Mazara del Vallo, peschereccio italiano sequestrato da militari tunisini

Sabato 16 Settembre 2017
(Foto Ansa)
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Il peschereccio mazarese «Anna Madre» è stato sequestrato nella notte da una motovedetta tunisina mentre si trovava in acque internazionali, a sud di Lampedusa. A bordo dell'imbarcazione sono saliti cinque militari tunisini armati che hanno rinchiuso in una cabina il comandante, Giacomo Giacalone, hanno assunto il comando e invertendo la rotta si stanno dirigendo verso il porto di Sfax, dove dovrebbero giungere fra circa cinque ore. A dare la notizia è Giampiero Giacalone, uno degli armatori dell'imbarcazione che appartiene alla società «Pesca giovane srl». L'ambasciata italiana a Tunisi, in coordinamento con la Farnesina, si è subito attivata per seguire il caso.

Lo riferiscono fonti della Farnesina.

Il peschereccio era già sfuggito a un tentativo di sequestro, sempre ad opera di militari tunisini, lo scorso 2 agosto, mentre si trovava sempre in acque internazionali. «Ho appreso la notizia del sequestro dell'Anna Madre dalla Capitaneria di porto - riferisce Giampiero Giacalone -. Dalle notizie in nostro possesso sono intervenuti sia la nave della Marina militare italiana che si trovava a una quindicina di miglia dal nostro natante sia un elicottero sempre della Marina militare italiana. Sappiamo inoltre, che i cinque militari tunisini saliti a bordo erano armati». Per l'armatore quello che è accaduto: «È un fatto anomalo, che stiamo valutando. Va anche evidenziato che a bordo il nostro peschereccio non ha pesce fresco, ma soltanto congelato. Nella stiva ci sono all'incirca tre tonnellate di gamberi e cento chilogrammi di pesce misto. Si tratta di specie di pesci che non si pescano nelle acque tunisine. Al momento attendiamo di avere notizie dalle fonti diplomatiche interessate».

«Questo sequestro è da esaminare a fondo perché ha tutta l'aria di una ritorsione essendo stato lo stesso natante già oggetto di precedenti tentativi di sequestri», ha detto il sindaco di Mazara del Vallo, Nicola Cristaldi. «È l'ennesimo atto ostile che i nostri natanti subiscono nel Mediterraneo. E ciò non è più tollerabile. Non è possibile - aggiunge Cristaldi - che in acque internazionali, nelle quali tutti possono pescare, un natante venga sequestrato, con il rischio per la sicurezza degli uomini a bordo e danni economici ingenti. Il Governo italiano intervenga immediatamente per il rilascio dell'equipaggio e del natante. Questa è la priorità. Ma non è più rinviabile un tavolo di concertazione con i paesi rivieraschi per evitare simili episodi».

Ultimo aggiornamento: 19:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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