Covid, secondo uno studio pubblicato sulla rivista mBio, i milioni di topi che popolano le strade di New York City potrebbero rappresentare una minaccia, in quanto veicolo del Covid. Mentre il passaggio del virus dagli animali all'uomo non è mai stato verificato, i ricercatori hanno scoperto che i roditori sono molto sensibili al virus e a tutte le sue varianti. Il team dietro lo studio ha esaminato 79 ratti nell'autunno del 2021, trovati principalmente nei parchi di Brooklyn, e tredici di loro (16,5%) sono risultati positivi. Espandendo il tasso di positività alla popolazione di roditori di tutta New York (circa 8 milioni), i ricercatori hanno ipotizzato che circa 1,3 milioni di topi potrebbero essere infetti. Ciò che preoccupa gli scienziati è che i roditori non solo possano contagiare le persone ma che possano diventare un veicolo di sviluppo di nuove varianti.
Lineker sospeso dalla BBC dopo paragone governo Sunak-nazisti: la solidarietà dei colleghi https://t.co/pYfvYfpGze
— Il Messaggero (@ilmessaggeroit) March 11, 2023
Covid nei topi, possibile il passaggio all'uomo?
Lo studio è stato avviato nell'autunno del 2021, quando «l'U.S. Department of Agriculture (USDA) Animal and Plant Health Inspection Service ha prelevato degli esemplari di ratto grigio (Rattus norvegicus) a New York per cercare prove di infezione da SarsCoV2», spiega in una nota uno degli autori dello studio, Tom DeLiberto. I test eseguiti dai ricercatori hanno rilevato che, dei 79 animali analizzati, 13 avevano anticorpi che dimostravano un'infezione da SarsCov2: in 9 di essi si trattava di un'infezione passata, mentre in 4 era ancora in corso. I test molecolari eseguiti su questi ultimi hanno mostrato che a causare l'infezione era un ceppo di virus che era diffuso in Usa circa un anno prima. Gli animali sono risultati però potenzialmente suscettibili anche alle varianti Delta e Omicron. La preoccupazione dei ricercatori è che il virus possa circolare in maniera silente nei ratti e poi tornare, magari in forma mutata, all'uomo. «I nostri risultati evidenziano la necessità di un ulteriore monitoraggio di SarsCoV2 nelle popolazioni di ratti per determinare se il virus circola negli animali e si sta evolvendo in nuovi ceppi che potrebbero rappresentare un rischio per l'uomo», afferma il primo firmatario dello studio Yang Wang. «Il virus SarsCov2 rappresenta una tipica sfida 'One Health' che richiede approcci collaborativi, multisettoriali e transdisciplinari per essere compresa appieno», conclude.
Come prendersi cura del cervello e mantenerlo giovane. Maira: «No ad eccessi e pigrizia»
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout