Migranti, scontro Francia-Italia, Meloni tiene il punto: Parigi ora chieda scusa

Per Palazzo Chigi la nota dei francesi non basta: il disgelo è ancora lontano. Le premesse dello scontro quando l’Eliseo ha inviato 150 poliziotti in più a Ventimiglia

Venerdì 5 Maggio 2023 di Francesco Malfetano
Migranti, scontro Francia-Italia, Meloni tiene il punto: Parigi ora chieda scusa

L’affondo? «Incomprensibile».

Il tentativo di rimediare? «Non sufficiente». Palazzo Chigi non ha alcuna intenzione di lasciar passare in cavalleria le dichiarazioni del ministro dell’Interno francese Gérald Dermanin. Nonostante l’iniziale volontà di «non drammatizzare troppo» quella che a primo impatto attorno alla premier Giorgia Meloni veniva liquidata come una «questione di politica interna francese», con il passare delle ore (mentre il Consiglio dei ministri è slittato per la difficoltà di trovare una quadra sulle nomine) lo scontro tra Roma e Parigi è andato incancrenendosi. 


Alla telefonata conciliante ma ufficiosa intercorsa tra il ministro degli Esteri Antonio Tajani e l’omonima transalpina Catherine Colonna (che secondo fonti governative italiane avrebbe avuto un «pesante confronto» con Dermanin) non ha fatto seguito né un confronto tra la premier ed Emmanuel Macron, né una netta presa di posizione da parte dell’Eliseo o comunque da parte del governo francese. 


LA NOTA
Palazzo Chigi in pratica non ha affatto apprezzato il comunicato del Quai d’Orsay - la Farnesina parigina - che pur rimarcando il «rispetto reciproco» tra i due Paesi e lo «spirito di solidarietà» che li lega nella gestione della «dimensione esterna della migrazione», non solo ha evitato di prendere espressamente le distanze da Dermanin ma non ha neppure lasciato intendere una qualche formulazione delle scuse considerate necessarie. «Sarebbero bastate davvero poche parole» la riflessione più in voga tra i diplomatici italiani. Da qui la decisione, rimandata fino all’ultimo minuto, di annullare la visita di Tajani a Parigi prevista in serata e, contestualmente, di affidare ai canali social dello stesso vicepremier uno statement ufficiale molto duro. «Offese inaccettabili. Non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni» si legge sul Twitter del ministro. 


L’uscita risponde alla ferma intenzione dell’esecutivo di fare in modo che i francesi rendano conto di uno «scivolone» che, al di là delle prime avvisaglie costituite dall’invio da parte di Parigi di 150 poliziotti al confine, era considerato del tutto inatteso dalla controparte italiana. Specie perché arrivato in una fase in cui i rapporti, anche personali, tra la premier e Macron venivano considerati «a dir poco ottimi» dopo il lungo e solitario faccia a faccia tenuto all’hotel Amigo di Bruxelles a margine dell’ultimo Consiglio europeo. Non a caso, secondo uno dei ministri più vicini alla premier, il prossimo passo di palazzo Chigi sarà chiedere espressamente chiarimenti all’Eliseo. «Dovrà scusarsi Macron o chi per lui» ragiona. Poco importa se dalle dichiarazione di Dermanin traspare in realtà la solita “improvvida” associazione tra Meloni e Marine Le Pen (alleata di Matteo Salvini mal digerita da FdI e FI) che in Francia è usuale, soprattutto quando iniziano ad avvicinarsi degli appuntamenti elettorali. 


IL COLLE
A voler evitare nuove polemiche e strumentalizzazioni pare invece essere il Colle. A dispetto del precedente incidente di novembre scorso quando l’Eliseo attaccò l’Italia per l’atteggiamento tenuto nei confronti della nave Ocean Viking, Sergio Mattarella stavolta pare intenzionato a tenersene fuori. Pur apprezzando l’immediato cambio di rotta imposto dalla Colonna e dal Quai d’Orsay, per la natura stessa dell’incidente («Improvvisa e immotivata» secondo il governo) è infatti esclusa una telefonata riparatoria nel nome del Trattato del Quirinale. Uno “staremo a vedere” che, al momento, tutto sommato combacia con la posizione meloniana, più accorta di novembre (non ci sono sue prese di posizione pubbliche) ma non meno dura. 

Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 08:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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