Nipah, paura in India: il virus dei pipistrelli uccide un bambino, centinaia in isolamento

Martedì 7 Settembre 2021
Nipah, paura in India: il virus dei pipistrelli uccide un bambino, centinaia in isolamento

Allerta sanitaria in India per la diffusione del virus Nipah che ha causato la scorsa domenica la morte di un bambino di 12 anni. Sono 150 i suoi contatti, tra primari e secondari, posti in quarantena. Il Nipah è una zoonosi che si diffonde dagli animali all'uomo ed è più mortale del Covid-19.

Al momento non ci sono farmaci o vaccini specifici per l'infezione. 

Virus Nipah, allarme in India: mortalità superiore al Covid

In India è stata lanciata un'allerta sanitaria nei distretti di Kozhikode, Malappuram e Kannur per la minaccia del virus Nipah, un virus zoonotico (si trasmette dagli animali all'uomo) e può essere trasmesso anche attraverso alimenti contaminati o direttamente tra le persone. Lo stato meridionale del Kerala sta rapidamente intensificando gli sforzi per fermare un potenziale focolaio del micidiale virus Nipah. 

Domenica un ragazzo di 12 anni è morto in un ospedale privato a Kozhikode, dopo essere stato infettato. Il ragazzo presentava sintomi di encefalite e miocardite, rispettivamente infiammazione del cervello e dei muscoli cardiaci, riporta il The Indian Expess. Gli esperti hanno avviato la ricerca dei contatti e l'isolamento di centinaia di persone venute in contatto con il giovane.

Il ministro della salute Veena George che i test di otto contatti primari della vitima sono risultati negativi.  «Che questi otto contatti immediati siano risultati negativi è un grande sollievo», ha dichiarato. Un totale di 48 persone, comprese quelle risultate negative, vengono tenute sooto controllo ora in un ospedale. I funzionari effettueranno la sorveglianza porta a porta per identificare altri casi. 

Nipah, i focolai passati 

Il virus Nipah si può manifestare dall'infezione asintomatica (subclinica) alla malattia respiratoria acuta e all'encefalite fatale, si legge sul sito dell'Oms. «Il virus può anche causare gravi malattie in animali come i maiali, con conseguenti perdite economiche significative per gli agricoltori. Sebbene il virus Nipah abbia causato solo pochi focolai noti in Asia, infetta una vasta gamma di animali e provoca gravi malattie e morte nelle persone, il che lo rende un problema di salute pubblica».

Il virus Nipah è stato riconosciuto per la prima volta nel 1999 durante un'epidemia tra gli allevatori di suini in Malesia. Dal 1999 non sono stati segnalati nuovi focolai in Malesia. L'infezione è stata rilevata anche in Bangladesh nel 2001 e da allora si sono verificati focolai quasi annuali in quel paese. La malattia è stata identificata periodicamente anche nell'India orientale.

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Trasmissione

«Durante il primo focolaio riconosciuto in Malesia, che ha colpito anche Singapore, la maggior parte delle infezioni umane è derivata dal contatto diretto con maiali malati o con i loro tessuti contaminati», scrive l'Oms. «Si pensa che la trasmissione sia avvenuta attraverso l'esposizione non protetta alle secrezioni dei maiali o il contatto non protetto con il tessuto di un animale malato».

«Nelle successive epidemie in Bangladesh e in India, il consumo di frutta o prodotti a base di frutta (come il succo di palma da dattero crudo) contaminati con urina o saliva di pipistrelli della frutta infetti è stata la fonte più probabile di infezione».

Attualmente non ci sono studi sulla persistenza virale nei fluidi corporei o nell'ambiente, compresi i frutti ma è stata segnalata anche la trasmissione da uomo a uomo del virus Nipah tra i familiari e gli operatori sanitari dei pazienti infetti.

