LO SCENARIO

Guerra Ucraina, diretta. Kiev, pronta controffensiva: «Opportunità storica, ma nessun dialogo con i russi finché saranno sul nostro territorio». Esplosioni a Berdyansk

Le ultime notizie dall'Ucraina dove si teme per le sorti della centrale nucleare di Zaporizhzhia

Sabato 27 Maggio 2023

Ambasciatore russo a Londra: «Dobbiamo ancora agire seriamente»

La Russia ha avvertito che le forniture occidentali di armi all'Ucraina rischiano di intensificare la guerra a livelli mai visti finora.

Andrei Kelin, ambasciatore della Russia nel Regno Unito, ha detto alla BBC che il suo paese ha «enormi risorse» e deve ancora «agire molto seriamente». Kelin ha avvertito di una «nuova dimensione» nella guerra, insistendo che Mosca «non ha ancora iniziato ad agire» con tutto il suo potenziale, poiché «la Russia è 16 volte più grande dell'Ucraina». La durata del conflitto, ha detto, «dipende dall'escalation della guerra e dalle azioni intraprese dai paesi della Nato, in particolare dal Regno Unito. Prima o poi, ovviamente, questa escalation potrebbe assumere una nuova dimensione di cui non abbiamo bisogno e che non vogliamo. Possiamo fare la pace domani».

Lukashenko «ricoverato d'urgenza in ospedale a Mosca dopo l'incontro con Putin»

 

Kiev: avanzati di altri 450 metri in alcune posizioni vicino a Bakhmut

Le truppe ucraine sono riuscite ad avanzare di altri 450 metri in alcune posizioni vicino a Bakhmut. Allo stesso tempo, Kiev ha dichiarato di aver osservato una diminuzione dell'attività russa in direzione della città. Lo sostiene in un programma televisivo il rappresentante del gruppo orientale delle forze armate ucraine, Sergey Cherevaty, come riportato da Rbc Ukraine. «Durante i nostri contrattacchi, le nostre unità sono state in grado di avanzare di 350-450 metri in alcune posizioni», ha dichiarato Cherevaty aggiungendo che gli attacchi russi sono «un numero molto inferiore rispetto al comportamento del nemico in tutti i mesi precedenti», anche se «c'è ancora un'intensità attiva in termini di fuoco sulle nostre posizioni».

Podolyak: «Non è possibile una Ucraina neutrale, dobbiamo far parte della Nato»

«Non è possibile un'Ucraina neutrale, perché oggi noi lo siamo e questo non ha impedito alla Russia di aggredirci». Lo ha affermato il consigliere presidenziale ucraino Mykhailo Podolyak su RaiNews24 «Noi dobbiamo fare parte integrante della Nato - ha aggiunto -, perché l'Europa deve costruire una sicurezza ottimale e oggi si capisce che solo la Russia può condurre la guerra in Europa e la Nato deve proteggere l'Europa. Poi la zona di de-militarizzazione sul territorio russo, poi lo spazio economico europeo dove l'Ucraina fa parte e poi il ritorno al diritto internazionale: queste sono le basi per parlare e concludere la guerra in maniera giusta», ha aggiunto. 

Russi bombardano regione di Zaporizhzhia, uccisa una donna

Le forze armate russe hanno nuovamente bombardato la regione di Zaporizhzhia, colpendo Huliaipole e Novodanylivka e uccidendo una donna di 73 anni. La denuncia arriva dall'Amministrazione militare della regione, che su Telegram spiega che la donna si trovava «nel suo cortile» quando è stata uccisa. Nel complesso, l'Amministrazione di Zaporizhzhia sostiene che i russi abbiano «preso di mira 16 città e villaggi pacifici», effettuando «108 attacchi» in un giorno su quest'aerea.

Nuova esplosione a Berdyansk occupata dai russi

Una potente esplosione è stata segnalata oggi per la seconda volta nell'area di Berdyansk occupata dai russi. Lo riporta Rbc Ucraina citando canali Telegram locali. In rete vengono pubblicati filmati dalla città che mostrano una densa nuvola di fumo che si è alzata dopo la nuova esplosione, mentre circolano informazioni secondo cui sarebbe coinvolta una base degli occupanti russi. Secondo quanto scrive Rbc, l'amministrazione militare della città di Berdyansk informa che sono state colpite le posizioni dei russi, forse in riferimento a questa nuova esplosione.

