Il principe Harry è arrivato all'Alta corte di Londra per una storica testimonianza nella causa contro il Mirror Group Newspapers (Mgn), il gruppo editoriale del tabloid Mirror, sulle presunte intercettazioni illegali ai danni del duca di Sussex nel periodo compreso fra il 1995 e il 2011. Per la prima volta da oltre un secolo un membro della famiglia reale britannica - in questo caso Harry, il figlio del re Carlo III - si è presentato in tribunale per testimoniare in una corte di giustizia del Regno Unito. Harry è arrivato ieri a Londra dalla California dopo il compleanno della figlia Lilibet per testimoniare nel processo contro il Daily Mirror.
L'attacco alla stampa britannica
Nel suo attacco più esplicito alla stampa britannica, Harry ha detto: «Quanto sangue ancora sporcherà le loro dita mentre digitano prima che qualcuno possa porre fine a questa follia. Bisogna salvare il giornalismo come professione». Le sue osservazioni bomba erano in una dichiarazione scritta, che aveva preparato in anticipo. Un usciere gli ha fornito una Bibbia e gli ha chiesto di tenerla con la mano alzata. Dicendogli di ripetere dopo di lui: «Giuro su Dio Onnipotente che le prove che darò saranno la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità». Harry ha guardato dritto davanti a sé e ha ripetuto la frase. Gli è stato quindi chiesto dal suo avvocato David Sherborne di confermare che gli sarebbe piaciuto essere indicato come il principe Harry. Gli ha chiesto di visionare la sua testimonianza di 55 pagine, controllare la sua firma e confermarne la veridicità. La dichiarazione del duca è stata poi rilasciata al pubblico.
Le parole sulla mamma Diana
È un attacco ad ampio raggio ai giornali del gruppo Mirror, Daily Mirror, Sunday Mirror e The People, che secondo lui si sono intromessi nella sua infanzia, adolescenza e età adulta. Afferma che lui e sua madre, la principessa Diana, sono stati entrambi hackerati, insieme alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi aiutanti reali. La sua dichiarazione di 25.538 parole contiene cinque menzioni di sua moglie, Meghan, e 118 menzioni della sua prima fidanzata seria Chelsy Davey. Incolpa l'attenzione della stampa per la signorina Davey che lo ha scaricato, dicendo che alla fine "ha preso la decisione che una vita reale non era per lei, il che è stato incredibilmente sconvolgente per me in quel momento".
Paranoie e conversazioni hackerate
Harry ha affermato che le storie su James Hewitt come suo "padre biologico" gli facevano temere che "potesse essere estromesso dalla famiglia reale"; Temeva che sarebbe stato espulso da Eton per aver assunto droghe; La presunta paranoia di Diana rispecchiava le sue stesse paure che gli amici lo tradissero; I giornalisti hanno hackerato la sua ragazza Chelsy Davey dopo che si era vestito da nazista in maschera; "Attacchi personali e intimidazioni orribili" su di lui e Meghan sarebbero stati compiuti dall'ex editore Piers Morgan;
Non risponde ai giornalisti
Al suo arrivo all'Alta corte Harry è apparso rilassato, a tratti sorridente, mentre in giacca e cravatta scendeva da una Range Rover e percorreva i pochi metri fino all'ingresso del tribunale per incontrare il suo team di legali. Ha ignorato i tanti operatori tv e fotografi assiepati dietro le transenne che chiedevano un commento preparandosi per una giornata per lui molto importante nella sua 'crociatà contro la stampa popolare britannica. I media del Regno Unito prevedono importanti dichiarazioni da parte del principe 'ribellè che sotto giuramento dovrà affrontare anche il controesame degli avvocati difensori dei vertici aziendali del Mirror e di quelli dei responsabili giornalistici del periodo al centro dell'azione legale. Il principe era già apparso proprio all'Alta corte lo scorso marzo sempre in una causa contro i tabloid.
Il precedente storico
Il precedente storico è quello riguardante Edoardo VII, che testimoniò in un processo per diffamazione nel 1890 prima di diventare sovrano per una partita a carte. In precedenza era salito sul banco dei testimoni nel 1870, testimoniando in una causa di divorzio dopo essere stato accusato ingiustamente di essere uno degli amanti della moglie di un legislatore britannico. Suo figlio Giorgio V fu accusato di bigamia da un giornale repubblicano nel 1910, poco dopo essere diventato re. Sebbene non abbia testimoniato, Giorgio fornì una dichiarazione scritta al tribunale che negava la bigamia. L'autore dell'articolo fu condannato a un anno di prigione per diffamazione.
