Droni iraniani usati dai russi in Ucraina: sanzioni europee colpiscono tre persone e un'azienda

I velivoli messi a disposizione dei russi sono una versione evoluta di quelli usati in Libano, Yemen e Siria

Giovedì 20 Ottobre 2022
Droni iraniani usati dai russi in Ucraina: sanzioni europee colpiscono tre persone e un'azienda

Sanzioni all'Iran per i droni Shahed-136 dati alla Russia per bombardare le città ucraine. Il Consiglio europeo ha aggiunto oggi «tre iraniani e un'impresa iraniana all'elenco delle persone soggette a misure restrittive per aver minato l'integrità territoriale, la sovranità e l'indipendenza dell'Ucraina». Motivo? Lo «sviluppo e la consegna di veicoli aerei senza pilota (UAV) utilizzati dalla Russia nella sua guerra contro l'Ucraina». Partono, dunque, sanzioni europee ufficiali contro l'Iran. Le sanzioni colpiscono la Shahed Aviation Industries che fabbrica materialmente i droni Shahed-136  e di tre alti esponenti militari della Repubblica islamica: il Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane Mohammad Hossein Bagheri, il generale Sayed Hojatollah Qureishi che è a capo della Divisione Rifornimenti, Ricerca e Affari Industriali del Ministero della Difesa e della Logistica delle Forze Armate iraniane ed è anche responsabile della negoziazione dell'accordo con la Federazione Russa per i droni utilizzati nella guerra di aggressione contro l'Ucraina. Infine è stato colpito dalle sanzioni anche il generale Saeed Aghajani, comandante del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche - Forza Aerospaziale, la spina dorsale del programma iraniano di utilizzo dei droni. 

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«La decisione odierna è un segnale della volontà dell'UE di rispondere in modo rapido e deciso alle azioni dell'Iran a sostegno dell'aggressione russa contro l'Ucraina.

L'UE condanna la consegna di droni iraniani alla Russia e il loro impiego mortale nella guerra di aggressione contro l'Ucraina. L'UE continuerà a rispondere a tutte le azioni a sostegno dell'aggressione russa», si legge nella nota ufficiale.

In cosa consistono le sanzioni? Le tre persone sono soggette al congelamento dei beni e ai cittadini e alle imprese europee è vietato mettere loro a disposizione fondi. Sono inoltre soggette a un divieto di viaggio, che impedisce loro di entrare o transitare nei territori dell'UE. Il Consiglio ha inoltre segnalato l'intenzione di imporre misure restrittive nei confronti di altre due persone e due imprese per gli stessi motivi.

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I droni «tagliaerba»

Gli ucraini li chiamano "tagliaerba" per il rumore che fanno quando si avvicinano al bersaglio, vengono studiati con attenzione dagli specialisti americani, ma anche estoni, per acquisire informazioni preziose per meglio individuarli e contrastarli prima che colpiscano gli obiettivi, rende noto il Washington Post, denunciando tuttavia che al momento «costituiscono un problema significativo». Gli analisti di difesa interpellati infatti precisano che i sistemi di difesa in grado di colpirli sono costosi, progettati per minacce più impegnative, come aerei ed elicotteri, e la loro produzione richiede mesi o anni. La strada politica è stata avviata all'Onu, dove è in discussione in queste ore la possibilità che l'invio di queste armi alla Russia, da parte dell' Iran, violi le risoluzioni approvate dopo l'accordo sul nucleare, vale a dire la proibizione di esportare sistemi d'arma con gittata superiore ai 300 chilometri.

I droni iraniani vengono fatti decollare da tre basi militari russe in Crimea e da una quarta postazione in Bielorussia, siti troppo lontani per poter essere colpiti dai lanciarazzi a lunga gittata di provenienza americana. Di fatto, non esiste al momento un sistema unico per contrastarli, emerge. Consiglieri militari iraniani sono stati inviati nelle zone controllate dalla Russia, dove hanno fornito agli operatori le istruzioni tecniche per l'impiego dei sistemi. Il drone vola ad altitudini basse e ha poche componenti metalliche, ed è quindi difficile intercettarlo con i radar e altri sensori in tempo, prima che colpisca i suoi obiettivi. In ogni caso, Kiev rivendica di averne distrutti 220 dallo scorso 13 settembre.

Il ministro della Difesa estone, Hanno Pevkur, ha sottolineato l'urgenza di studiare i droni 'made in Iran' per tutti i Paesi della regione. «Non è solo un problema dell'Ucraina che è in guerra in questo momento, riguarda tutti noi che siamo nella situazione in cui ci troviamo», ha affermato. L' Iran produce diversi modelli di droni che fornisce agli Hezbollah, in Libano, e ai ribelli Houti nello Yemen e, secondo Washington, anche ai ribelli anti Usa in Siria che li hanno usati per colpire, ad agosto, la base americana di Tanf. Gli Houti hanno usato droni Samad-3, sempre fabbricati in Iran, per attaccare una raffineria a Riad la scorsa primavera, e Samad-1 contro siti della Aramco, la compagnia saudita del petrolio. A febbraio, gli houti hanno usato i droni per colpire diversi obiettivi negli Emirati arabi uniti e Sanaa. Ma i droni a disposizione dei russi sono una versione evoluta, in grado di circumnavigare le difese ucraine.

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L'Europa sostiene l'Ucraina

La notizia delle sanzioni all'Iran è accompagnata da un robusto messaggio di sostegno. «L'UE condanna con la massima fermezza la guerra di aggressione della Russia contro l'Ucraina, che viola palesemente la sovranità e l'integrità territoriale del Paese. Esorta la Russia a cessare immediatamente gli attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili e a ritirare immediatamente e incondizionatamente tutte le truppe e gli equipaggiamenti militari dall'intero territorio ucraino all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. Di fronte alla guerra di aggressione della Russia e all'ultima escalation di Mosca, l'Unione europea è risolutamente al fianco dell'Ucraina e del suo popolo. L'UE è fermamente convinta di sostenere l'indipendenza, la sovranità e l'integrità territoriale dell'Ucraina. L'Ucraina sta esercitando il suo legittimo diritto di difendersi dall'aggressione russa per riprendere il pieno controllo del suo territorio e ha il diritto di liberare i territori occupati all'interno dei suoi confini internazionalmente riconosciuti. L'Unione Europea è fermamente al fianco dell'Ucraina e continuerà a fornirle sostegno economico, militare, sociale e finanziario per tutto il tempo necessario», conclude il comunicato del Consiglio.

Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 16:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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