Podoliak: "Iniziati i primi passi per la controffensiva"

Le operazioni preliminari hanno già iniziato a spianare la strada a una controffensiva contro le forze di occupazione russe. Lo ha detto consigliere presidenziale ucraino Mikailo Podoliak in un'intervista al Guardian, spiegando che si tratta di «un processo complicato e che non è una questione di un giorno o di una certa data o una certa ora. È un processo continuo di disoccupazione e in parte è già in atto, attraverso la distruzione delle linee di rifornimento o di depositi dietro le linee. »L'intensità sta aumentando, ma ci vorrà un periodo di tempo piuttosto lungo«, ha aggiunto il consigliere di Zelensky, prevedendo che man mano che la controffensiva prenderà slancio, ci saranno più incursioni in Russia da parte di gruppi ribelli russi, come il raid nella regione di Belgorod all'inizio di questa settimana.

Kuleba: i miei omologhi in Ue smentiscono proposta Cina

I diplomatici di Varsavia, Berlino, Parigi e Bruxelles non confermano che il rappresentante speciale cinese Li Hui abbia espresso la richiesta di lasciare i territori ucraini occupati alla Russia: Lo ha detto il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba dopo le rivelazioni del Wall Street Journal. «Ho immediatamente contattato i miei colleghi in quelle capitali che ha visitato, e nessuno di loro conferma che ci siano stati annunci o negoziati anche sul riconoscimento come Russia di quei territori che la Russia occupa attualmente in Ucraina», ha detto Kuleba durante una trasmissione video, ripresa da Unian

Mosca, se Kiev vuole la pace rinunci alla Nato e alla Ue

L'Ucraina deve rinunciare all'adesione alla Nato e all'Ue e tornare allo status di Paese neutrale e non allineato: è una delle condizioni per il successo del processo di pace, ha dichiarato il vice ministro degli Esteri russo Mikhail Galuzin in un'intervista alla Tass. L'alto diplomatico ha osservato che l'approccio della Russia alla risoluzione del conflitto in Ucraina rimane lo stesso e prevede «la difesa della popolazione del Donbass, la smilitarizzazione e la denazificazione dell'Ucraina e l'eliminazione delle minacce alla sicurezza della Russia provenienti dal suo territorio». «Siamo fiduciosi che l'accordo sia possibile solo con la completa cessazione delle azioni militari delle truppe ucraine e delle forniture di armi occidentali. Per raggiungere una pace completa, equa e stabile, l'Ucraina deve tornare al suo status di Paese neutrale e non allineato, sancito dalla dichiarazione di sovranità dello Stato del 1990, e rifiutare di aderire alla Nato e all'Ue», ha sottolineato Galuzin. E ha aggiunto che la protezione dei diritti dei russofoni e delle minoranze etniche è un elemento essenziale dell'accordo di pace.

Verso un Consiglio Nato-Ucraina per "rafforzare i rapporti"

L'Alleanza Atlantica - a quanto apprende l'Ansa - molto probabilmente offrirà a Kiev la creazione di un Consiglio Nato-Ucraina come strumento per rafforzare i rapporti politici e affiancare il piano di assistenza militare pluriennale allo studio. Il Consiglio, infatti, permetterebbe a Kiev di prendere parte in modo molto più approfondito ai lavori Nato di quanto non sia possibile fare con l'attuale Commissione. Alcuni alleati, specie nel fianco orientale, stanno spingendo perché all'Ucraina venga offerto già al summit di Vilnius un chiaro cronoprogramma per l'ingresso nella Nato ma sul punto, al momento, non c'è accordo tra i 31.

La Cina: «Compirà sforzi concreti per una soluzione politica alla crisi ucraina».

La Cina «compirà sforzi concreti per una soluzione politica alla crisi ucraina». Lo ha dichiarato l'inviato del governo cinese per gli affari euroasiatici, Li Hui, che è stato ambasciatore in Russia tra il 2009 e il 2019, durante l'incontro con il capo della diplomazia di Mosca, Sergei Lavrov, stando a una nota pubblicata dal ministero degli Esteri cinese. «La Cina ha sempre seguito gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite, ha sostenuto una posizione obiettiva ed equa, ha promosso attivamente colloqui di pace, ha deciso la propria posizione in base al merito della questione stessa ed è stata sempre fermamente dalla parte della pace e del dialogo», ha chiarito Li a Lavrov, nell'incontro avvenuto ieri.

Kiev: "Nessun dialogo con i russi finché saranno sul notro territorio"

«Non c'è forza che possa costringere la società ucraina e la leadership al governo a parlare con i russi oggi, finché le truppe russe sono sul nostro territorio»: lo ha scritto su Telegram il capo dell'ufficio presidenziale ucraino Andry Yermak.

