La “guerra” è cominciata il 25 febbraio nel cielo di Castres.
Orion 2023 simula infatti una guerra della Francia (e suoi alleati) contro uno stato nemico, Mercure, che ha occupato con forze nazionaliste un paese vicino, Arnland. L’obiettivo è dunque liberare Arnland e sconfiggere Mercure. Finora le battaglie sono state vinte, ma non la guerra. È stato un successo l’ingresso della forza “blu” (forza amica) dentro Arnland (in realtà Castres), un successo anche lo sbarco sul litorale di Arnland (in realtà Sète, sotto Montpellier) di militari e blindati (circa 700). Per ora Mercure non è sconfitto, ma gli Alleati sono oltre le linee nemiche. L’obiettivo di Orion 2023, che mobilita in tutto oltre 7mila militari, è prepararsi a un conflitto di alta intensità contro uno stato nemico di forza pari. Situazione ben diversa dagli ultimi decenni di lotta antiterrorista che richiede diverse capacità di intelligence e operazioni in spazi limitati, con piccole unità di rapido intervento. La Francia - e l’Europa - si preparano ora a ritrovare un potenziale nemico più grosso e organizzato.
TRA FINZIONE E REALTÀ
«Questo tipo di preparazione è assolutamente fondamentale – ha confermato alla France Presse il generale Vincent Desportes – Spero che in futuro esercitazioni di tali dimensioni si ripetano regolarmente per ritrovare il know-how in termini di gestione di grandi masse interforze che abbiamo praticamente perduto negli ultimi due decenni». Lo scenario della guerra provocata dell’invasione di Arnland da parte delle forze di Mercure è stato definito negli ultimi tre anni, dunque anche durante l’ultimo periodo della guerra in Ucraina. E anche se nessuno azzarda previsioni sul grado di veridicità della “guerra” in corso ora in Francia, la prospettiva di un conflitto di ampie proporzioni in Europa non è più fantascienza. «La guerra in Ucraina ci riporta alla guerra ad alta intensità – ha commentato il generale Nicolas Le Nen – Ovvero a tutti i registri della guerra moderna». Tutto è stato pensato per rendere Orion 2023 terribilmente vera, anche gli attacchi informatici, per testare le capacità di reazione delle truppe. È stato addirittura costruito un mondo informativo parallelo su un social network simulato: «Serve – hanno spiegato i francesi – per contrastare lo story telling del nemico». Accanto alla Francia, oltre all’Italia, sono scesi in “guerra” anche Germania, Regno Unito, Belgio, Spagna e Stati Uniti.
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