Una giovanissima mamma ha ucciso la sua bambina di 4 mesi perché la maternità non ha soddisfatto le sue aspettative. È stata condannata all’ergastolo da un tribunale nell’Australia occidentale. Cassandra Rose Doohan aveva appena compiuto 18 anni quando uccise la piccola Anastasia. Ha scosso il corpicino della neonata in modo violento tanto da infliggergli ferite alla testa e al collo.
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Il fatto è accaduto nella loro casa di Capel nella regione sud-occidentale nel maggio 2017. Martedì, Cassandra, è stata condannata dalla Corte Suprema e deve passare almeno 13 anni dietro le sbarre prima di poter ottenere la libertà condizionale.
Il padre della bambina ha trovato il suo corpo nella culla dopo essere uscito dalla doccia, chiamati i soccorsi Anastasia è morta due giorni dopo al Princess Margaret Hospital di Perth. La corte ha ricostruito che la bambina era stata vista con lividi alcune settimane prima della sua morte e che le autorità di protezione dei minori erano state coinvolte. Doohan, che ora ha 20 anni, inizialmente si è dichiarata non colpevole di omicidio, ma in seguito ha ammesso il suo crimine.
Il giudice Anthony Derrick ha spiegato che la giovane mamma non aveva intenzione di uccidere Anastasia, ma aveva intenzione di causare lesioni fisiche che avrebbero potuto mettere in pericolo la sua vita. Ha aggiunto che Anastasia era vulnerabile e «come madre, Doohan aveva un dovere di diligenza, ma invece ha usato una notevole violenza e non è riuscita a chiedere aiuto fino a quando il suo partner si è reso conto che era successo qualcosa di grave». L’avvocato difensore Seamus Rafferty aveva precedentemente dichiarato alla corte che Doohan aveva avuto un padre sadico che faceva uso di droghe e lei aveva voluto avere un bambino perché aveva la fantasia di creare un “piccolo mondo perfetto” per se stessa. «Ma la realtà della responsabilità di essere madre era molto diversa», ha detto.
Il giudice Derrick ha ammesso che Doohan era stata esposta a un grave trauma da bambina, compreso l’abuso fisico. «Ha avuto un brutto inizio nella vita», ha detto. «Era concentrata su ciò che credeva che un bambino avrebbe potuto dargli».