Il guanto di sfida è lanciato. L'Armenia rifiuta di partecipare alle esercitazioni congiunte con la Russia e preparerà, invece, quelle con la Nato.
L'esercitazione
L'esercitazione "Defender 2023" inizierà il 22 aprile. Si svolgerà sotto la guida degli Stati Uniti sul territorio di 10 paesi europei e durerà in tutto 2 mesi. Riuniranno 9.000 membri del servizio dagli Usa e 17.000 membri del servizio da 26 paesi europei e post-sovietici. Il vice segretario stampa del Pentagono, Sabrina Singh, ha dichiarato in una conferenza stampa che Washington voleva mostrare agli europei la sua capacità di proteggerli da ogni tipo di aggressione. Pertanto, le manovre menzionate sono incentrate sul dispiegamento strategico (trasferimento) di forze e mezzi con sede negli Stati Uniti (7.000 pezzi di equipaggiamento), nonché sull'uso delle scorte militari statunitensi esistenti in Europa (13.000 pezzi di equipaggiamento) in collaborazione con altri Stati.
Armenia will take part in NATO military exercises.
They start on April 22. Approximately 9,000 US troops and about 17,000 from 26 allied and partner nations will participate in these exercises.
A member of the CSTO is getting closer to NATO, the Kremlin once again “beat”… pic.twitter.com/QA7XPMMGv9— Malinda 🇺🇸🇺🇦🇵🇱🇨🇦🇮🇹🇦🇺🇬🇧🇬🇪🇩🇪🇸🇪 (@TreasChest) April 6, 2023
Il disappunto verso Mosca
Erevan ha mostrato attivamente il suo disappunto a Mosca nell'ultimo periodo. Membro dell'allenza militare CSTO (l'Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva di cui fa parte anche la Russia), si era rifiutata con aria di sfida di condurre esercitazioni congiunte sul suo territorio, considerandole una minaccia alla sicurezza nazionale. Il capo del governo armeno, Nikol Pashinyan, e il suo entourage sono diventati molto vicini ai circoli anti-russi in Europa e negli Stati Uniti, tanto che hanno persino iniziato a cercare di screditare gli sforzi di mantenimento della pace del presidente russo Vladimir Putin. E infine, di recente, la Corte Costituzionale dell'Armenia ha riconosciuto gli obblighi sanciti dallo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale (CPI) come corrispondenti alla Legge Fondamentale del Paese.
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