Massacro dei mormoni: Devin, il tredicenne eroe che ha salvato sei bambini feriti

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Anna Guaita
Massacro dei mormoni: un tredicenne ha salvato sei bambini feriti

Ha mantenuto la calma, ha pensato ai fratellini e ai cuginetti, li ha messi in salvo, e poi ha camminato da solo nei boschi per andare a cercare aiuto. Per sei ore Devin Blake Langford ha percorso 23 chilometri, a zig zag sui sentieri e nelle colline dello stato messicano di Chihuahua, che lo separavano da casa, in silenzio, col fiato sospeso, tentando di non farsi vedere dai criminali che avevano appena massacrato sua madre, due suoi fratellini, due zie e quattro cuginetti.

Solo quando il tredicenne è arrivato alla comunità agricola da cui erano partiti la mattina, il resto della famiglia ha saputo quel che era successo. I familiari di Devin, membri di una comunità mormone di origine statunitense,  hanno raccontato i fatti sia su Facebook che in interviste alle tv americane, descrivendo l’assalto alle tre automobili che portavano le tre mamme e i 13 bambini, il massacro, il sangue, e la fine orrenda di Rhonita Maria LeBaron, che aveva in auto con sé quattro figli, Howard e Krystal, di 12 e 10 anni, oltre alla coppia di gemelli Titus e Tiana, di otto mesi, tutti morti nel rogo della loro vettura.

Dopo la sparatoria, Devin è riuscito a raccogliere 6 dei bambini sopravvissuti alla strage. Cinque dei sei erano feriti, e il ragazzino ha presto capito, dopo aver fatto in gruppo poche centinaia di metri nei boschi, che non avrebbero avuto la forza di percorrere i venti chilometri che li separavano dalla fattoria. Ha avuto quindi la presenza di spirito di raccoglierli tutti in un piccolo avvallamento, e nasconderli sotto rami e foglie, raccomandando loro di mantenere il più assoluto silenzio. E ha proseguito da solo.

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I bambini hanno obbedito, e sono rimasti nascosti e in silenzio. Dopo varie ore, tuttavia, quando stava calando il buio, una delle bambine ha disobbedito: preoccupata del fatto che il cugino non tornava e non si vedeva nessuno, si è convinta che Devin si fosse perso, e ha deciso di andare a cercarlo. Lei era ferita al polso, e quindi poteva camminare.

Uno degli zii ha ieri spiegato che però la bambina si è a sua volta persa. Difatti nelle prime ricostruzioni dell’assalto si era creduto che fosse stata presa ostaggio da parte dei narcotrafficanti. Tuttavia i soccorritori hanno potuto ritrovarla perché aveva perso una scarpa e aveva lasciato una traccia riconoscibile sul terreno. E’ stata trovata quando oramai era buio, e la sua prima frase è stata di dire piangendo: «Dobbiamo tornare indietro, i miei fratelli, i miei cugini stanno morendo, stanno sanguinando, sono stati feriti, dobbiamo andare a salvarli!». I cinque bambini in realtà erano stati già trovati, dopo che Devin aveva dato l’allarme.

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Le autorità messicane avevano rivelato martedì l’arresto di un sospetto, ma il ministro della sicurezza nazionale Alfonso Durazo ha detto che «appare improbabile che l’uomo sia collegato al massacro». L'ipotesi che sta rendendo piede è che la  carovana delle tre donne sia stata vittima di un cartello di narcotrafficanti con il quale la colonia mormone di origine americane e residente in Messico era entrata in conflitto già da circa dieci anni. Si parla dei Los Jaguares, o del La Linea. 

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Ultimo aggiornamento: 7 Novembre, 20:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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