Influenza e infarto, rischio di malore aumentato di sei volte dopo 7 giorni dall'infezione: lo studio

Il virus dell' influenza è noto per aumentare la coagulazione (la «viscosità» o coagulazione del sangue)

Mercoledì 29 Marzo 2023
Influenza aumenta il rischio di infarto di sei volte dopo 7 giorni dall'infezione: lo studio

Influenza e infarto, le correlazione in uno studio. Il virus influenzale potrebbe scatenare un attacco di cuore nella settimana successiva all'infezione: il rischio di infarto, infatti, aumenta di sei volte subito dopo aver avuto l' influenza.

A rivelarlo è uno studio presentato al Congresso Europeo di Microbiologia Clinica e Malattie Infettive (ECCMID 2023) a Copenhagen. Condotto da Annemarijn de Boer presso il Julius Center for Life Sciences and Primary Care, UMC di Utrecht, in particolare lo studio ha rilevato che le persone a cui è stata diagnosticata l' influenza hanno una probabilità sei volte maggiore di avere un attacco cardiaco nella settimana successiva al test del virus rispetto all'anno precedente o a quello successivo all'infezione.

Roma, antibiotici per bambini introvabili nelle farmacie: ecco l'elenco dei medicinali irreperibili (anche diuretici e antidepressivi)

 

La correlazione

Il collegamento tra influenza e infarto è già stato fatto in passato, in uno studio canadese del 2018 su persone ricoverate per infarto. Il nuovo studio ha tenuto conto dei risultati di test provenienti da 16 laboratori dei Paesi Bassi (che coprono circa il 40% della popolazione), insieme a registri di morte e ospedalieri per produrre un quadro più completo.

 

Lo studio

Gli esperti hanno analizzato i dati relativi a 26.221 casi di influenza confermati dai laboratori tra il 2008 e il 2019; 401 persone hanno avuto almeno un attacco cardiaco (infarto del miocardio) entro un anno dalla diagnosi di influenza (419 attacchi cardiaci in totale). Dei 419 attacchi cardiaci, 25 si sono verificati nei primi sette giorni dopo la diagnosi di influenza, 217 nell'anno precedente la diagnosi e 177 nell'anno successivo alla diagnosi di influenza (esclusi i primi sette giorni). Circa un terzo degli individui (139/401) è morto, per cause diverse, entro un anno dalla diagnosi di influenza.

 

La risposta immunitaria

I ricercatori hanno calcolato che le persone avevano una probabilità 6,16 volte maggiore di avere un attacco cardiaco nei sette giorni successivi alla diagnosi di influenza rispetto all'anno precedente o successivo. Il virus dell' influenza è noto per aumentare la coagulazione (la «viscosità» o coagulazione del sangue). Si pensa che questo, insieme all'infiammazione che fa parte della risposta immunitaria dell'organismo contro il virus, possa indebolire le placche di arteriosclerosi accumulate nelle arterie favorendone la rottura. Se una placca si rompe, può formarsi un coagulo di sangue che blocca l'afflusso di sangue al cuore e provoca un infarto.

 

I numeri

La stagione influenzale prosegue verso la sua conclusione, ma nella scorsa settimana ancora 359mila italiani sono stati messi a letto da sindromi simil-influenzali. È la tendenza che emerge dall'ultimo rapporto epidemiologico InfluNet dell'Istituto Superiore di Sanità. Nella settimana tra il 13 e il 19 marzo l'incidenza delle sindromi simil-influenzali è stata di 6,1 casi per mille rispetto ai 6,9 della settimana precedente. Nella fascia di età 0-4 anni l'incidenza è stata pari a 18,94 casi per mille assistiti; in quella 5-14 anni si è attestata a 8,61 casi per mille; nella fascia 15-64 anni a 5,64 e negli over-65 a 2,53 casi per mille.

 

Contagi per Regioni

Tra le Regioni, solo in Abruzzo è stato registrato un livello di intensità media con 10,57 casi per mille; tutte le altre sono a un livello basso con Valle d'Aosta e Provincia Autonoma di Trento che sono entrate nella fascia basale, quella in cui la stagione si considera conclusa. Ô in controtendenza, invece, la circolazione dei virus influenzali per i quali nella scorsa settimana si è registrato un lieve aumento: degli 819 campioni analizzati dai laboratori afferenti alla rete InfluNet, 133 (16,2%) sono risultati positivi al virus influenzale, più di 2 punti in più rispetto alla settimana precedente. Tra gli altri virus respiratori, il 5,7% dei campioni è risultato positivo a SarsCoV2, il 6,6% a Rhinovirus, il 4,3% ad Adenovirus, il 3,3% a Metapneumovirus.

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci