Genova, a vent'anni dal G8 la Corte europea: «Inammissibili i ricorsi dei poliziotti che fecero irruzione alla Diaz»

Sabato 17 Luglio 2021
Genova, a vent'anni dal G8 la Corte europea: «Inammissibili i ricorsi dei poliziotti che fecero irruzione alla Diaz»

La Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha giudicato inammissibili i ricorsi di alcuni poliziotti condannati per l'irruzione nella scuola Diaz, durante il G8 del 2001 di Genova. Lo scorso 24 giugno la Corte si è riunita a Strasburgo, a venti anni esatti dai fatti del G8.

G8 Genova, la Corte europea dei Diritti dell'Uomo giudica inammissibili i ricorsi dei poliziotti della Diaz

 

Non è ammissibile il ricorso presentato da Massimo Nucera, l'agente scelto del Nucleo speciale del VII Reparto Mobile di Roma che dichiarò di aver ricevuto una coltellata durante l'irruzione nella scuola Diaz, e Maurizio Panzieri, l'ex Ispettore capo dello stesso Nucleo speciale che siglò il verbale su quello che i giudici ritennero fosse un finto accoltellamento.

Entrambi sono stati condannati a 3 anni e 5 mesi di cui tre condonati.

Inammissibili anche i ricorsi presentati da Angelo Cenni, uno dei sette capisquadra del VII Nucleo del Reparto Mobile di Roma e da due suoi colleghi, capisquadra anch'essi. Nel ricorso presentato dal legale di Nucera a Panzieri si sottolinea che «l'esame condotto dalla Cassazione non è stato effettivo ed equo, poiché la stessa non ha realmente preso in considerazione, confutandole, le ragioni di doglianza esposte dai ricorrenti».

Fra le doglianze, anche quella di aver «modificato la Corte di Appello fino a stravolgerle completamente» le dichiarazioni rese in interrogatorio da Nucera sulla dinamica dei fatti «per poi giungere alla conclusione che tale dinamica, così come falsamente ricostruita dalla Corte ed attribuita allo stesso imputato, non apparirebbe credibile», e «nel non aver minimamente tenuto in conto le risultanze della perizia e dell'esame del perito».

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Infine, «nell'aver la Corte d'Appello affermato apoditticamente che la simulazione dell'aggressione ben poteva essere avvenuta ponendo giubbotto e corpetto su un tavolo, senza necessità che fossero indossati, quando la perizia esclude categoricamente tale evenienza, dando atto che la stessa non è posta in discussione neppure dai consulenti del pm e delle parti civili, affermazione effettuata dalla Corte di Appello senza disporre una nuova perizia e senza neppure contestare gli esiti di quella agli atti» ma «sostituendo il proprio immotivato e arbitrario giudizio a quello opposto espresso in termini di certezza dal perito». Il ricorso presentato da Cenni poggia su quelle che vengono considerate «evidenti lacune. L'intero processo - si legge nel ricorso - è basato su un materiale probatorio carente e lacunoso, e tuttavia, ciò non ha portato a una sentenza assolutoria ma a un accertamento della responsabilità penale a prescindere dalle risultanze processuali».

Il lungo ricorso chiude affermando una «assoluta carenza probatoria», in quanto «l'intero processo è basato su un materiale probatorio carente e lacunoso».

Per Nucera e Panzieri la Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha ritenuto che «nella misura in cui il ricorrente denuncia la valutazione delle prove e l'interpretazione del diritto da parte delle giurisdizioni interne e contesta l'esito della procedura, il ricorso fa fronte ad una quarta istanza. Il ricorrente ha potuto presentare le sue ragioni in tribunale alle quali è stata data risposta con decisioni che non sembrano essere arbitrarie o manifestamente irragionevoli, e non ci sono prove che suggeriscano il fatto che il procedimento è stato ingiusto. Ne consegue che queste accuse sono manifestamente infondate» e quindi ha dichiarato il ricorso irricevibile.

Per il caposquadra Cenni e i suoi due colleghi, la Corte Cedu «ritiene che i fatti presentati non rivelino alcuna apparenza di violazione dei diritti e delle libertà enunciati nella Convenzione o nei suoi protocolli». Accuse «manifestamente infondate» e quindi la Corte «dichiara il ricorso irricevibile». Restano pendenti, già dichiarati ammissibili, i ricorsi di alcuni dirigenti di polizia condannati sempre per l'irruzione alla Diaz come Francesco Gratteri e Filppo Ferri. 

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Ultimo aggiornamento: 18:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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