Esplosioni a Berdyansk occupata dopo annuncio di Zaluzhny

Poche ore dopo il video del comandante in capo delle forze armate ucraine Valeriy Zaluzhny che lasciava intendere l'inizio della controffensiva, esplosioni vengono segnalate sui social nel distretto di Berdyansk occupato dalle forze russe: in particolare le deflagrazioni più forti sono state sentite nel centro della città, nella zona del porto e nei centri Khimik e Vesna, nel villaggio di Novopetrovka, che ospitano «un gran numero di truppe del Cremlino». Lo riportano i media ucraini che pubblicano filmati.

 

Il comandante dell'esercito ucraino: pronti alla controffensiva

«È tempo di riprenderci ciò che è nostro». Queste le parole del comandante in capo delle forze armate dell'Ucraina, Valerii Zaluzhnyi, a commento di un video postato su Telegram che contiene una preghiera per la liberazione dell'Ucraina. «Benedici la nostra offensiva decisiva!», ha scritto, secondo quanto riporta Ukrinform, che cita poi la pagina Facebook dello Stato Maggiore delle Forze Armate ucraine, secondo cui nell'ambito della «campagna di supporto informativo» per le Forze Armate è stato diffuso «uno spettacolare video» dedicato alla liberazione dell'Ucraina dagli invasori russi. In un'intervista alla Bbc, uno dei più alti responsabili della sicurezza in Ucraina, Oleksiy Danilov segretario del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa, ha intanto annunciato che il paese è pronto a sferrare la controffensiva, che potrebbe avvenire «domani, dopodomani o tra una settimana». Il governo ucraino - ha aggiunto - «non può permettersi di commettere errori» sulla decisione perché si tratta di «un'opportunità storica» che «non possiamo perdere».

Centinaia di tedeschi devono lasciare la Russia, alta tensione diplomatica fra Mosca e Berlino

«Centinaia di dipendenti pubblici tedeschi devono lasciare la Russia, tra cui diplomatici, insegnanti e dipendenti del Goethe-Institut. Ma non è detto che questa sia la fine dell'escalation diplomatica di Mosca»: lo scrive Suddeutsche Zeitung titolando «La dichiarazione di guerra diplomatica di Mosca». La Russia ha ridotto a 350 il numero del personale delle istituzioni tedesche nel Paese.

Kiev: "I russi tirano missili sugli ospedali, sì alla trattativa del Vaticano ma solo se prevede il ritiro delle truppe di Mosca"

«Qui stanno piovendo missili sugli ospedali. Parlare di compromesso ora porterà solo altri morti in Ucraina». Così al Corriere della Sera il consigliere di Zelensky Mykhailo Podolyak. In merito alla proposta cinese - riconoscimento dei territori occupati dalla Russia - ribadisce: «La nostra 'formula di pacè prevede come primo passo la completa rimozione dei gruppi armati russi dal territorio dell' Ucraina entro i confini del 1991». «E' ovvio - dice ancora - che non sosterremo alcuna opzione che comporti concessioni territoriali. I cosiddetti scenari di 'compromesso' non porterebbero alla pace ma alla prosecuzione della guerra e a un aumento significativo della pressione terroristica sull' Ucraina. Ma non solo. Vedremmo un'ulteriore militarizzazione della Russia e nuove aggressioni ad altri Stati». Rispetto alle iniziative della Santa Sede «se il Vaticano promuoverà il ritiro delle truppe russe dal territorio dell' Ucraina, chiederà l'accesso e il ritorno di prigionieri militari e civili ucraini e dei bambini rapiti - aggiunge Podolyak - allora accoglieremo con favore tale iniziativa. Se invece la Santa Sede ha una visione diversa, purtroppo, non farà che approfondire la crisi e provocare ulteriori azioni aggressive da parte della Russia».

Guerra Ucraina diretta oggi 27 maggio: in avvio del 16° mese del conflitto scatenato dalla Russia, tiene bando la decisione di Putin di schierare in Bielorussia, a ridosso con i confini ucraini, bombe atomiche e le unità dell'esercito e dell'aeronautica che le gestiscono.

Il deterrente nucleare è spaventoso, ma rivela anche mancanza di altri "argomenti" nell'arsenale politico dei russi. 

Biden

Il presidente americano Joe Biden ha detto di aver avuto una «reazione estremamente negativa» alla notizia del trasferimento di armi nucleari russe in territorio bielorusso. A Mosca, nel quadro del Foro economico eurasiatico, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, aveva reso noto di aver avuto conferma dal suo omologo russo Vladimir Putin dell'«inizio del trasferimento». I ministri della Difesa dei due paesi Sergei Shoigu e Viktor Jrenin, hanno firmato giovedì a Minsk una serie di intese per stabilire la procedura da seguire. Il primo luglio è prevista la conclusione della costruzione di una serie di impianti di stoccaggio. Mosca ha già consegnato a Minsk un sistema di difesa missilistica Iskander, che può trasportare testate nucleari.

