Covid in Cina, è allarme: boom di contagi dopo lo stop alle restrizioni. «Portata impossibile da determinare»

L'improvvisa rinuncia alla politica «zero Covid» potrebbe comportare il rischio di un altissimo numero di vittime per la malattia, fino a circa un milione di morti

Lunedì 19 Dicembre 2022 di Raffaele Alliegro
In Cina crescono i contagi dopo lo stop alle restrizioni
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Cresce l'allarme Covid in Cina: l'allentamento delle restrizioni sta favorendo la diffusione del virus. Il Paese ha registrato i suoi primi decessi dopo il dietrofront sulle rigide misure della politica «zero Covid», in un momento in cui gli ospedali sono travolti da un'ondata di casi senza precedenti. Il Paese ha deciso una brusca inversione dall'inizio di dicembre e ha revocato la maggior parte delle restrizioni sanitarie in vigore da quasi tre anni, dalla comparsa dei primi casi di coronavirus a Wuhan alla fine del 2019.

Ma ora l'epidemia di Covid sembra stia esplodendo in Cina.

La sua portata è «impossibile» da determinare, per ammissione delle autorità, dal momento che i test di screening non sono più obbligatori. Le autorità hanno riferito della morte di due pazienti a Pechino, gli unici finora da quando le restrizioni sono state revocate il 7 dicembre, secondo i dati ufficiali. E l'improvvisa rinuncia alla politica «zero Covid» potrebbe comportare il rischio di un altissimo numero di vittime per la malattia, fino a circa un milione di morti. L'ipotesi è contenuta in un nuovo studio realizzato da tre professori di Hong Kong citato dalla Cnn.

Covid in Cina, boom di casi

A Shanghai è stato ordinato alla maggior parte delle sue scuole di seguire le lezioni online: la misura, secondo la Bbc, riguarderà anche gli asili nido e i centri per l'infanzia. In tutto il Paese sono state revocate le restrizioni alle vacanze per il Capodanno cinese. E dopo le ferie tutti torneranno al lavoro, anche con il Covid. Sono questi gli scenari che fanno da sfondo a quelle che gli epidemiologi indicano come tre ondate di coronavirus in arrivo nella stagione invernale in Cina. I casi registrati attualmente, riflette la Bbc, sono sottostimati rispetto alla reale diffusione del contagio dato che le autorità di Pechino hanno deciso di non indicare più gli asintomatici nel loro bollettino quotidiano. Citato dalla Bbc, l'epidemiologo Wu Zunyou ha detto di ritenere che l'attuale picco di contagi durerà fino a metà gennaio, mentre la seconda ondata verrebbe innescata dai viaggi di massa a partire dal 21 gennaio durante le celebrazioni del capodanno lunare che durano una settimana. In questo periodo, solitamente, milioni di persone viaggiano per trascorrere le vacanze con la famiglia. La terza ondata è invece prevista da fine febbraio a metà marzo, quando le persone torneranno al lavoro dopo le vacanze.

Il Paese che all'inizio di dicembre ha revocato la maggior parte delle restrizioni sanitarie in vigore da quasi tre anni, ha stabilito che i residenti in Cina possono ora andare a lavorare «normalmente», anche se hanno sintomi di Covid-19. Un radicale cambio in un Paese in cui un singolo caso poteva portare al confinamento di migliaia di persone. Dall'abolizione delle restrizioni, un'ondata di casi ha investito il Paese, ma le autorità stanno cercando di rassicurare sulla natura benigna del virus nonostante la sua contagiosità. Il comune-provincia di Chongqing è stato uno dei primi ad autorizzare il ritorno al lavoro nonostante i sintomi di Covid. “I pazienti asintomatici e lievemente sintomatici possono andare al lavoro normalmente”, afferma un avviso delle autorità locali. Il governo ora incoraggia la popolazione a isolarsi in casa quando compaiono i sintomi del Covid. Anche la provincia di Zhejiang, al confine con Shanghai, ha deciso che chi ha sintomi lievi può continuare a lavorare se adotta misure protettive. Gli esperti temono che la Cina sia mal equipaggiata per affrontare questa ondata di contagi, mentre il Paese continua a riaprire, con milioni di anziani vulnerabili ancora da vaccinare.

Ultimo aggiornamento: 22 Dicembre, 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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