Arabo ucciso, tre ebrei confessano
Pioggia di missili da Gaza

Martedì 8 Luglio 2014 di Eric Salerno
Il ragazzo palestinese ucciso
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Il Male va estirpato. Nessuna piet per gli autori di un crimine cos atroce: che la vittima sia un ebreo, o un arabo. Elyakim Levanon, rabbino del movimento dei coloni, chiede la pena di morte per gli assassini di Mohammad Abu Khdeir, il palestinese arso vivo a Gerusalemme. E, anche se non viene specificato nel suo verdetto, per i palestinesi che hanno rapito e ucciso i tre seminaristi israeliani. I due crimini hanno scosso gli ebrei d’Israele e, non sempre allo stesso modo, gli arabi israeliani e i palestinesi dei territori occupati dove pesano i quasi cinquanta anni di repressione e controllo militare. C’è chi chiede negoziati di pace e la fine del reciproco odio e punta il dito contro gli ambienti dei coloni e, dall’altra parte, contro quelli rappresentati da gruppi islamici estremisti fautori di una nuova guerra. Da una parte si parla di possibile incontro tra i genitori dei quattro ragazzi morti per uno scambio di condoglianze. Dall’altra parte Hamas ha lanciato una nuova sfida sparando, ieri sera, una bordata di almeno settanta razzi verso numerose città israeliane sempre più a nord, sempre più vicine a Tel Aviv e anche Gerusalemme.



UN INTERVENTO MASSICCIO

L’ala militare del gruppo islamico, operando in un vuoto politico (la dirigenza di Hamas a Gaza è latitante) chiede la liberazione dei cinquecento palestinesi arrestati (e mai incriminati) dopo il rapimento dei tre giovani. L’aviazione israeliana già ieri mattina aveva intensificato i bombardamenti mirati contro le postazioni dalle quali partivano i razzi e, dopo una riunione urgente convocata dal governo, ordinato il richiamo di millecinquecento riservisti. Dopo la bordata serale il premier e i comandanti militari si sono riuniti per esaminare l’aggravarsi della situazione. I residenti del Sud sono nei rifugi. Le sirene continuano a suonare mentre i missili anti-missile sono in azione. È probabile un intervento massiccio, per ora soltanto dall’aria, fanno capire al ministero della difesa di Tel Aviv, contro la Striscia.



L’OMICIDIO

La pericolosa escalation nel Sud ha soltanto in parte distratto l’opinione pubblica dalla confessione resa da tre dei sei israeliani arrestati domenica. Portati nella foresta di Gerusalemme, hanno ricostruito per la polizia l’assassinio di Abu Khdeir, ammettendo anche di aver tentato di rapire un bambino arabo di nove anni la sera prima. Furono costretti a desistere di fronte alla decisa reazione di sua madre e all’avvicinarsi di altri adulti. I loro nomi non sono stati comunicati ma uno di loro almeno sarebbe minorenne. Provengono da quartieri o insediamenti ultra-ortodossi, considerati ai margini della società e da sempre trascurati dalla leadership israeliana e, in giro per il mondo, da quella ebraica. Non apparterebbero a un organizzazione terroristica ma farebbero capo a un gruppo di estremisti di destra tifosi del Betar, la squadra di calcio di Gerusalemme nota per il suo razzismo anti-arabo. I loro genitori hanno chiesto la protezione della polizia. Temono rappresaglie.



I DUE FRONTI RADICALI

Con o senza riferimenti biblici, va montando il clima di vendetta reciproca. Hamas promette di rispondere «con il sangue al sangue» agli attacchi israeliani (che sono, peraltro, in risposta al lancio di missili). Centinaia di dimostranti arabi israeliani nella città costiera di San Giovanni d’Acri (Akko) e nei villaggi del Sud hanno inneggiato a chi rapisce o uccide soldati.



La radicalizzazione della minoranza araba (il venti per cento della popolazione) insieme con la linea, definita troppo morbida, nei confronti di Hamas è il motivo formale della rottura annunciata ieri, tra il ministro degli Esteri e il premier. Lieberman ha sciolto il gruppo parlamentare misto (Likud-Beiteinu) mettendo fine all’alleanza con Netanyahu. «Resto nel governo», ha assicurato ma il suo gesto segna un ulteriore isolamento del premier e avvicina, secondo molti analisti, la possibilità di elezioni anticipate.
Ultimo aggiornamento: 10:48

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