Ville sul Mar Nero e yacht di lusso, conti bancari in Svizzera e orologi da decine di migliaia di euro. Il patriarca Kirill ha un patrimonio da oligarca, che secondo le accuse dell'opposizione russa, ammonterebbe a 4 miliardi di dollari. Anche per questo il capo dei fedeli ortodossi è finito nel mirino dell'Unione Europea, che oggi ha annunciato sanzioni a suo carico. Il motivo? La vicinanza a Putin dimostrata anche nelle dichiarazioni in cui sostiene apertamente la guerra in Ucraina, "benedetta" definendo Mosca una "Terza Roma" nella difesa dell'ortodossia cristiana contro l'occidente moralmente corrotto.
Per l'Ue «Kirill è responsabile della destabilizzazione in Ucraina»
Per l'Unione Europea «Il patriarca Kirill è responsabile del sostegno o dell'attuazione di azioni o politiche che minano o minacciano l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina, nonché la stabilità e la sicurezza in Ucraina» si legge nel sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia in discussione a Bruxelles «Inoltre, sostiene il governo russo ed decisori responsabili dell'annessione della Crimea e della destabilizzazione dell'Ucraina»
Chi è il patriarca Kirill
Nato come Putin a Leningrado (San Pietroburgo) nel 1946, Kirill al secolo Vladimir Michajlovic Gundjaev, entra in seminario nel 1965, poi compie gli studi all'Accademia Teologica di San Pietroburgo e viene consacrato vescovo nel 1976. Eletto il 27 gennaio 2009 come 16esimo patriarca di Mosca e di tutte le Russie, oggi guida 165 milioni di fedeli sparsi per il mondo.
Un patrimonio da oligarca
Secondo gli oppositori politici russi, il patriarca Kirill avrebbe un patrimonio miliardario, che lo renderebbe uno degli oligarchi russi, accumulato anche grazie alla vicinanza e alla fedeltà con Putin.
La chiesa ortodossa ha detto che il patriarca non si farà «intimidire» dalle misure, ricordando che Kirill è stata vittima della repressione dell'«ateismo militante comunista», in quanto il padre e il nonno erano sacerdoti della chiesa ortodossa perseguitati nell'Unione Sovietica. Una tesi che però ha visto una pronta risposta degli oppositori che lo accusano invece di connivenza con il regime, al punto da essere sospettato di essere stato un vero agente del Kgb. In effetti il curriculum del patriarca vanta una carriera "fulminea" che più che ostacolata sembra vicina al potere: segretario del Metropolita della città, rettore dell'Accademia spirituale dove ha studiato, arcivescovo, presidente del comitato rapporti esterni del Patriarcato, infine, nel '91 metropolita.
I rapporti con Papa Francesco e la chiesa cattolica
Prima di diventare patriarca nel 2009 Kirill ha intessuto buoni rapporti con il mondo cattolico, svolgendo anche incarichi nel dialogo ecumenico. Relazioni che gli hanno attirato anche aspre critiche da parte degli ortodossi estremisti. Motivo per cui la definizione di Papa Francesco, che lo ha chiamato «chierichetto di Putin» deve essergli sembrata come un tradimento bruciante.
In passato Kirill era considerato cauto rispetto al Cremlino e rispetto a altri religiosi più estremisti, come il padre Tikhon di Pskov, considerato la guida spirituale di Putin. Ora però sembra esserci stata una svolta nella sua strategia politica, sancita dall'appoggio a Mosca nella guerra in Ucraina: «La Russia non ha mai attaccato nessuno», assicura Kirill. Semplicemente, «ha protetto i suoi confini».