Demenza, il rischio di ammalarsi potrebbe essere «inciso» nelle nostre ossa, infatti uno studio mostra che una scarsa densità ossea si associa al 50% in più di probabilità di soffrire di demenza negli anni successivi, suggerendo che un esame delle ossa possa essere utile per prevedere chi soffrirà di demenza in futuro.
Demenza o l'esame alle ossa: lo studio
Ikram ha coinvolto 3.651 persone con un'età media di 72 anni che non presentavano demenza all'inizio dello studio. Nel corso di una media di 11 anni, 688 persone hanno sviluppato la demenza. I ricercatori hanno esaminato le radiografie per identificare la densità ossea. I partecipanti sono stati intervistati ogni quattro-cinque anni e sottoposti periodicamente a esami come scansioni ossee e test per la demenza. Delle 1.211 persone con la più bassa densità ossea totale, 90 hanno sviluppato la demenza entro 10 anni (circa il 7%), rispetto a 57 delle 1.211 persone con la più alta densità ossea, ovvero circa il 5%. Considerando tutti i fattori che comportano un rischio di demenza, i ricercatori hanno scoperto che le persone con la più bassa densità ossea totale corporea avevano il 42% di probabilità in più di sviluppare la demenza nei 10 anni successivi rispetto alle persone del gruppo senza problemi di densità ossea.
Il legame
«La ricerca ha trovato un legame tra la perdita di massa ossea e la demenza, ma sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio la connessione tra la densità ossea e la perdita di memoria - sottolinea Ikram. È possibile che la perdita ossea si verifichi già nelle prime fasi della demenza, anni prima che si manifestino i sintomi clinici. Se così fosse, la perdita ossea potrebbe essere un indicatore del rischio di demenza e le persone che ne soffrono potrebbero essere sottoposte a uno screening e a una migliore assistenza», conclude.
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