Novavax, vaccino a base proteica (con spike) «verso l'ok»: come funziona per rafforzare le risposte immunitarie

Giovedì 9 Dicembre 2021 di Graziella Melina
Novavax, vaccino a base proteica (con spike) «verso l'ok»: come funziona per rafforzare le risposte immunitarie
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Per proteggersi dal Covid, presto sarà possibile contare sull’efficacia di un nuovo vaccino. L’ente regolatorio europeo a breve autorizzerà infatti Novavax, un altro farmaco anticovid che ha dimostrato di essere sicuro ed efficace contro il sars cov 2. A differenza dei vaccini precedenti, ossia a rna messaggero (Pfizer e Moderna) o a vettore virale (Astrazeneca e Johnson and Johnson), Novavax è formulato a base proteica e contiene minuscole particelle ottenute da una versione prodotta in laboratorio della proteina spike (S) che, come noto ormai, è presente sulla superficie del sars cov 2.

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Novavax, come funziona il vaccino

Il nuovo vaccino, che arriverà presto anche in Italia, contiene anche un adiuvante, ossia una sostanza che aiuta a rafforzare le risposte immunitarie.

Il funzionamento su cui si basa Novavax è già consolidato e simile a quello di numerosi altri vaccini: dopo la somministrazione, il sistema immunitario della persona vaccinata riconoscerà le particelle proteiche come estranee e risponderà producendo le proprie difese naturali (ossia gli anticorpi e le cellule T). Ovvio quindi che se il soggetto vaccinato incorrerà poi nel sars cov 2, il sistema immunitario riconoscerà la proteina spike presente sulla superficie del virus e così potrà reagire e respingerla.

«Efficacia intorno al 90%»

Secondo gli esperti di Ema, i dati degli studi clinici di Novavax mostrano un’efficacia intorno al 90%. Il nuovo vaccino potrà essere somministrato per il momento solo dai 18 anni in su.

«Novavax ha due grandi vantaggi - spiega Mauro Pistello, ordinario di Microbiologia e Microbiologia clinica all’Università di Pisa e vicepresidente della Società italiana di Microbiologia - ha innanzitutto un’efficacia che è paragonabile ai vaccini a rna, anche se ovviamente sono testati con metodi leggermente diversi; e poi ha la possibilità di essere accettato con minori titubanze dai cosiddetti indecisi alla profilassi anticovid. Per questo vaccino, infatti, viene utilizzata una tecnologia già nota, usata da anni per i vaccini antinfluenzali. Viene cioè usata una proteina, ossia un pezzo del virus purificato, che viene somministrato con un adiuvante per indurre la risposta immunitaria. Dunque - rimarca Pistello - niente di più e di diverso del vaccino contro l’epatite b e contro il virus influenzale, e quindi niente di nuovo rispetto al 90 per cento dei vaccini con i quali già in passato noi tutti ci siamo protetti da diverse malattie».

Gli esperti, dunque, sono convinti che Novavax potrà affiancare gli altri farmaci anticovid con le stesse potenzialità e con risultati altrettanto validi. «È certamente un buon vaccino - ribadisce Pistello - e credo che se fosse stato prodotto prima degli altri avrebbe monopolizzato il mercato e avrebbe in qualche modo sminuito molti degli argomenti che i no vax avevano proposto, visto che si tratta di una tecnologia consolidata. Anche l’adiuvante che viene usato è utilizzato in altri vaccini».

Copertura di possibili varianti Covid

Per la copertura di possibili varianti, bisognerà però attendere nuovi studi. «Rispetto ai vaccini a rna - precisa Pistello - sulla carta questo è più difficoltoso da aggiornare perché va in qualche modo rivisto tutto il processo». Anche secondo Filippo Drago, ordinario di farmacologia dell’Università di Catania e componente della task force sul Covid della società italiana di Farmacologia, Novavax è un farmaco promettente: «È un vaccino diverso da Pfizer e Moderna - conferma - ha infatti una tecnologia più tradizionale, e rappresenta sicuramente una alternativa e un’opportunità in più. Sappiamo infatti che gli studi clinici hanno dimostrato una risposta anticorpale efficiente. Non dimentichiamo poi che - rimarca Drago - potrebbe essere comunque una buona opzione terapeutica anche per la cosiddetta eterologa, che rafforza la risposta immunitaria. Quindi Novavax potrebbe essere insomma uno strumento in più per chi ha fatto Pfizer o Moderna nel primo ciclo vaccinale».

Dopo l’approvazione di Ema e successivamente quella di Aifa, l’agenzia italiana del farmaco, Novavax si aggiungerà quindi alla lista dei vaccini destinati alla popolazione. Per l’approvvigionamento delle dosi, i paesi europei avevano giocato d’anticipo. Grazie ad un accordo stipulato dalla Commissione europea, gli Stati membri spettano fino a 100 milioni di dosi del vaccino Novavax, con un'opzione per ulteriori 100 milioni di dosi nel corso degli anni 2021, 2022 e 2023. Sebbene sia arrivato dopo un anno dall’inizio della profilassi mondiale, quando ormai le altre industrie farmaceutiche avevano già messo a punto un proprio farmaco contro il sars cov 2, Novavax è comunque prodotto da una società di biotecnologie specializzata da tempo nello sviluppo di vaccini contro gravi malattie infettive.

 
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Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 16:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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