Continuano a salire i contagi da Coronavirus in India, dove nelle ultime 24 ore è stato raggiunto un nuovo record di infezioni, con 184.372 positivi al Covid-19.
Il Bhutan ha vaccinato oltre il 90% della popolazione in 16 giorni seguendo astrologia buddhista
Il Paese dell'Asia meridionale da 1 miliardo e 380 milioni di abitanti ha riportato finora un totale di 13,9 milioni di casi e di 172.085 di decessi. Seconda solo alla Cina per popolosità, l'India è seconda al mondo per numero di contagi (dietro agli Stati Uniti) e quarta per numero di morti (dietro a Usa, Brasile e Messico).
L'India alza le braccia in segno di resa e ammette «per l'uso in emergenza» tutti i vaccini anti Covid-19 già approvati nei Paesi occidentali e in Giappone. Dopo il semaforo verde di ieri allo Sputnik V, il vaccino russo che sarà prodotto dalla farmaceutica dr Reddy's, oggi la capitale globale dei vaccini, (l'India produce annualmente, in termini assoluti, più vaccini di ogni altro Paese), alza il tiro. Porte aperte per i prodotti di Pfizer, Johnson & Johnson, Novavax e Moderna, come per tutti gli altri approvati dall'Oms o in altri Paesi con la sola eccezione di quelli cinesi.
L'accelerazione impressa così da Delhi alla campagna vaccinale, annunciata dal ministro alla Sanità, si deve alla seconda ondata di casi, una curva crescente che, dall'inizio di marzo, azzanna l'India senza fermarsi, con record di nuovi positivi, oltre 100 mila al giorno la scorsa settimana. I sieri stranieri saranno autorizzati senza che le aziende che li producono debbano condurre altri test. Grazie a una corsia preferenziale, per ciascun prodotto basteranno cento volontari, controllati nella settimana successiva all'iniezione; in assenza di reazioni, il vaccino potrà essere prodotto o importato.
E' una svolta epocale per il governo di Modi, che a gennaio, illuso di aver raggiunto l'immunità di gregge, puntava al soft-power della diplomazia dei vaccini, e presentava con orgoglio l'India come il Paese che avrebbe fornito al mondo, in molti casi donandole, le ambite dosi. La necessità di vaccinare al più presto un miliardo e trecentomila indiani e alcuni rallentamenti nella produzione domestica hanno imposto prima lo stop all'export dei vaccini prodotti localmente; poi, nelle ultime ore, la necessità di fare ricorso ai prodotti stranieri.