Giallo in Svizzera per la scomparsa di Daniel Anrig che per cinque anni è stato comandante delle Guardie Svizzere in Vaticano e che era stato congedato dallo stesso Papa nel 2014.
Il mistero
La stampa svizzera online parla di «mistero». Secondo il «Walliser Bote», Romy Biner-Hauser, il sindaco di Zermatt, cittadina ai piedi del Cervino nota per le sue piste da sci, spiega solo che Anrig sta «cercando un riorientamento professionale». Ma il fatto che non sia raggiungibile fa ipotizzare anche - secondo quanto scrive «Nau.ch» - che «la sua partenza sia dovuta a procedimenti penali a suo carico al di fuori del Cantone Vallese». Quando Anrig fu congedato da Papa Francesco, diverse furono le voci che circolarono al riguardo del comandante. Il fatto di aver sistemato per lui un grande appartamento sopra la caserma, che non ha proprio il massimo dei confort e che infatti da anni dovrebbe essere ristrutturata, non era una cosa ben vista.
Ma soprattutto alcune guardie lamentavano i modi troppo bruschi e il Pontefice argentino avrebbe quindi optato per una gestione un po' meno "militare". L'ex capo della Guardia Svizzera Pontificia, in una intervista successiva al suo congedo, negò di avere usato metodi duri con i suoi alabardieri e sottolineò che la Guardia svizzera «richiede un comando severo e le guardie lo capiscono». Precedentemente al suo incarico in Vaticano, quando era capo della polizia criminale del Cantone di Glarona, fu protagonista di un incidente che il «Tages-Anzeiger» in seguito descrisse come «uno dei più grandi scandali di polizia in Svizzera»: durante un'irruzione in un alloggio per richiedenti asilo, Anrig chiese che i richiedenti asilo venissero svestiti e legati. Il successivo procedimento penale si concluse però con la sua assoluzione.