Macron e Mattarella, l'asse per allineare Francia e Italia in Ue: dai migranti al Pnrr, le sfide comuni

I due si incontrano a Parigi per il trasloco temporaneo, e inedito, di sessanta opere d'arte del museo Capodimonte di Napoli nei più prestigiosi spazi del Louvre

Mercoledì 7 Giugno 2023 di Francesco Bechis
Dai migranti al Pnrr: l'asse Macron-Mattarella per allineare Francia e Italia in Ue

Gli occhi saranno anche fissi sui capolavori del museo Capodimonte di Napoli ospitati eccezionalmente dai saloni del Louvre, dall'Antea del Parmigianino alla maestà della Crocifissione di Masaccio. Lo sguardo di Emmanuel Macron e Sergio Mattarella riuniti oggi a Parigi però si spingerà oltre l'arte e la cultura italiana e francese, si rivolgerà all'Europa che sarà, le sfide comuni - i migranti, le riforme, il Pnrr - la guerra ucraina ai confini europei.

 

Il filo del Colle

È un filo, quello tra Eliseo e Quirinale, che è rimasto immune in questi anni alle tante cesoie che hanno provato a spezzarlo tra piccole e grandi crisi bilaterali tra i due Paesi fondatori Ue, stilettate, dispetti, concorrenza e poco fair play.

E torna a tendersi oggi nella visita di Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, nella capitale francese.

L'occasione è il trasloco temporaneo, e inedito, di sessanta opere d'arte del museo Capodimonte di Napoli nei più prestigiosi spazi del Louvre, l'inaugurazione insieme al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e l'omologo francese della celebre collezione d'arte messa insieme in decenni dai Farnese, i Borbone, i Bonaparte-Murat. Tra passeggiate sulla rive droite della Senna e un pranzo all'Eliseo, c'è spazio anche - e come non potrebbe - per la politica e uno sguardo ai rapporti bilaterali tra Francia e Italia messi a dura prova in questi anni. 

Le sfide comuni

Migranti, finanza e riforme economiche, sono tanti i tavoli europei che ultimamente hanno trovato ai lati opposti Roma e Parigi. Questa volta Mattarella non deve ricucire, almeno formalmente, l'ennesimo strappo diplomatico. È infatti rientrata per ora la polemica che ha visto per mesi il governo di Giorgia Meloni bersagliato dalla politica francese tra accuse di "disumanità" nella gestione migratoria e prove di forza, come l'invio di 500 gendarmi sulla frontiera delle Alpi per respingere i migranti irregolari in Italia. L'occasione di raffreddare le acque si è già presentata al G20 di Hiroshima, dove Meloni e Macron hanno incrociato le agende per un atteso e disteso bilaterale, così come durante la visita a Roma, dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, dell'omologa francese Catherine Colonna.

Il tempo dirà se sul dossier migratorio sarà possibile coordinare le bussole tra i due Paesi. E se e come Parigi accoglierà senza colpo ferire il "Piano Mattei" con cui il governo Meloni promette di avviare nuovi rapporti di cooperazione energetica e allo sviluppo tra Italia e Paesi africani. Nonché il rinnovato attivismo italiano in Nord Africa, dalla Tunisia sull'orlo del collasso appena visitata da Meloni alla Libia con la visita a Roma prevista oggi del primo ministro Dbeibah (e quella recente dell'uomo forte della Cirenaica Khalifa Haftar). 

Il nodo europee

Ora è il momento di una paziente (ri)tessitura. Qui entra in campo, è stato così anche negli anni scorsi, l'asse Colle-Eliseo cementato dal Trattato del Quirinale e da ottimi rapporti personali fra i due Capi di Stato. E certo non sarà una passeggiata, perché - a Roma ne è convinta Meloni - a un anno dalle elezioni europee che decideranno i futuri assetti comunitari, su tutto la presidenza della Commissione Ue e delle altre istituzioni di vertice - Italia e Francia restano su fronti (politici) opposti. In questa chiave si spiega l'accanimento della politica francese, sponda Macron, contro il governo conservatore a Roma, il dedalo di accuse che dai ministri d'Oltralpe si scagliano contro l'asse Fdi-Lega-Fi a Palazzo Chigi.

Il piano di Meloni (e Tajani) di tessere una tela fra Conservatori e Popolari in Ue per guadagnare una nuova, inedita maggioranza alle europee del 2024 è indigesto all'Eliseo e la pattuglia macroniana in Ue (Renew Europe) che da quel piano rimarrebbe tagliata fuori. Di qui un'escalation nei toni e nei fatti che - a Roma lo ammettono ormai con una scrollata di spalle - continuerà per i dodici mesi a venire. 

L'intesa su riforme e Pnrr

E tuttavia i dissapori politici e la campagna elettorale europea che già scalda i motori non sbarrano a priori la strada a un'intesa tra Italia e Francia su alcuni dei più delicati dossier sotto esame a Bruxelles. Fra questi la riforma del Patto di Stabilità europeo - il codice di condotta sulla gestione di deficit e debito - che vede Roma e Parigi allineate contro l'asse dei rigoristi del Nord deciso a ripristinare i rigidi vincoli finanziari in vigore prima della pandemia e della guerra ad Est che hanno costretto l'Europa ad abbandonarli.

Sullo sfondo c'è un'altra partita, la messa a terra del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano che non può lasciare indifferente il governo francese. Sia Italia che Francia scontano ritardi sulla tabella di marcia del Recovery. E dal successo del piano italiano da 190 miliardi di euro - il più grande per dimensioni - dipende a cascata la buona riuscita degli altri piani di ripresa nazionali. Francia inclusa.

Ultimo aggiornamento: 8 Giugno, 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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