«Durante le successive epidemie in Bangladesh e in India, il virus Nipah si è diffuso direttamente da uomo a uomo attraverso lo stretto contatto con le secrezioni e le escrezioni delle persone. A Siliguri, in India, nel 2001, la trasmissione del virus è stata segnalata anche all'interno di un ambiente sanitario, dove il 75% dei casi si è verificato tra il personale ospedaliero o i visitatori. Dal 2001 al 2008, circa la metà dei casi segnalati in Bangladesh era dovuta alla trasmissione da uomo a uomo attraverso l'assistenza ai pazienti infetti».

Sintomi

Le manifestazione del virus nell'uomo vanno dall'infezione asintomatica all'infezione respiratoria acuta (lieve, grave) e all'encefalite fatale. Le persone infette inizialmente sviluppano sintomi tra cui febbre, mal di testa, mialgia (dolore muscolare), vomito e mal di gola. Questo può essere seguito da vertigini, sonnolenza, alterazione della coscienza e segni neurologici che indicano encefalite acuta. Alcune persone possono anche sperimentare polmonite atipica e gravi problemi respiratori, tra cui difficoltà respiratoria acuta. Encefalite e convulsioni si verificano nei casi più gravi, e progrediscono fino al coma entro 24-48 ore. 

Si ritiene che il periodo di incubazione (intervallo dall'infezione all'insorgenza dei sintomi) sia compreso tra 4 e 14 giorni. Tuttavia, è stato riportato un periodo di incubazione fino a 45 giorni. Secondo l'Oms la maggior parte delle persone che sopravvivono all'encefalite acuta guarisce completamente, ma nei sopravvissuti sono state riportate condizioni neurologiche a lungo termine. Circa il 20% dei pazienti ha conseguenze neurologiche residue come disturbi convulsivi e cambiamenti di personalità. Un piccolo numero di persone che guariscono successivamente recidiva o sviluppa encefalite a insorgenza ritardata.

Il tasso di mortalità del virus è stimato tra il 40% e il 75%. Questo tasso può variare a seconda dell'epidemia a seconda delle capacità locali per la sorveglianza epidemiologica e la gestione clinica. Una percentuale molto più alta rispetto al Covid-19. Secondo i dati dell'ISS in Italia, ad esempio, il tasso di mortalità Covid è stato «complessivamente del 4,3%, con appunto ampie variazioni nelle diverse fasi dell’epidemia: 6,6% durante la prima fase (febbraio-maggio, 1,5% nella seconda fase (giugno-settembre) e 2,4% tra i casi diagnosticati nel mese di ottobre».

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Trattamento

Al momento non ci sono farmaci o vaccini specifici per l'infezione da virus Nipah, sebbene l'OMS abbia identificato il Nipah come una malattia prioritaria per il progetto di ricerca e sviluppo dell'OMS. Si raccomanda una terapia di supporto intensiva per il trattamento di gravi complicanze respiratorie e neurologiche.

Origine del virus: pipistrelli della frutta

I pipistrelli della frutta della famiglia Pteropodidae – in particolare le specie appartenenti al genere Pteropus – sono gli ospiti naturali del virus Nipah. Focolai del virus Nipah nei maiali e in altri animali domestici come cavalli, capre, pecore, gatti e cani sono stati segnalati per la prima volta durante l'epidemia malese iniziale nel 1999.

Il virus è altamente contagioso nei suini. I maiali sono infettivi durante il periodo di incubazione, che dura da 4 a 14 giorni: un maiale infetto non può presentare sintomi, ma alcuni sviluppano una malattia febbrile acuta, respiro affannoso e sintomi neurologici come tremori, contrazioni e spasmi muscolari. In genere, la mortalità è bassa tranne che nei suinetti giovani. Questi sintomi non sono molto diversi da altre malattie respiratorie e neurologiche dei suini. Il virus Nipah dovrebbe essere sospettato se i suini hanno anche un'insolita tosse che abbaia o se sono presenti casi umani di encefalite.

Ultimo aggiornamento: 8 Settembre, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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