«Dopo l'aumento osservato durante la prima metà di marzo, il numero di nuovi casi di Covid-19» a livello globale «è diminuito per la seconda settimana consecutiva, con un calo del 16% dal 28 marzo al 3 aprile.
Nel periodo in esame, nelle 6 regioni Oms sono stati segnalati oltre 9 milioni di nuovi casi e più di 26mila nuovi decessi, che portano il bilancio da inizio pandemia a poco più di 489 milioni di contagi e oltre 6 milioni di morti. Tutte le regioni hanno registrato un calo sia dei casi sia dei decessi. Il maggior numero di nuovi positivi è stato riportato da Repubblica di Corea (2.058.375, -16%), Germania (1.371.270, -13%), Francia (959.084, +13%), Vietnam (796.725, -29%) e Italia (486.695, -3%). Il maggior numero di nuove morti è stato segnalato da Stati Uniti (4.435, -10%), Federazione Russa (2.357, -18%), Repubblica di Corea (2.336, -5%), Germania (1.592, +5%) e Brasile (1.436, -19%).
Omicron, Oms: «In molti Paesi ancora focolai significativi»
A livello europeo, dopo l'aumento dei casi osservato nella regione durante la prima metà di marzo - ricorda l' Oms - i nuovi contagi settimanali sono diminuiti per la seconda settimana consecutiva (-16%) a oltre 4,6 milioni, mentre i nuovi decessi hanno continuato a calare, a oltre 10mila (-15%). In 4 Paesi della regione i nuovi casi sono cresciuti del 20% o più, specie a Malta (+74%), in Uzbekistan (+28%) e Kirghizistan (+27%). Il numero maggiore di nuovi contagi è stato registrato da Germania (1.371.270, 1648,8/100mila, -13%), Francia (959.084; 1474,6/100mila, +13%) e Italia (486.695, 816,0/100mila, -3%). Ai primi posti per numero di morti riportate ci sono invece Federazione Russa (2.357, 1,6/100mila, -18%), Germania (1.592, 1,9/100mila, +5%) e Italia (966, 1,6/100mila, -4%).
«Dalla prima settimana del 2022, quando sulla piattaforma Gisaid è stato riportato il maggior numero settimanale di sequenze virali (284.061) - sottolinea l' Oms - il dato è diminuito progressivamente. Durante la 12esima settimana dell'anno, dal 21 al 27 marzo, sono state raccolte e inviate a Gisaid solo 65.381 sequenze, con una riduzione media del 12% nella raccolta settimanale e nella presentazione delle sequenze» di Sars-CoV-2, calcola l'agenzia ginevrina che la scorsa settimana aveva lanciato un allarme per questo calo, avvertendo i Paesi che la diminuzione dei tamponi rischiava di compromettere i sistemi di monitoraggio della pandemia a livello globale. Se infatti «la diminuzione delle sequenze è coerente con la tendenza complessiva nei nuovi casi osservati» nel mondo, l' Oms spiega che «può anche riflettere i cambiamenti nelle politiche di sorveglianza epidemiologica in alcuni Paesi, incluse variazioni nelle strategie di campionamento e sequenziamento, con una conseguente riduzione del numero complessivo di test e dunque un minor numero di casi rilevati».
VARIANTE XE - «Il ricombinante Xe è stato rilevato per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio e al 29 marzo sono state segnalate e confermate circa 600 sequenze». Se «prime stime suggeriscono che Xe ha un vantaggio di trasmissione del 10% rispetto a BA.2», la cosiddetta Omicron 2, «questo dato richiede un'ulteriore conferma». Lo ripete l'Organizzazione mondiale della sanità. Tecnicamente non una variante a sé, considerato che per ora, finché non emergeranno differenze significative nella contagiosità e nelle patogenicità del mutante, «il ricombinante Xe - ribadisce l'Oms - viene monitorato come parte della variante Omicron».