altra azione meritevole: la consegna delle chiavi della saracinesca di ferro alle forze speciali del Raid. Un gesto che ha facilitato il buon esito del blitz. Il numero esatto di persone nascoste nella cella frigorifera non è noto.



Malik Yettou, consigliere municipale di Saint-Maurice (Val-de-Marne), parla di «sei persone con un bebè». BFM-TV evoca una quindicina di ostaggi. Secondo un'altra testimonianza, tuttavia, gli ostaggi nascosti nel sotterraneo sono poi stati costretti a tornare al piano terra.



«Una ragazza è scesa e ci ha detto di risalire, che altrimenti ci avrebbe ucciso tutti. Quando siamo risaliti abbiamo visto il tipo, aveva un giubbotto anti-proiettile, due kalashnikov, un coltello e una pistola», racconta Maria, visibilmente sotto shock. La donna ha raccontato anche che una cliente del negozio ha cercato di impossessarsi invano di una delle armi del terrorista. «C'è una cliente che era dietro di noi gli ha voluto prendere un'arma ma non è riuscita a sparare. Lui ha risposto sparandole in testa».



Una versione che suscita interrogativi, visto che secondo l'elenco diffuso oggi dal Crif - il consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche di Francia - le quattro vittime della strage all'Hyper-kacher sarebbero tutti uomini: Yoav Hattab, Philippe Braham, Yohan Cohen, Francois-Michel Saada. Quello di Lassana Bathily, è stato comunque un atto eroico, a cui la Francia rende oggi omaggio. Sui social network, c'è chi chiede di decorarlo con la Legion d'onore. «Quando gli ostaggi sono usciti, mi hanno ringraziato in tanti», racconta il ragazzo nella sua testimonianza. All'indomani della strage di Vincennes, escono anche nuove dichiarazioni postume del terrorista killer. Sono le 15 di ieri quando radio Rtl cerca di contattarlo all'interno del negozio: lui alza la cornetta, ma non risponde direttamente, poi riattacca male il telefono. Dall'altra parte del filo, i giornalisti cominciano a sentire (e registrare) la lunga 'arringà dell'assalitore agli ostaggi - quasi col tono di chi cerca di giustificarsi - con la retorica jihadista e la difesa dello Stato islamico, la cui azione è una vendetta contro la Siria e la coalizione occidentale presente in Mali, Iraq o Afghanistan.



«Devono smetterla di attaccare lo Stato islamico, devono smetterla di togliere il velo alle nostre donne, devono smetterla di mettere i nostri fratelli in prigione per nulla», spiega il terrorista, aggiungendo rivolto agli ostaggi: «Fate delle manifestazioni e dite di lasciare i musulmani tranquilli». E ancora: «Mai e poi mai riusciranno a sconfiggerci. Non ci sono mai riusciti. Allah è dalla nostra parte».



Poco dopo le 17, dallo stesso telefono si sente il terrorista raccolto in preghiera, come un ultimo rituale - dicono alcuni - prima di passare al massacro dei suoi ostaggi, una volta appresa dell'uccisione dei fratelli Kouachi nell'altro blitz della Seine-et-Marne.
Un segnale che indurrà le forze speciali a lanciare l'assalto








Fra i quattro ostaggi uccisi ieri dal terrorista Amedy

Coulibaly in un supermercato kosher a Parigi, c'era anche Yohav Hattab, 21 anni, tunisino. Hattab, ebreo di Tunisia, figlio del rabbino capo di Tunisi, si trovava da qualche tempo a Parigi per motivi di studio.
Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio, 12:49

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