BRUXELLES Mentre i governi prendono tempo sull’effettivo inizio del blocco del carbone russo, il Parlamento europeo alza la voce e la Commissione rilancia sul taglio del petrolio.
Ieri l’Aula di Strasburgo ha approvato a larga maggioranza (513 favorevoli, 22 contrari e 19 astenuti) una risoluzione bipartisan sulla guerra in Ucraina con cui si schiera per lo stop di tutte le forniture energetiche.
Nelle stesse ore, il Senato Usa ha ratificato all’unanimità il divieto di importazione dell’energia russa già deciso a marzo dall’amministrazione Biden.
A Bruxelles, intanto, ieri seconda giornata del Coreper - la riunione degli ambasciatori degli Stati membri - che ha dato il via libera al quinto pacchetto di sanzioni proposte martedì dalla Commissione: l’effettivo stop al carbone, dopo le pressioni di Paesi dipendenti dalle forniture di Mosca tra cui la Germania, slitta ad agosto. L’esecutivo Ue tira però dritto sulla strategia incrementale, dopo aver assicurato che questo «non sarà l’ultimo lotto di misure»: ieri a Stoccolma prima di partire alla volta di Kiev, dove oggi incontrerà il presidente Zelensky, Ursula von der Leyen ha spiegato che «stiamo già lavorando al prossimo pacchetto e alla graduale eliminazione del petrolio». L’Europa «deve dimostrare convinzione e rapidità. L’Italia è pronta a nuovi passi avanti sull’energia insieme ai partner», ha detto il premier Mario Draghi, che ieri a palazzo Chigi ha incontrato l’omologo olandese Mark Rutte.
IL PASSAGGIO
Sul tavolo, il progressivo allineamento sul dossier energetico, a cominciare dal tetto al prezzo del gas all’ingrosso. L’Olanda, dove ha sede il Ttf, benchmark del gas Ue, ha finora puntato i piedi, ma adesso c’è una chiara apertura al confronto e la volontà di «essere pragmatici» per agire uniti a livello europeo. Draghi ha ammesso di non essere ancora riuscito a convincere Rutte, ma ha anche detto che è stato fatto «un passo fondamentale» per appianare le divisioni sul “price cap”. È una proposta «che ha dei pro e dei contro», ha riconosciuto Rutte, convinto che «si può trovare un compromesso». Come per la riforma del Patto di stabilità, su cui L’Aia ha presentato delle proposte di ammorbidimento insieme alla Spagna, il sostegno degli olandesi - finora capofila dei falchi del Nord - è importante pure nel tentativo di far prendere quota a Bruxelles alla proposta di un Recovery Plan bis e di nuovi interventi Ue a sostegno dei Paesi membri. «I costi della guerra si aggiungono agli investimenti per la transizione ecologica e digitale, per la difesa comune», ha puntualizzato Draghi, e «sono insostenibili per qualsiasi bilancio nazionale. Dobbiamo trovare nuovi strumenti per affrontarli».