Donna rapita per essere sposata contro la sua volontà viene uccisa, sdegno in Kirghizistan

Venerdì 9 Aprile 2021 di Riccardo De Palo
Donna rapita per essere sposata contro la sua volontà viene uccisa, sdegno in Kirghizistan

Una donna sequestrata per essere sposata contro la sua volontà è stata ritrovata morta poco dopo il rapimento, e il caso ha creato una vasta protesta in Kirghizistan, con la folla che ha chiesto le dimissioni dei capi delle forze di sicurezza dell’ex paese sovietico, nella capitale Biskek. Un caso di femminicidio che ha scosso il Paese, che chiede la fine di queste barbare tradizioni tribali.

Un drammatico video girato dalle telecamere di sorveglianza mostra la donna, Aizada Kanatbekova, 27 anni, rapita lunedì scorso mentre tornava dal lavoro, e viene caricata a forza su una Honda Civic da tre uomini.

La polizia ha ritrovato la stessa donna strangolata in quella stessa auto, e conferma che si tratta di un donna rapita per essere unita in matrimonio contro la sua volontà. Il presunto assassino è stato trovato anche lui morto: si tratta di un trentaseienne che, secondo gli agenti, si sarebbe suicidato dopo il delitto.  Un altro suo complice sarebbe stato arrestato. 

Il caso ha spinto centinaia di persone a scendere in piazza oggi nella capitale per chiedere le dimissioni in blocco dei vertici delle forze di sicurezza. I dimostranti hanno urlato “vergogna” davanti alla sede del ministero dell’Interno. La polizia viene accusata di non avere agito prontamente, malgrado la scena sia stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza, con il numero di targa dell’auto ben visibile, e quindi rintracciabile. “Quante di noi devono morire prima che finiscano i rapimenti?”, era scritto su un cartello durante la protesta.

Il fenomeno dei rapimenti delle spose, che in lingua locale si chiama Ala Kachuu, ha radici salde nelle tradizioni del passato nomade della popolazione kirghisa, ed è continuato anche in era sovietica, ma su scala ridotta. 

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La pratica consiste nel rapire una donna e costringerla a firmare un documento che attesti la sua volontà di sposare il suo sequestratore. Da quando il Paese è tornato indipendente, con la dissoluzione dell’Urss nel 1991, la pratica è tornata ad essere molto diffusa. Una legge del 2013 la proibisce, ma gli arresti e le condanne sono molto rari e le vittime sono solitamente riluttanti a sporgere denunce, a causa delle minacce subite.

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Una giornalista, Mahinur Niyazova, vicedirettrice di un sito web d’informazione, 24.kg, era tra i dimostranti raccolti davanti al ministero dell’Interno, e ha dichiarato che l’assassinio ha dimostrato che la polizia ha altre priorità, piuttosto che difendere le donne dalla violenza. 

Il premier Ulugbek Maripov ha promesso che tutti coloro che compieranno crimini di questo tipo saranno puniti, e ha chiesto “pazienza” ai dimostranti, che hanno chiesto anche le sue dimissioni. Il presidente Sadyr Japarov ha definito sui social la morte di Kanatbekova una “tragedia e un dolore non solo per la sua famiglia ma per l’intero stato”, e ha promesso che si tratta dell’ultimo caso del genere. 

Ma non sarà facile mantenere la promessa. Secondo dati Onu, in Kirghizistan un matrimonio su cinque viene celebrato dopo il rapimento della sposa.

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