Israele, cinque nuovi attacchi nell'intifada dei coltelli: 4 palestinesi uccisi

Sabato 17 Ottobre 2015
Israele, cinque nuovi attacchi nell'intifada dei coltelli: 4 palestinesi uccisi
L'intifada dei coltelli non si placa. Malgrado l'elevato stato di allerta in Israele e nei Territori, anche oggi, secondo la versione israeliana, si sono avuti cinque attacchi da parte di lupi solitari palestinesi, quasi tutti sotto i 18 anni.



Ma nei Territori da più parti si accusano con indignazione le forze israeliane di averli eliminati, in almeno due casi, a sangue freddo. Il bilancio della giornata è di tre palestinesi uccisi, due feriti in modo grave, e di tre militari israeliani feriti.



A Tel Aviv intanto 35 autobus sono stati danneggiati in un rogo divampato nel deposito della compagnia dei trasporti Dan. La polizia non esclude che possa trattarsi di un incendio doloso, ma attende ancora l'esame delle telecamere di sicurezza per ottenere elementi più concreti. Finora comunque voci divulgate da siti web nei Territori - secondo cui si tratterebbe di un sabotaggio palestinese - non hanno trovato conferme.



In questo clima rovente, la diplomazia internazionale cerca di aprirsi un varco. Dalla Francia è giunta la proposta di inviare osservatori stranieri sulla Spianata delle Moschee di Gerusalemme. In Israele, malgrado il riposo sabbatico, la reazione negativa è stata istantanea. «Un'idea che non sta in piedi», ha tagliato corto una fonte politica.



Tre degli attacchi dei lupi solitari (o dei presunti tali) sono avvenuti a Hebron, presso la piccola enclave ebraica e la Tomba dei Patriarchi, un luogo sacro sia all'ebraismo sia all'Islam. A distanza di poche ore sono stati assaliti da adolescenti palestinesi (secondo la versione israeliana) un ebreo che stava recandosi in sinagoga, una agente della guardia di frontiera e un soldato di guardia a un posto di blocco. In un caso protagonista dell'aggressione è stata una ragazza palestinese, rimasta uccisa. Gli abitanti palestinesi della città hanno espresso scetticismo sulla ricostruzione fornita dall'esercito. Due altri attacchi sono avvenuti a Gerusalemme, nel rione ebraico di Armon Ha-Natziv, e al posto di blocco di Kalandya, a nord della città.



Mercoledì intanto, a Berlino, è previsto un incontro fra il premier israeliano Benyamin Netanyahu e il segretario di Stato Usa John Kerry. L'iniziativa francese per la dislocazione di osservatori stranieri nella Spianata delle Moschee (per gli ebrei, il Monte del Tempio) ha destato fastidio in Israele: fonti politiche hanno replicato che ad alterare lo status quo in quell'area sono stati i palestinesi «quando hanno portato ordigni nella Moschea al-Aqsa», trasformandola in un luogo di violenza.



Anche la Giordania, secondo Israele, ha le sue responsabilità in quanto garante del Waqf, l'ente per la protezione dei Beni islamici che gestisce la Spianata. Ma il premier palestinese Rami Hamdallah ha respinto con determinazione le accuse e ha aggiunto che Israele dovrebbe piuttosto fare un esame di coscienza di fronte all'elevato numero di palestinesi (oltre 40) uccisi dall'inizio del mese.



Nello stesso Israele il mondo religioso è diviso sull'opportunità che ebrei si rechino sul Monte del Tempio: un luogo talmente sacro dove, secondo i rabbini ortodossi, non possono assolutamente entrare in quanto «impuri». Proprio il rabbino capo sefardita Yitzhak Yosef ha rilanciato la polemica, accusando i rabbini nazionalisti di aver colpevolmente inasprito le tensioni con i palestinesi. Ma mentre il rabbino Yosef è tornato a fare appello affinchè cessino le visite degli ebrei religiosi sulla Spianata, movimenti nazionalistici progettano per lunedì un ingresso di massa nell'anniversario della visita compiuta in quel luogo sacro, 850 anni fa, dal Maimonide, uno dei più grandi pensatori nella storia dell'ebraismo. In città sono dislocati 6.000 agenti di polizia che da domani saranno rafforzati con 300 soldati. La tensione non accenna a calare.

Ultimo aggiornamento: 18 Ottobre, 17:48

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