Il New York Times apre ad una nuova lotta, quella contro il "Lookism", ovvero il pregiudizio contro i bruti.
Questo forse perché non esiste un'associazione nazionale dei brutti che fa lobby o forse perché questo tipo di discriminazione è talmente innata nella natura umana da non farci neanche caso. O forse perché la società celebra in modo ossessivo la bellezza, soprattutto sugli schermi dei cellulari, arrivando a ignorare gli effetti di una discriminazione che è dilagante, che porta a considerare l'obesità come una debolezza morale e come segno di appartenenza a una bassa classe sociale. Uno studio del 2004 ha rivelato che le denunce per discriminazioni sull'aspetto sono maggiori di quelle per la razza. Così come i criminali non belli che commettono reati minori tendono a essere puniti più severamente dei belli. Senza contare come le persone più attraenti sono considerate più competenti e intelligenti. «L'unica soluzione - è la conclusione di Brooks sul New York Times - è cambiare le norme». E prendere esempio da Victoria Secret, che ha mandato in pensione gli Angeli, per combattere il lookism.