Il fumo «aggrava il Covid» (e il rischio di morte aumenta di 10 volte): lo studio che stronca le sigarette

Analizzato il database britannico che raccoglie le informazioni genetiche e sanitarie di quasi mezzo milione di cittadini

Giovedì 30 Settembre 2021 di Lorena Loiacono
Il fumo «aggrava il Covid» (e il rischio di morte aumenta di 10 volte): lo studio che stronca le sigarette

Il fumo aggrava gli effetti del Covid. All'inizio della pandemia era stato assolto ma un nuovo studio rivela che l'abitudine alla sigaretta, correlata ad età e patologie pre-esistenti, influenza l'esito dell'infezione da Covid, aggravandone gli effetti. Lo rivela uno studio, pubblicato sulla rivista Thorax, su una ricerca coordinata dall’Università di Oxford che ha preso in esame i dati della UK Biobank, il database britannico che raccoglie le informazioni genetiche e sanitarie di quasi mezzo milione di cittadini.

Fumo e Covid, la nuova ricerca

Tra i fattori principali associati alla mortalità del Covid, infatti, inizialmente il fumo non era compreso ma spiccavano l'età avanzata, il sesso maschile e la comorbidità cardiometaboliche come l'ipertensione e il diabete: diversi studi registravano una minore prevalenza di fumatori attivi tra i pazienti Covid rispetto alla popolazione generale e un'ampia ricerca condotta nel Regno Unito rilevava che il fumo era associato a minori rischi di mortalità.

Ma un nuovo studio britannico evidenzia come, al contrario, il fumo va associato a maggiori rischi di morte correlata al Covid, in base ad altri fattori come età e sesso.

LO STUDIO Con i dati della UK Biobank sono state studiate le associazioni tra fumo e Covid-19 valutando le associazioni dei comportamenti del fumo con l'infezione da SARS-CoV-2, l'ospedalizzazione e la morte che ne derivano, su 421 469 partecipanti. I dati derivano da un campione di partecipanti con età media di 68,6 anni, la maggioranza erano donne (55,1%) e di etnia bianca (93,5%). Durante il periodo di studio, 13 446 (3,2%) individui sono stati sottoposti a un test SARS-CoV-2 e 1649 (0,4%) hanno avuto un'infezione confermata. Circa 968 (0,2%) hanno avuto un ricovero in ospedale correlato a Covid-19 e, tra questi, 154 sono stati ricoverati in terapia intensiva e 444 (0,1%) hanno avuto un decesso correlato al virus. Dei 444 decessi, 188 (42,3%) non hanno registrato ricoveri ospedalieri correlati al Covid-19 e di 968 individui ricoverati, 256 (26,4%) sono morti di Covid-19.

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DIVISIONI PER ETA', SESSO E PESO CORPOREO Tramite i questionari per la valutazione di base della UK Biobank sono stati raccolti dati per definire l'età dei partecipanti all'origine dello studio (40-49, 50-59, 60-69, 70-79 e 80+ anni), sesso, etnia (otto categorie), indice di massa corporea sottopeso (<18,5), peso sano (18,5-24,9), sovrappeso (25-29.9), obeso (30-34,9) e gravemente obeso (>35)). I codici di malattia non oncologici auto-riportati registrati durante l'intervista per il reclutamento nella Biobanca del Regno Unito sono stati utilizzati per derivare le comorbidità correlate al fumo e al non fumo. 

Dei 13.446 individui sottoposti a un test SARS-CoV-2, 7071 (52,6%) erano non fumatori, 5684 (42,3%) erano ex fumatori, 136 (1,0%) fumavano 1-9 sigarette al giorno, 240 (1,8%) fumavano 10–19 sigarette/giorno e 191 (0,9%) fumavano più di 10 sigarette/giorno. Rispetto ai non fumatori, gli ex fumatori avevano un rischio maggiore di infezione confermata con relazione all'età e al sesso. Durante il periodo di studio, 13 446 (3,2%) individui sono stati sottoposti a un test SARS-CoV-2 e 1649 (0,4%) hanno avuto un'infezione confermata. Circa 968 (0,2%) hanno avuto un ricovero in ospedale correlato a COVID-19 e, tra questi, 154 sono stati.

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ANALISI MENDELIANA Oltre all'osservazione dei dati, i ricercatori hanno elaborato anche un tipo di analisi cosiddetta da "randomizzazione mendeliana" (MR), per valutare il peso dei fattori di rischio (vale a dire la predisposizione genetica al fumo e al fumo pesante), sulla gravità degli effetti del Covid. I risultati dello studio su base MR di fatto, confermano quelli dell'osservazione dei dati. Ne è emerso infatti che le persone con predisposizione genetica al fumo presentano il 45% di probabilità in più di contrarre il Covid e il 60% in più di arrivare ad un ricovero in ospedale. I geni legati al fumo pesante presentano un aumento di 2,5 volte della probabilità di infezione, di 5 volte del ricovero in ospedale e di 10 volte di decesso.

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RISULTATI SINTETICI Tra i 421 469 partecipanti erano 1649 le infezioni confermate, 968 i ricoveri correlati a Covid-19 e 444 i decessi correlati a Covid-19. Rispetto ai non fumatori, i fumatori attuali avevano maggiori rischi di ospedalizzazione e mortalità. Un numero maggiore di sigarette fumate al giorno, geneticamente previsto, era associato a rischi più elevati di tutti gli esiti: infezione, ricovero in ospedale e morte.

 

Ultimo aggiornamento: 11:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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