Il super-missile Kinzhal di Putin è un avvertimento alla Nato: prima volta per l’ipersonico

Il razzo può portare testate nucleari. Londra: una Norimberga per Putin

Domenica 20 Marzo 2022 di Mauro Evangelisti
Kinzhal, il super-missile sull Ucraina è un avvertimento alla Nato

Quando il 24 febbraio Putin ha ordinato l’invasione dell’Ucraina tutto era cominciato come la rassicurante denominazione di «operazione militare speciale». Più di tre settimane dopo, i russi hanno annunciato di avere lanciato missili ipersonici, hanno spedito a Mariupol i brutali soldati ceceni del signore della guerra Kadyrov che urlano “Allah akbar”, stanno chiamando altre milizie anche dalla Siria, hanno bombardato in modo intenso la città di Mikolaiv dove non riescono a sfondare, colpendo obiettivi militari ma anche civili, minacciano ogni giorno Kiev e distruggono palazzi dei quartieri residenziali.

L’operazione militare speciale, usando il brand scelto dai creativi di Putin, doveva esaurirsi in pochi giorni, si sta trasformando in una guerra lunga e sfibrante che sta causando distruzione, vittime tra civili e militari ucraini, ma anche nell’esercito russo. Muoiono giovanissimi soldati spediti dalle regioni dell’estremo oriente della Russia, ma anche i generali (ieri la conferma del quinto, Andry Mordvichev). E c’è anche un costo economico elevato per la Russia, determinato non solo dalle sanzioni, ma delle spese per la guerra: il missile ipersonico Kinzhal rappresenta la tecnologia più sofisticata e dispendiosa che ha a disposizione l’esercito russo. Evidente il significato di avvertimento, il monito, che c’è dietro questa azione, rivolto non solo agli ucraini, ma anche alla Nato.

Mostrare i muscoli.

Missile ipersonico Kinzhal, cos'è: la super arma di Putin invisibile ai radar (e che può portare testate nucleari)

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Ha spiegato il portavoce del ministero russo della Difesa, Igor Konashenkov: «Il sistema missilistico dell’aviazione Kinzhal con missili aerobalistici ipersonici ha distrutto un grande magazzino sotterraneo contenente missili e munizioni aeronautiche nel villaggio di Deliatyn, nella regione di Ivano-Frankivs». Siamo a un centinaio di chilometri dal confine con la Romania. I missili Kinzhal sono stati lanciati da caccia Mig-31. Furono sviluppati all’inizio del decennio scorso e sperimentati quattro anni fa, possono raggiungere una velocità pari a mach 10, hanno una gittata massima di 2.000 chilometri e possono trasportare testate nucleari. Sono difficili da intercettare per i sistemi di difesa missilistica perché possono viaggiare con una traiettoria molto più bassa rispetto ai missili balistici. Russia e Cina hanno investito molto su questo tipo di armi e il fatto che ieri Mosca abbia deciso di utilizzarle è allo stesso tempo una dimostrazione di forza e l’ammissione che la fine delle operazioni militari in Ucraina non è dietro l’angolo. Se Putin si dimostra ancora più determinato, nel Regno Unito si usano toni sempre più preoccupati e fermi.

Boris Johnson, parlando alla conferenza dei Conservatori a Blackpool, ha detto: «L’invasione dell’Ucraina è un barbaro attacco contro civili innocenti, come non se ne vedevano dagli anni Quaranta. Un successo russo in Ucraina significherebbe la fine di ogni speranza di libertà in Moldova e Georgia. Ci sono persone nel mondo, anche nei governi occidentali, che pensano sia meglio mettersi d’accordo con i tiranni. Credo abbiano profondamente torto. Normalizzare i rapporti con Putin dopo quanto è successo, come abbiamo fatto nel 2014, significherebbe ripetere lo stesso errore. Putin non crede affatto che l’Ucraina sarebbe entrata nella Nato né a quella roba semi mistica sulle origini del popolo russo... quel mix di Nostradamus e Wikipedia russa. Penso che tema l’Ucraina perché lì ci sono libera stampa e libere elezioni». E nel Regno Unito c’è chi va persino oltre: 140 personalità (accademici, politici, giuristi ma anche due ex primi ministri, Gordon Brown, laburista, e John Major, conservatore), hanno firmato un appello che chiede per Putin e il suo entourage un nuovo tribunale internazionale con ampi poteri, simile a quello del processo di Norimberga. Proprio venerdì il presidente Usa, Joe Biden, aveva risposto «sì» a chi gli chiedeva se considerasse Putin un criminale di guerra.

 

Secondo il ministero della Difesa ucraino fino ad oggi «la Russia ha effettuato 1.403 attacchi aerei e ha lanciato 459 missili contro l’Ucraina». Da Mykolaiv, dove gli ucraini stanno resistendo in modo sorprendente all’avanzata da est delle forze russe, impedendo così la presa di Odessa, giunge un bilancio sempre più pesante sulle vittime: sono una ottantina i giovani soldati di leva morti nel bombardamento di una caserma avvenuto venerdì, secondo quanto verificato dall’inviato della tv belga Vtm. L’esercito ucraino, che ha anche provato una contro offensiva per riprendere Kherson, ha fatto esplodere un ponte ferroviario nell’area sud, usato dai russi per portare rifornimenti. E se a Kiev la situazione è in fase di stallo (anche ieri si è parlato di 7 morti nella regione a causa dei bombardamenti) è proprio lungo la costa del mar Nero che è in gioco un capitolo importante di questa guerra: fino a quando Mykolaiv resiste, per i russi sarà difficile prendere Odessa.

Ultimo aggiornamento: 13:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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