Iraq, crisi provoca impennata del prezzo del petrolio

Venerdì 13 Giugno 2014 di Michele Di Branco
Iraq, crisi provoca impennata del prezzo del petrolio
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L’avanzata di Al Qaeda in Iraq porta nuova tensione sul mercato petrolifero. Gli estremisti dello Stato islamico, dopo aver conquistato Mosul, hanno infatti esteso il loro controllo alla provincia di Baiji, dove è presente la maggiore raffineria del Paese. Un’operazione militare che sta portando forte tensione nei prezzi del barile, con il Brent che ieri è arrivato a superare 112 dollari (106,5 l’americano Wti che è balzato di oltre il 2% rivedendo i massimi di quasi un anno fa) toccando i livelli del dicembre 2013, mentre in un contesto di fondamentali già parzialmente tirati un po’ in tutto il mondo si aggiunge l’incognita della produzione irachena.



LE TENSIONI GEOPOLITICHE

Nel Paese aumentano le tensioni geopolitiche: al momento solo gli impianti del sud, che garantiscono una produzione da 2,6 milioni di barili al giorno, appaiono al sicuro ma il quadro di crescente tensione getta ombre anche su questo territorio. L’aggressione estremista preoccupa non poco gli Stati Uniti, come dimostra la scesa in campo di Barack Obama. D’altro canto, anche ieri l'amministrazione irachena ha rinnovato al governo di Washington l’invito a prendere in considerazione l'invio di droni contro i qaedisti che, in un'offensiva lampo, hanno conquistato negli ultimi tre giorni tutta la fascia settentrionale del Paese. La richiesta era stata in un primo momento respinta ma ora Obama, al quale il premier irakeno Ali Maliki avrebbe chiesto di «fermare le forze islamiste che si stanno impadronendo del Paese», starebbe valutando la possibilità di un intervento militare.



LA PRODUZIONE AUMENTATA

Per il momento, comunque, le tensioni irachene non sembrano tali da indurre modifiche nelle strategie dei Paesi produttori di petrolio. Due giorni fa si è svolta la riunione dell'Opec che, come da previsioni, ha confermato ancora una volta il tetto produttivo di 30 milioni di barili al giorno. Il membro saudita dell'organizzazione ha comunque precisato che «a breve i membri dell'Opec potrebbero doversi confrontare con le conseguenze della spirale di conflitti in Iraq». Bisogna aggiungere che l'Iraq negli ultimi mesi ha sensibilmente aumentato la produzione di greggio, tanto da imporsi un target di 4 milioni di barili al giorno entro la fine dell’anno. La maggior parte della produzione si concentra nel Sud, in zone ancora lontane dagli attuali focolai di guerra civile ma l’attuale situazione avvantaggia la regione semi-autonoma curda, che ha iniziato le esportazioni nelle recenti settimane. Secondo le stime Opec, la domanda globale di petrolio dovrebbe raggiungere quest'anno 91,1 milioni di barili al giorno, in crescita di 1,1 milioni rispetto al 2013, con la produzione non Opec attesa in aumento di 1,4 milioni di barili. Per capire quanto la situazione di tensione sul greggio incide sui mercati mobiliari, basti dire che ieri l’Europa delle Borse ha assistito a un risveglio nervoso dei titoli energetici.

LINEE AEREE IN DIFFICOLTÀ

La francese Total ha infatti guadagnato l'1,3%, l’inglese Bg Petroleum il 2,51% e la multinazionale Royal Dutch Shell lo 0,74%. Per contro, come sempre accade di fronte a un greggio che s’impenna, tutto il comparto aereo ha sofferto: Lufthansa ha lasciato sul campo l'1,3%, l’inglese-ispanico International Airlines Group il 3,1% e EasyJet l'1,9%. Giù anche i minerari con Anglo American che è arretrata del 3,1% come Rio Tinto.

Sebbene la situazione appaia ancora relativamente sotto controllo, nell’immaginario di molti operatori hanno cominciato a prendere forma i ricordi di sei anni fa, quando il greggio in ordine a svariati motivi solo in parte legati alla crisi economica che si stava imponendo, giunse a sfiorare quota 150 dollari. Era il settembre 2008 e, anche in funzione di un trading speculativo che mai si era visto prima, il prezzo del greggio sembrava proiettato verso 200 dollari. Solo il fallimento di Lehman Brothers, con il suo drammatico segnale che la crisi economica stava entrando nella fase più acuta, fermò quella corsa micidiale.
Ultimo aggiornamento: 17:02

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