Omicron può "legarsi" ai topi. Allarmante studio danese: come la pandemia può peggiorare

Mercoledì 15 Dicembre 2021 di Mario Landi
Omicron può "legarsi" ai topi. Allarmante studio danese: come la pandemia può peggiorare
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La variante Omicron corre sempre più veloce e nel giro di poche settimane potrebbe diventare il ceppo dominante della pandemia Covid. Come se ciò non bastasse, uno studio danese in pre-pubblicazione su bioRxiv sostiene che il virus mutato è ora in grado di legarsi anche alle cellule dei roditori.

Per gli autori dello studio questo sarebbe «un importante cambiamento mutazionale» per il virus Sars-CoV-2. Secondo l'immunologo Kristian G. Andersen, lo studio ha scoperto che la variante Omicron può legarsi al recettore ACE2 nelle cellule dei roditori, recettore per altro utilizzato anche nel contagio delle cellule umane.

Gli studi precedenti

Gli scienziati che già si erano occupati di studiare la dinamica specifica dell'infezione, avevano finora osservato che le varianti con mutazioni Alfa e Beta potevano colpire anche i roditori, ma non con la probabilità rilevata dagli ultimi studi su Omicron.

Proprio quest'ultima variante infatti ha dimostrato una "capacità di ingresso" del virus nei topi mai vista prima e ciò potrebbe concorrere al diffondersi con maggiore velocità della variante. I dati dei ricercatori mostrano inoltre la maggiore affinità di Omicron nei confronti dell’ACE2 umano.

La variante potrebbe sfuggire agli anticorpi

Nei laboratori della VIR Biotechnology dove sono stati condotti questi esperimenti è stato utilizzato non il virus di Covid, ma virus simili al patogeno seppur non infettivi. Punto in comune chiave tra quanto utilizzato e il 'vero virus' a presenza della proteina Spike sulla loro superficie. Gli studi accurati su questa parte hanno mostrato l’impatto del profilo mutazionale di Omicron.

Ci sarebbero poi evidenze che la nuova variante abbia la capacità di sfuggire al riconoscimento degli anticorpi indotti dalla vaccinazione con due dosi, ma anche quelli creati da infezioni di precedenti varianti virali.

Un rischio incontrollato di circolazione di questa variante potrebbe quindi essere implementato proprio per la forte caacità di trasmissione tra gli animali. Ciò potrebbe provocare ulteriori mutazioni potenzialmente più pericolose per l'uomo nel caso di un salto di specie.

Possibile nuove impulso alla pandemia

Il rischio è quello che i topi possano incrementare la diffusione della nuova variante. Non sarebbe la prima volta nella storia che i roditori sono coinvolti nell'andamento di una epidemia; infatti questo sarebbe accaduto anche con il batterio responsabile della peste.

Ogni ondata di epidemia di peste dagli storici è spesso stata attribuita al proliferarsi della malattia "trasportata" dai roditori, che nei secoli scorsi vivevano a stretto contatto con gli abitanti delle città a causa delle scarse condizioni igieniche.

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Ultimo aggiornamento: 16 Dicembre, 16:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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