Polemiche per l'assenza di ieri
È previsto che Harry affronti il controesame degli avvocati difensori dei vertici aziendali del Mirror e di quelli dei responsabili giornalistici dell'epoca. Già ieri i legali di Mgn hanno protestato per l'assenza del principe affermando che il team del gruppo editoriale era già pronto per sentirlo lamentando una inutile perdita di tempo. Harry è arrivato solo domenica sera per partecipare a Los Angeles al secondo compleanno della figlia Lilibet. Era molto stanco, ha spiegato il suo avvocato, e non in grado di venire in aula, dove avrebbe anche potuto essere subito chiamato a deporre.
Le accuse
Quella contro il Mirror è una delle tre azioni legali avviate dal duca assieme ad altri vip contro altrettanti gruppi editoriali titolari dei tre principali tabloid scandalistici del Regno (Mgn, Associated Newspapers, News Group Newspapers) tutti accusati di spionaggio, intercettazioni illegali e violazione della privacy nell'ambito di vicende che in parte risalgono a diversi anni fa. In questo caso la querela prende di mira direttamente i vertici aziendali e alcuni ex direttori del Mirror (che negano o almeno sfidano il principe a presentare le prove in suo possesso), incluso il controverso Piers Morgan: attuale anchorman televisivo e nemico giurato sia di Harry sia della sua consorte Meghan.
Chi è l'avvocato-squalo del Mirror
Harry è stato avvertito da suo padre, il re Carlo, che un tentativo di mettere a tacere i media britannici è una missione suicida, mentre il fratello, il principe William, ha chiarito che stava scegliendo una strada molto diversa. Ma lui ha deciso di continuare. Il controinterrogatorio sarà veloce. Harry affronterà Andrew Green KC, che agisce per il gruppo Mirror, il cui compito è quello di smascherarlo letteralmente. Green ha detto che non ci sono prove che il suo telefono sia stato hackerato una volta, figuriamoci abitualmente, e che i giornalisti che avevano ammesso di aver ascoltato messaggi vocali hanno negato di aver mai preso di mira il principe.
L'avvocato di Harry, David Sherborne, un esperto di questi temi, ha detto che Harry «non cerca vendette contro la stampa», ma che la sua vita è stata «invasa da questi giornali che usano metodi illegali: è l'uso di questi metodi da parte di un gruppo nazionale che lo ha portato qui». Sherborne ha aggiunto che il Mirror Group ha pubblicato circa 2.500 articoli sulla vita privata di Harry. «Nulla era sacrosanto o fuori dai limiti e non c'era protezione da questi metodi illegali di raccolta di informazioni». L'avvocato ha anche insinuato che pure il telefono di Diana fosse stato hackerato, in relazione all'amicizia con un noto presentatore televisivo gay, Michael Barrymore.
Il risarcimento record
La prassi stabilisce che cause civili come questa possano essere presentate solo entro sei anni dagli eventi, e il giudice potrebbe decidere che i tempi sono ormai scaduti. Ma se si andrà avanti e se Harry vincerà insieme con altre celebrità britanniche che hanno fatto causa con lui, il Mirror Group potrebbe entrare in serie difficoltà economiche. Ha già risarcito 600 persone spiate con complessivi 100 milioni di sterline e i suoi conti traballano. Harry ha avviato cause analoghe anche contro i giornali di Murdoch e il gruppo del Daily Mail, che sono in corso.
La revoca del visto Usa
Ma intanto al principe Harry potrebbe essere revocato il visto per gli Stati Uniti. Si avvicina infatti un'udienza del tribunale federale per deciderlo. La Heritage Foundation ha intentato una causa contro il Dipartimento per la sicurezza interna degli Stati Uniti per vedere se le regole sono state seguite per concedere il visto al duca di Sussex. Il Principe Harry ha ammesso più volte nell'ultimo periodo di aver fatto uso di cocaina, fumato cannabis e aver assunto funghi allucinogeni. Non solo. Tra l'autobiografia Spare e le diverse interviste rilasciate per promuovere il libro, Harry ha definito l'uso della cannabis e dell'ayahuasca una "parte fondamentale della sua vita per superare i traumi e i dolori del passato", dando alle due sostanze una connotazione positiva. La Heritage Foundation afferma che, ai sensi della legge sull'immigrazione degli Stati Uniti, le prove del passato uso di droghe possono essere utilizzate come motivo per rifiutare una domanda di visto. L'udienza è prevista per il 6 giugno a Washington, D.C.
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