Corea del Nord, incontro storico Kim-Moon: «Inizia nuova era di pace»

Venerdì 27 Aprile 2018
Corea del Nord, incontro storico Kim-Moon: «Inizia nuova era di pace»
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Svolta storica tra le due Coree.

Il presidente sudcoreano Moon Jae-in e il leader del Nord Kim Jong-un si sono solennemente impegnati nel vertice di oggi a firmare entro la fine dell'anno un trattato di pace per chiudere definitivamente la guerra del 1950-53 e per arrivare alla «completa denuclearizzazione» della penisola. I due leader, tra abbracci e strette di mano, hanno convenuto che «le misure prese dalla Corea del Nord sono molto significative e cruciali», in riferimento allo stop ai test nucleari e missilistici della settimana scorsa, e alla chiusura del sito degli esperimenti atomici di Punggye-ri. Senza tuttavia specificare come arrivare alla penisola 'nuclear freè e cosa il Sud potrebbe concedere al Nord in cambio della «nuova era» dei rapporti. Non è esclusa una divergenza di vedute, ma è anche ragionevole pensare che materie così complesse possano finire nel contesto più ampio di composizione attraverso il summit che tra maggio e giugno il presidente Usa Donald Trump avrà con il 'giovane generalè. 

 


Nel frattempo, il tycoon ha accolto con euforia i risultati del summit tenuto al villaggio di confine di Panmunjom. «La guerra coreana finirà! Gli Stati Uniti, e tutto il suo grande popolo, dovrebbero essere molto fieri di ciò che sta ora avendo luogo in Corea!», ha scritto su Twitter, indirizzando anche un ringraziamento al «mio amico Xi»: senza il presidente cinese e senza la sua mano nei controlli ai confini, infatti, «sarebbe stato un processo molto più lungo e difficile». «Un incontro storico», quello tra Moon e Kim, «che non avremmo avuto senza le pressioni fatte dal presidente Trump», ha commentato da parte sua il neo segretario di Stato Mike Pompeo, che a Pasqua è andato in gran segreto Pyongyang ad incontrare Kim.

Le due Coree coinvolgeranno nel negoziato sul trattato di pace gli Usa e potenzialmente anche la Cina, in una soluzione a 3 o a 4 da concordare. Trump ha già dato la sua disponibilità, e il coinvolgimento di Washington e di altre parti che combatterono nella penisola è necessario perché la Corea del Sud non fu diretta firmataria dell'armistizio che cessò le ostilità: fu siglato dal Comando Onu per conto di Seul da un lato e dai militari cinesi e nordcoreani dall'altra. Nel rispetto del principio di «mai più guerre nella penisola», i due leader oggi hanno concordato anche la fine di ogni «atto ostile su terra, mare e aria» che possa causare tensioni militari e possibili scontri. «Non ci saranno più atti di aggressione tra di noi», è la promessa. «Abbiamo aspettato a lungo questo momento, per molto tempo e quando è giunto abbiamo realizzato che siamo una nazione», ha detto Kim leggendo un'inconsueta dichiarazione ai media dopo la firma della dichiarazione congiunta e l'abbraccio con Moon. «Siamo legati dal sangue e i compatrioti non possono vivere separatamente», ha aggiunto.

 


 Posizioni lontanissime dalle tensioni militari di pochi mesi fa. «Con oggi si apre un nuovo capitolo, una nuova era», ha commentato Moon. A Kaesong ci sarà l'ufficio di collegamento permanente per scongiurare le incomprensioni e ci saranno mosse per «connettere e modernizzare ferrovie e strade sui trasporti orientali così come tra Seul e Sinuiju», per ora impedite dalle sanzioni Onu. Soddisfazione è stata espressa anche a Mosca e a Tokyo, sebbene con molta prudenza. Pechino ha auspicato «la soluzione politica delle questioni della penisola». Mentre per il segretario generale dell'Onu Antonio Guterres «è tempo di attuare rapidamente gli impegni presi». Poche settimane ancora e nel summit Trump-Kim si saprà se il brindisi di buon auspicio della cena ufficiale alla Peace House a base di 'myeoncheon dugyeonjù, vino di riso con fiori di azalee, avrà realizzato i desideri sul «nuovo corso».​

 

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 07:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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