Sei anni dopo la sua macabra uccisione da parte dell'Isis che aveva suscitato sdegno e commozione in tutto il mondo, si torna a parlare di Khaled al Assaad, defunto archeologo siriano decapitato all'età di 80 anni dai miliziani dello Stato islamico, le cui spoglie sembrano esser state ritrovate nel deserto siriano vicino Palmira, sito patrimonio dell'umanità Unesco.
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Il condizionale è d'obbligo perché si è in attesa della conferma dei risultati dell'esame del DNA. I resti sono stati ritrovati domenica nel deserto siriano ancora oggi teatro di attacchi da parte di cellule dello Stato islamico. L'Isis era stato dichiarato sconfitto in Siria nella primavera del 2019 ma negli ultimi mesi si è registrata una recrudescenza degli attacchi compiuti dai suoi combattenti. Solo oggi, 26 tra militari miliziani governativi sono stati uccisi dai jihadisti lungo l'Eufrate. Khaled al Assaad, noto per la sua lealtà politica al governo centrale di Damasco, era nato proprio a Palmira nel 1934. Sin dagli anni '60 si era dedicato al lavoro di archeologo, collaborando con diverse missioni straniere. Era figlio d'arte: dal padre archeologo aveva ereditato anche la posizione di direttore dei Beni culturali di Palmira. Così come suo figlio Tareq, di recente nominato direttore dei Beni culturali di Palmira.
A solemn day for #Syria.
The remains of heroic Syrian archaeologist Khaled Al-Asaad have been found near Palmyra today.
Al-Asaad was beheaded at 83 by ISIS in 2015 for refusing to lead them to the locations of Palmyra’s hidden antiquities.
He can now finally rest in peace. pic.twitter.com/3CbfmmFlWb— Sarah Abdallah (@sahouraxo) February 7, 2021
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Durante i primi anni del conflitto siriano, scoppiato nel 2011, Assaad si era adoperato per mettere in salvo quanti più reperti possibili dalla zona di Palmira. Nel 2015, quando le forze governative si erano ritirate dall'area lasciando campo aperto all'Isis, Assaad era stato catturato dai jihadisti, molti dei quali originari della stessa Palmira. Ma non aveva rivelato il luogo dove erano stati nascosti i reperti nemmeno sotto tortura. Un atteggiamento che gli è valso il titolo di «martire» ma anche l'uccisione per decapitazione avvenuta tra le rovine dell'anfiteatro di Palmira. Il suo corpo era stato poi esposto appeso a un palo della luce. Assaad aveva ricevuto diverse onorificenze durante la sua attività e anche post mortem, tra cui alcuni riconoscimenti in Italia. Nei mesi scorsi l'archeologo italiano Daniele Morandi Bonacossi, docente presso l'università di Udine e con una decennale esperienza di scavi in Siria e Medio Oriente, ha ricevuto il prestigioso premio internazionale intitolato proprio a Khaled al Assaad.