LA SITUAZIONE

Al Vaticano, alla Cina e infine al presidente brasiliano Lula, Mosca ribadisce di essere aperta a negoziati per arrivare alla pace in Ucraina. Ma nel concreto non si vedono veri spiragli, almeno al momento. A confermarlo sono indiscrezioni raccolte dal Wall Street Journal, secondo le quali il tanto atteso piano di pace della Cina consisterebbe in nient'altro che nel proporre a Kiev un cessate il fuoco con la cessione alla Russia delle parti del territorio ucraino che ha occupato. Una resa, in sostanza. La posizione di Pechino, secondo la ricostruzione del Wsj, sarebbe stata trasmessa agli europei dall'inviato cinese per l'Ucraina Li Hui, che oggi era a Mosca dopo la tappa di ieri a Bruxelles a conclusione di un tour che lo ha portato anche a Kiev. Dalla Cina non è arrivata alcuna conferma delle indiscrezioni, ma neanche una smentita. Non stupisce il rifiuto di Kiev: «Qualsiasi scenario di compromesso che preveda la non liberazione di tutti i territori dell'Ucraina» equivarrebbe ad «ammettere la sconfitta della democrazia», ha tuonato il consigliere presidenziale Mykhailo Podolyak. La controproposta ucraina, avanzata dal capo dell'ufficio presidenziale Andriy Yermak, è un «vertice per la pace», da tenere magari a luglio, che dovrebbe partire dal piano a suo tempo avanzato da Kiev, con il ritiro totale delle truppe russe. Tra queste posizioni inconciliabili si muove anche l'iniziativa di pace del Vaticano, affidata al presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che intende incontrare di persona i due presidenti, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin. Mosca, ha fatto sapere il ministero degli Esteri, «valuta positivamente» l'iniziativa del Papa, di cui riconosce «il sincero desiderio di promuovere il processo di pace». Anche se il segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, riconosce le difficoltà dell'impresa sottolineando che, come annunciato da Papa Francesco nel viaggio di ritorno dalla visita in Ungheria, quella in cantiere è una «missione di pace» che «non ha come scopo immediato la mediazione ma di creare un clima favorevole e aiutare ad andare verso una soluzione pacifica». Lo stesso Pontefice, del resto, è tornato oggi sul rifiuto di una mediazione vaticana espresso da Zelensky nel loro incontro del 13 maggio. «Loro non sognano tanto le mediazioni - ha osservato Francesco in un'intervista a Telemundo - perché il blocco ucraino è davvero molto forte. Tutta l'Europa, gli Stati Uniti. In altre parole, hanno una forza propria molto grande». Fin dall'ottobre scorso, inoltre Zelensky ha firmato un decreto che vieta per legge negoziati con Putin. E una posizione speculare è stata assunta dall'ex presidente russo Dmitry Medvedev, secondo il quale «finché ci sarà l'attuale regime e il clown Zelensky al potere a Kiev, i colloqui saranno impossibili». Ricevendo a Mosca l'inviato di Xi Jinping, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha addossato ancora una volta la colpa delle mancate trattative alla parte ucraina, che ha accusato di creare «seri ostacoli» insieme ai suoi «gestori occidentali». Da parte sua la Russia continua a dire di essere aperta a negoziati. Lo ha ribadito Lavrov, e lo ha ripetuto Putin in una conversazione telefonica con il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, partner di Mosca nell'organizzazione dei Paesi Brics insieme con Cina, India e Sudafrica, e che come loro non ha alcuna intenzione di schierarsi con il fronte occidentale. Da questa posizione Lula ha detto di aver manifestato «la disponibilità del Brasile, insieme a India, Indonesia e Cina, a dialogare con entrambe le parti in conflitto alla ricerca della pace». Buoni propositi che per ora non sembrano potersi concretizzare. Mentre invece si alza il livello dello scontro tra Russia e Usa. Mosca ha detto oggi di non credere, giudicandole «ipocrite e false», le assicurazioni degli Stati Uniti di non volere incoraggiare gli attacchi ucraini sul territorio russo, specie con le armi fornite dalla stessa America. Le relazioni tra Russia e Usa sono in una «crisi profonda e pericolosa» che rischia di portare a «conseguenze imprevedibili», ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca.

Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 09:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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