"Serva bambina" torturata a morte
L'accusa: aveva rubato 70 centesimi

Sabato 11 Gennaio 2014
"Serva bambina" torturata a morte L'accusa: aveva rubato 70 centesimi
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Torturata e uccisa a dieci anni con l'accusa di aver rubato 10 rupie, poco pi di settanta centesimi. La drammatica fine di una bambina impiegata a Lahore come domestica ha sbigottito l'opinione pubblica in Pakistan e fatto lanciare un grido di allarme alle organizzazioni di difesa dei diritti umani che parlano di un atroce delitto che è solo «la punta dell'iceberg» nello sfruttamento nel Paese a tutti i livelli dei minori, in particolare di sesso femminile.



I precedenti. Negli ultimi anni le cronache pachistane si sono in effetti occupate di bambine sposate a forza ad uomini adulti (come Alina di 12 anni o Pathani di sette), oppure sequestrate e violentate, o utilizzate come kamikaze (Kainat di nove anni), o ancora date in pagamento dai padri per debiti di gioco (Shah Mina di 6 anni), o infine accusate di blasfemia (Rifta Masih di 11 anni).



Stipendio da fame. In quest'ultimo caso, la piccola Irum era stata mandata tre mesi fa da Zubada Bibi, madre vedova con tre figlie, a servizio presso «una famiglia bene» per toglierla dalla strada e contribuire in qualche modo a far quadrare il suo bilancio famigliare. Lo stipendio convenuto era di 3.000 rupie (poco più di 20 euro) al mese.



Legata e seviziata. I maltrattamenti, purtroppo, sono cominciati subito, ma una settimana fa si è materializzato il dramma. La padrona di casa, Nasira Mahmood, sospettandola di aver rubato 100 rupie (70 centesimi di euro), ha deciso di impartirle ad Irum una lezione esemplare con il consenso, e l'indifferenza, del marito Altaf e di un figlio di 16 anni, che hanno assistito con distacco e senza fiatare alla severa punizione. Si è scoperto che la bambina è stata legata ad una sedia, seviziata e poi ripetutamente e picchiata con un tubo del gas per due giorni, senza che nessuno intervenisse.



La morte e la confessione. Quando le sue condizioni sono apparse disperate, la famiglia Mahmood, come niente fosse, l'ha portata in ospedale dove però la bimba è arrivata già morta. Il sovrintendente di polizia Omer Riaz, che ha registrato una denuncia per omicidio dopo le dichiarazioni della madre della piccola, ha confermato che la padrona di casa ha rilasciato una dichiarazione dopo l'arresto, confessando candidamente tutto.



L'accusa di furto. Il marito, da parte sua, ha cercato di tamponare la situazione rivelando che sua moglie soffre di problemi mentali e che è in terapia presso un ospedale. Ma non ha negato l'accaduto: «Ci aveva più volte rubato soldi in passato e per questo avevamo proprio deciso di darle una lezione». La donna sarà presto processata. Ad inchiodarla, fra l'altro, c'è anche l'autopsia, che ha confermato che sul cadavere della piccola sono stati rinvenuti ben 23 segni di tortura.
Ultimo aggiornamento: 16:54

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