La Croazia entra nell'area Schengen e nell'euro dal 1. gennaio 2023: addio controlli frontiera. No a Romania e Bulgaria bloccate dall'Austria

Giovedì 8 Dicembre 2022
Valico di confine tra Slovenia e Croazia
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BRUXELLES - L'area Schengen cresce per la prima volta in 10 anni. I ministri dell'Interno riuniti a Bruxelles hanno infatti approvato l'ingresso della Croazia a partire dal 1.gennaio del 2023. Lo fa sapere la presidenza ceca su Twitter. Nell'area Schengen è garantita la libera circolazione. Sempre dal 1. gennaio prossimo la Croazia adotterà l'euro. È stata invece respinta la domanda di adesione a Schengen della Romania e della Bulgaria a causa del veto austriaco motivato con i rischi di ritrovarsi con flussi incontrollati di migranti dal corridoio sud-orientale.

La Croazia, stato indipendente dal 1991, è entrata nell'Unione europea nel luglio 2013, con una popolazione di oltre 4 milioni di abitanti (censimento 2019). 

La delusione della commissaria Ue

La commissaria europea Ylva Johansson ha dichiarato di essere «delusa» per il mancato ingresso nell'area Schengen dei due Paesi. «Congratulazioni alla Croazia - ha detto Ylva Johansson - A Bulgaria e Romania invece dico: meritate di entrare, avete un forte sostegno da quasi tutti gli Stati membri e dalla Commissione. Esprimo disappunto e tristezza, perché quando non siamo uniti siamo più deboli. Ma sono convinta che raggiungeremo l'ingresso di Bulgaria e Romania in questa legislatura e sarà la mia priorità far sì che accada».

La reazione di Zagabria

 «In questo anno in cui ci siamo posti importanti traguardi, abbiamo raggiunto gli obiettivi strategici del governo, di cui beneficeranno maggiormente i cittadini croati e la nostra economia» ha scritto su Twitter il primo ministro croato, il conservatore Andrej Plenković, dopo che la Croazia ha ricevuto il via libera unanime del Consiglio Affari Interni dell'Ue per l'ingresso dal primo gennaio nell'area Schengen. 

Le reazioni in Italia

«Un gran bel risultato, soprattutto perché dimostra che i processi di coesione europei sono più forti di chi vorrebbe dividerci. Per la Croazia è il giusto coronamento di un lungo percorso, per l'Europa un passo avanti per la stabilità e la libertà di circolazione, per l'Italia un rafforzamento delle relazioni istituzionali, commerciali e umane con un Paese amico. E in più è la fine dell'innaturale divisione dell'Istria e della comunità italiana autoctona che vi risiede. Sono contenta di aver potuto portare il mio piccolo contributo quando sedevo al Parlamento europeo nella delegazione alla commissione parlamentare mista UE-Croazia» commenta la capogruppo Pd alla Camera Debora Serracchiani.

Ultimo aggiornamento: 9 Dicembre, 09:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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