Occhi puntati sulle imminenti elezioni in Nigeria, il più popoloso Stato africano che nel 2050, stando all'attuale tasso di crescita, è destinato a diventare il terzo più popoloso al mondo. Il voto di sabato 25 febbraio potrebbe avere effetti a catena in tutta la regione e, secondo il Washington Post, influenzare in particolare persino le future ondate migratorie globali. Un rapporto della Banca Mondiale del 2021 ha rilevato che il 43% dei giovani nigeriani è disoccupato o sottoccupato e il 52% dichiara di voler emigrare.
Obi sfida l'ex governatore di Lagos Bola Ahmed Tinubu, 70 anni, dell'All Progressives Congress (APC) attualmente al governo, e l'ex vicepresidente Atiku Abubakar, 76 anni, del principale partito d'opposizione Peoples Democratic Party (PDP). Entrambi hanno dominato il panorama politico nigeriano dal ritorno della democrazia nel 1999. Tinubu, musulmano originario del sud-ovest è stato senatore, governatore per due mandati di Lagos e da tempo riconosciuto come un consolidato leader politico. Abubakar, musulmano del nord, è stato vicepresidente tra il 1999 e il 2007 ed è al suo sesto tentativo di essere eletto alla presidenza.
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Obi, 61enne, candidato del Partito Laburista, si è guadagnato i sondaggi grazie alla sua reputazione di frugalità e integrità, e ha annunciato di volersi battere contro la endemica corruzione. Il Paese è attraversato da forte instabilità in molti stati dove sono attivi gruppi ribelli, bande criminali e anche l’organizzazione jihadista Boko Haram, che agisce soprattutto a nord. In questo scenario gli scontri interetnici si mescolano a volte con le azioni terroristiche provocando un numero elevatissimo di vittime. Nel Paese omicidi e sequestri di persona avvengono senza sosta e si sono moltiplicati gli episodi di violenza nei confronti della stessa Chiesa cattolica. Il 16 gennaio un gruppo di uomini armati ha assalito una parrocchia nel villaggio di Kafin-Koro, provocando la morte di padre Isaac Achi, imprigionato tra le fiamme. La violenza, naturalmente, non colpisce solo i cristiani ma anche i musulmani. I rapitori agiscono per ottenere riscatti. Le somme ottenute servono per procurarsi armi in una spirale senza fine.
La Nigeria è un gigante con immensi giacimenti petroliferi. Le principali organizzazioni economiche internazionali hanno evidenziato per il PIL una crescita nel 2023 tra il 2,8 e il 3,3 %. Come accade per diverse nazioni africane la redistribuzione di questa ricchezza riguarda solo alcune fasce elitarie, mentre la grande maggioranza della popolazione è esclusa da qualsiasi utile. In un’economia in cui è determinante l’esportazione di petrolio abbinata alla volatilità attuale dei mercati energetici internazionali, è aumentato il tasso di disoccupazione.
Da tempo i giovani si battono, per un rinnovato processo democratico, per maggiori tutele nei diritti e nelle libertà e contro la corruzione endemica del paese. Il governo della più grande nazione nera sulla terra ha sempre represso le loro manifestazioni.
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